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Coronavirus, negli Usa oltre 9mila morti: "E' una Pearl Harbor" | Doppiate Italia e Spagna per numero di casi

Trump ritira la disponibilità a inviare aiuti agli alleati. Intanto il contagio rallenta in Europa, con lʼeccezione della Gran Bretagna

Coronavirus, la celebrazione della Domenica delle Palme nel mondo

I casi di coronavirus nel mondo hanno superato quota 1,2 milioni mentre il numero dei morti ha superato la soglia dei 65mila. Nuovo record di morti negli Usa: oltre 3mila morti tra venerdì e domenica, il totale supera quota 9.400 e i contagiati sono 331mila, tre volte più che in Italia e Spagna. Il capo del servizio sanitario pubblico americano avverte: "Sarà una Pearl Harbor, un nuovo 11 settembre". Ritirata la disponibilità a inviare aiuti agli alleati.

Negli Usa la situazione non è sotto controllo Che la situazione negli Usa sia tutt'altro che sotto controllo ormai non lo nega nemmeno Donald Trump che ha detto alla nazione di aspettarsi "molte vittime" nelle prossime settimane e di preparasi a una Pasqua in casa: "Io vedrò la messa dal mio laptop", ha dichiarato. "Stiamo lottando per tenere a freno i contagi, ma dire che la situazione è sotto controllo sarebbe dire il falso", ha ammesso Anthony Fauci, il superesperto della task force anticoronavirus della Casa Bianca troppe volte rimasto inascoltato da parte del tycoon.

 

Trump schiera l'esercito a New York A preoccupare c'è sempre New York. Almeno 22 dipendenti della società che gestisce la rete della metropolitana della Grande Mela sono morti per complicazioni dovute al coronavirus, più di mille i dipendenti contagiati. New York registra circa la metà dei casi e dei morti dell'intero Paese e Trump, raccogliendo in parte l'appello del sindaco Bill de Blasio, ha deciso di schierarvi l'esercito. Son oltre mille i soldati inviati dal Pentagono, personale militare anche specializzato che verrà impiegato lì dove nella Grande Mela c'è più bisogno, dagli ospedali ai servizi sociali per aiutare la popolazione più debole e in difficoltà. 

 

Si accendono altri focolai Ma nelle ultime ore sale il timore per quello che sta accadendo in molte aree del Paese, con lo svilupparsi di nuovi violenti focolai, anche nel District of Columbia dove si trova la capitale federale Washington. E poi la Pennsylvania il Colorado, tutte situazioni esplosive che vanno ad aggiungersi agli hot spot già consolidati di New Orleans, di Chicago, di Detroit e di tutta la California, da Los Angeles a San Francisco.

 

Manca un vero e proprio lockdown Nonostante ciò, in America non esiste un vero e proprio lockdown, con il modello Italia e Spagna finora mai preso in considerazione. E con l'ordine di stare a casa limitato a una parte del Paese e che varia da Stato a Stato, con una risposta a macchia di leopardo criticata da medici e scienziati.

 

I contagi rallentano in Spagna L'Europa, invece, può forse cominciare a tirare il fiato. In vari Paesi (Italia compresa) i dati sui contagi legati alla pandemia di Covid-19 sembrano lentamente migliorare. E il premier spagnolo, Pedro Sanchez, li guarda con speranza piena di cautela: "Cominciamo a vedere la luce al fondo del tunnel". Il numero dei nuovi contagi confermati è calato in Spagna, e lo stesso ha fatto per il terzo giorno consecutivo quello dei morti, il dato minore dal 26 marzo e per la prima volta da una settimana sotto 800.

 

Ma il sistema sanitario è allo stremo Le nuove infezioni tra sabato e domenica sono state 6.023, portando il totale a 130.759: un dato altissimo, ma il giorno prima era arrivato a 7.026. I decessi sono stati 674, portando il totale a 12.418. Ma i numeri vanno guardati con cautela e occorre continuare a rispettare rigidamente le misure di distanziamento sociale, mentre il sistema sanitario è allo stremo. Sono infatti aumentati i ricoveri in ospedale, 1.132 in un giorno, piu' dei 975 del giorno prima, e 329 hanno avuto bisogno di terapia intensiva, rispetto ai 116 precedenti.

 

 

Giù i contagi in Francia, controlli serrati Anche in Francia è calato il numero dei morti: 357 in un giorno rispetto ai 441 di sabato, con il totale a 8.078; i contagi confermati sono 90.864. Nel Paese d'Oltralpe, intanto, droni rilevatori di calore sono stati usati sul bosco di Fontainebleau, per individuare chi ha violato le restrizioni mentre la ex proprietà reale era chiusa. In parallelo, pattuglie a cavallo e posti di blocco sono state dispiegate per individuare chi ha tentato di fuggire in campagna.

 

In Gb l'incremento dei casi prosegue In Gran Bretagna, però, lo scenario resta desolante, anche se i 621 nuovi morti sono meno del giorno prima (708), portando il totale a 4.934; 5.903 nuovi casi hanno invece portato il totale a oltre 47mila. Il timore è che il governo conservatore di Johnson (ricoverato in ospedale per esami) abbia agito troppo debolmente all'inizio, e a questo errore si somma ora l'incapacità di parte della popolazione di rispettare le regole sul distanziamento mentre arriva il bel tempo. In questo contesto è arrivato il discorso della regina Elisabetta II: "Se restiamo uniti e determinati, allora la supereremo".

 

Ora anche la Svezia valuta la stretta E il coronavirus ora spaventa anche la Svezia, che potrebbe rinunciare alla linea morbida dei ristoranti e negozi aperti per adottare misure restrittive come gli altri Paesi europei di fronte allo spauracchio di "migliaia di morti". Finora Stoccolma ha mantenuto un approccio controcorrente rispetto al resto d'Europa, rifiutando l'idea che l'isolamento fosse la strada migliore. Negli ultimi giorni però i numeri hanno indebolito questa convinzione. I contagi sono quasi 7mila e soprattutto il tasso di mortalità (oltre 400 decessi finora) e' superiore rispetto agli altri tre Paesi scandinavi.

 

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