il compleanno

Il Dalai Lama compie 90 anni: "Spero di viverne altri 30 o 40"

Premio Nobel per la Pace nel 1989, in esilio dal 1959 a McLeod Ganj, ai piedi dell’Himalaya indiano, migliaia di devoti si sono riuniti nel monastero di Dharamshala, suonando tamburi e corni, per pregare per la sua lunga vita

06 Lug 2025 - 07:00
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Il 6 luglio, il Dalai Lama, guida spirituale del popolo tibetano, festeggia il suo 90esimo compleanno a McLeod Ganj, ai piedi dell’Himalaya indiano, dove vive in esilio dal 1959. Migliaia di devoti si sono riuniti nel monastero di Dharamshala, suonando tamburi e corni, per pregare per la sua lunga vita. Vestito con la tradizionale tunica bordeaux e lo scialle giallo, Tenzin Gyatso – questo il suo nome di nascita – ha guidato le celebrazioni dei devoti, esprimendo il desiderio di vivere “altri 30 o 40 anni” per continuare a "servire il Dharma (gli insegnamenti) del Buddha e gli esseri senzienti".

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“Finora ho fatto del mio meglio”, ha dichiarato durante la cerimonia, “e spero di vivere più di 130 anni”. Nato il 6 luglio 1935 in un villaggio di contadini nell’Amdo, Tibet nord-orientale, è stato riconosciuto a due anni come la reincarnazione del XIII Dalai Lama. A 15 anni, dopo l’invasione cinese del Tibet nel 1950, ha assunto i pieni poteri politici, ma la repressione delle rivolte tibetane nel 1959 lo ha costretto a fuggire in India. Da allora, Dharamshala è diventata il cuore del governo tibetano in esilio e un simbolo della resistenza culturale e spirituale.

La questione della successione: un nodo geopolitico

 Le celebrazioni del compleanno si intreccia con il tema cruciale della successione, che alimenta tensioni con la Cina. Il Dalai Lama ha ribadito che la scelta del suo successore spetta esclusivamente al Gaden Phodrang Trust, l’istituzione da lui fondata in India, e insiste sul fatto che il suo successore sarà una persona nata fuori dalla Cina. Pechino, però, che considera la guida spirituale un separatista, afferma invece di avere l'autorità esclusiva di trovare la sua reincarnazione e, quindi, di nominare il successore di Tenzin Gyatso.

Il sostegno internazionale e la "via di mezzo"

 Il compleanno del Dalai Lama riaccende anche il dibattito internazionale sulla libertà religiosa e culturale del Tibet. Gli Stati Uniti, attraverso il segretario di Stato Marco Rubio, hanno espresso il loro sostegno, dichiarando: “Gli Usa sono fermamente impegnati a promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei tibetani, inclusa la loro capacità di scegliere e venerare liberamente i propri leader religiosi senza interferenze”. Anche l’India, che ospita il governo tibetano in esilio, ha preso posizione. Il ministro Kiren Rijiju ha affermato: “Nessuno ha il diritto di interferire o decidere chi sarà il successore di Sua Santità il Dalai Lama. Solo lui o la sua istituzione hanno l’autorità per prendere questa decisione”.

In Tibet vivono circa sei milioni di tibetani e all'estero circa 128.000, di cui 94.203 in India. Dopo aver adottato, negli anni '70, la cosiddetta "via di mezzo", il leader spirituale tibetano ha ripetutamente dichiarato di non ambire più all'indipendenza del Tibet, ma a un'autonomia significativa e alla preservazione della cultura buddhista tibetana nella Regione autonoma del Tibet sotto il controllo cinese.

Un messaggio universale di pace

 Premio Nobel per la pace nel 1989 per la sua lotta nonviolenta, il Dalai Lama ha ribadito il suo messaggio universale: “Il desiderio comune condiviso da tutti, compreso il popolo tibetano, è quello di evitare la sofferenza e di provare felicità”. 

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