dal canada alla finlandia

Prima regola del "Fight Club", esportarlo: aumentano i ritrovi di nazi-fascisti appassionati di arti marziali

Dal Canada alla Finlandia, sono sempre più i gruppi che uniscono la passione per gli sport di combattimento a ideologie di ultra destra

24 Lug 2025 - 12:10
 © Istockphoto

© Istockphoto

Non è una grande sorpresa che l'idea dei fight club affascini l'ultra-destra. Con buona pace dell'autore dell'adattamento cinematografico del libro di Chuck Palahniuk, David Fincher, il film con Brad Pitt ed Edward Norton è ormai stato abbondantemente travisato da tutta una galassia nazi-fascista che ne ha fatto una sua bandiera.  "È impossibile che le persone non capiscano che Tyler Durden (l'alter-ego del protagonista) sia un'influenza negativa. Le persone non lo capiscono, io non so come rispondergli e non ho idea di come aiutarli", si era alla fine arreso in un'intervista al Guardian il regista della pellicola una volta scoperto quanto simili club, dove menar le mani e ideologie estreme andavano a braccetto, si fossero diffusi in tutti gli Stati Uniti. I leader dell'alt-right americana omaggiano continuamente Fight Club, citando il sociopatico Durden a spron battuto.

Nel 2021 Richard Spencer, nazista e ideologo di riferimento dell'estrema destra americana, aveva pubblicato un saggio dove era piuttosto esplicito sulla cosa: "Il nostro credo è stato tutto riassunto nel più arrabbiato dei film, Fight Club", rinforzando il concetto con quello che è forse l'aforisma più famoso del personaggio portato sullo schermo da Brad Pitt: "Siamo i figli dimenticati della storia, ci hanno fatto credere che saremmo diventati milionari, celebrità, rockstar, abbiamo capito che non succederà e siamo molto, molto arrabbiati".  Ci è voluto poco, a quel punto, perché cotanta rabbia e tanta sfiducia si incanalasse anche in esplicita violenza, replicando nella realtà i violenti incontri di gruppo al centro dell'opera di Palahniuk. Da diverso tempo, come detto, negli Stati Uniti proliferano quelli che diverse testate hanno chiamato "active club": gruppi che uniscono la passione agli sport da combattimento ad ideali controversi. La notizia è che però, piano piano, queste realtà sempre più organizzate stiano prendendo piede superando anche i confini americani.

Fight club da esportazione

  La prima regola del fight club era "non parlare del fight club" ma, almeno in questo caso, i membri di queste realtà nel nostro mondo sembrerebbero essersi presi delle libertà creative. "Benvenuti ad Hamilton, la nostra città", ha scritto su Telegram il portavoce di un "active club" canadese, allegando al messaggio una foto dove si vedeva l'adesivo della sua associazione campeggiare sul cartello all'ingresso del centro abitato dell'Ontario. Il Guardian parla di questa zona del Canada anche per ricordare come certe realtà prosperino dove c'è già un contesto storicamente predisposto ad accoglierle: la città di London, sempre in Ontario, è stata per esempio in passato funestata dalla presenza del Ku-Kux Klan e solo nel 2021 era salita all'attenzione delle cronache per l'omicidio a sfondo razziale di una famiglia di origini pakistane. Va tuttavia ricordato come i "fight club" siano in grado di riscuotere interesse anche in ambienti diversi, nutrendosi della fascinazione per un certo machismo (alla base delle dittature di estrema destra) e per i dettami di un certo hooliganismo di matrice calcistica.

Gli ideologi

 I club si riuniscono in palestre o anche parchi locali, utilizzando i social come primo spazio di aggregazione. Poi ci si incontra e si menano le mani, condividendo però un'ideologia alla base. Uno schema semplice che aiuta la proliferazione di certi estremismi in determinate forme. Ecco quindi che, dopo il vicino Canada, ora questi gruppi sono pronti a conquistare anche il resto del mondo. Una recente ricerca pubblicata dal Global Project Against Hate and Extremism (GPAHE) ha dimostrato come dal 2023 questi club stiano spuntando un po' dappertutto: in Svezia come in Australia, in Svizzera come in Finlandia. Addirittura sono arrivati a colonizzare di recente addirittura l'America Latina, aprendo due sezioni in Cile e Colombia. In tutto sarebbero ben 27 i Paesi dove queste associazioni hanno messo radici, strutturandosi sempre di più: molto spesso infatti queste realtà hanno anche sezioni giovanili, che si muovono con dinamiche che ricordano volutamente la Gioventù Hitleriana. Heidi Beirich, fondatrice dell'ente che ha rilanciato lo studio, ha identificato chi sia il padre del modello degli "active club": sarebbe a suo dire Rob Rundo, un neo-nazista newyorkese piuttosto famoso per aver provato a innescare disordini in California nel 2017. "Per quanto ne sappiamo, Rundo non è direttamente coinvolto in modo sistematico nelle sezioni del movimento, ma le sezioni sono ispirate da lui e dall'ideologia che rappresenta", ha spiegato Beirich, chiarendo come nei piani dell'uomo esistesse proprio la proliferazione di club "autonomi e locali". Club che però, grazie alla rete, hanno iniziato a "fare squadra", creando una rete internazionale.

Da Telegram agli incontri reali

 Su Telegram sono ormai attivi gruppi che dialogano tra loro, creando un pantheon di mini-celebrità interne al mondo neo-nazista come l'australiano Thomas Sewell, grande promotore dell'idea di organizzarsi in piccoli "fight club": "Sewell, proprio come Rundo, è un violento neonazista che recluta nuovi membri per prepararli alla violenza contro i nemici politici e le comunità che prende di mira, come gli immigrati, gli ebrei e la comunità LGBTQ+", ha raccontato Beirich, ricordando come quest'ultimo stesse "organizzando allenamenti e tornei in stile MMA" per attirare nuovi adepti. L'idea di soggetti simili è quello di trasformare chi ne segue l'ideologia in veri e propri soldati di strada, in grado di diventare alla bisogna una vera e propria milizia: qualcosa a metà tra i fasci di combattimento e le camice brune, per capirci. Intanto i grandi eventi che raccolgono gli appassionati di combattimento sempre più delle occasioni di ritrovo per il mondo di estrema destra, allungando una appiccicosa macchia nero pece su certe occasioni di ritrovo collettive.

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri