Elezioni in Russia, Putin vince ma perde consenso: i comunisti strappano la "supermaggioranza"
Il partito rosso raddoppia i voti e supera ampiamente il 20%, anche grazie allo "zampino" del dissidente Navalny. La formazione del presidente perde invece quasi 100 seggi e non può più modificare la Costituzione da solo
Ancora una volta Vladimir Putin vince le elezioni legislative russe, ma perde consenso. Il suo partito, Russia Unita, si aggiudica circa il 50% dei voti e la maggioranza dei seggi della Duma, il Parlamento di Mosca. Un dato in netto calo rispetto al 54% delle preferenze registrato nel 2016. La "responsabilità" è anche del boom senza precedenti del partito comunista, che raddoppia i voti passando dal 13% del 2016 a quasi il 25%.
Il partito del presidente conserva dunque la maggioranza assoluta ma, secondo le proiezioni, avrebbe perso quasi cento seggi e non può più modificare la Costituzione da solo. Il tutto nell'ambito di consultazioni caratterizzate da un nuovo minimo storico di affluenza: il 45,15% in tre giorni di urne aperte, con la possibilità di optare per il voto elettronico.
L'exploit della falce e martello si deve anche grazie all'appello del dissidente Navalny per un "voto intelligente". Una mossa che, dalla tradizionale "cintura rossa" degli Urali, ha spinto il vessillo comunista anche all'Estremo Oriente e alla Siberia.
Lo "zampino" di Navalny - La neonata formazione liberale sostenuta dai seguaci di Navalny, Nuovo Popolo, entra in Parlamento grazie al voto di protesta. L'oppositore incarcerato aveva invitato gli elettori a puntare sugli esponenti comunisti nei collegi uninominali, essendo quelli che avevano le maggiori probabilità di battere il candidato di Russia Unita.
Le denunce di brogli elettorali - In tutto il Paese si sono moltiplicate le denunce di brogli, con tanto di video online in cui si vedono tutti i trucchi usati per infarcire le urne di voti (per Russia Unita). Per le autorità sono "fake news" e la Commissione Elettorale Centrale ha parlato di dodici irregolarità in otto regioni. L'Ong Golos, che monitora il corretto svolgimento del processo elettorale, ha invece tracciato migliaia d'infrazioni. Ma Golos è stata bollata come "agente straniero" e accusata di voler screditare le elezioni.
Pugno duro e voto online - A Mosca sono scattati i fermi contro chi si è azzardato a scendere in piazza con anche solo un cartello in mano (è successo a piazza Pushkin). Forse spiega perché il voto online, nelle regioni dove e' stato ammesso, ha spopolato: a Mosca oltre due milioni di persone si sono registrate e l'affluenza ha superato il 96%. I critici di Putin sostengono però che il voto digitale sia solo un mezzo in più per poter
"taroccare" il risultato.
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