Gli islamici amici degli ebrei

Chi sono i drusi e perché Israele li protegge con i raid in Siria

Raid israeliani su Damasco per fermare l’invio di truppe siriane verso Sweida e salvare i drusi. Ma chi sono davvero i drusi e perché contano tanto per Israele?

17 Lug 2025 - 14:45
 © Afp

© Afp

Il 16 luglio Israele ha colpito il cuore di Damasco. Obiettivi militari strategici, tra cui il ministero della Difesa e il palazzo presidenziale, sono stati centrati da raid aerei dell'IDF. La motivazione ufficiale? "Proteggere i drusi di Sweida", ha dichiarato l'esercito israeliano. Un'operazione militare, dunque, giustificata dalla volontà di difendere una minoranza religiosa sotto attacco nel sud della Siria. Ma chi sono i drusi? Perché Israele si espone così apertamente in loro favore? E che ruolo ha questa comunità nell'equilibrio geopolitico della regione? Una storia complessa, che unisce religione, identità e strategia militare.

I drusi: origini, fede e segretezza

 I drusi sono una comunità religiosa nata nel X secolo come derivazione dell'isma'ilismo sciita. Col tempo hanno elaborato una dottrina unica, sincretica, che fonde elementi dell'Islam con il neoplatonismo, lo gnosticismo e il cristianesimo. Credono nella reincarnazione e nell'unità assoluta di Dio, ma non osservano i precetti dell'Islam tradizionale. Il loro testo sacro, il Kitab al-Hikma (Libro della Saggezza), è custodito gelosamente dagli "uqqāl" - gli iniziati - mentre la maggioranza dei fedeli, detti "juhhāl", vive la fede attraverso principi morali più che rituali. Il proselitismo è vietato da quasi un millennio: si nasce drusi, non lo si diventa. Questa dimensione esoterica li ha spesso resi sospetti agli occhi delle maggioranze sunnite o sciite, contribuendo a secoli di isolamento, persecuzioni e marginalizzazione. Nonostante ciò, la comunità ha mantenuto una forte coesione e un'identità distintiva.

Drusi in Siria: una minoranza sotto attacco

 Più della metà dell'oltre milione di drusi nel mondo vive in Siria, in particolare nella provincia meridionale di Sweida. È qui che, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, è esploso il conflitto: tutto è iniziato con un'aggressione da parte di membri di una tribù beduina ai danni di un uomo druso. La risposta è stata una spirale di vendette, culminata con l'intervento delle forze governative siriane, accusate di sostenere i beduini. Le testimonianze raccolte parlano di case bruciate, uomini umiliati pubblicamente - in alcuni casi rasando loro i baffi, simbolo d'onore tra i drusi - e violenze sistematiche. Il bilancio è drammatico: oltre 300 morti, tra cui donne e bambini. Il cessate il fuoco annunciato da Damasco e da alcuni leader drusi appare fragile. Intanto, le divisioni interne alla stessa comunità, con figure come lo sceicco Hikmat Al-Hijri che rinnegano gli accordi, rendono la situazione ancora più instabile.

Drusi in Israele: alleati fedeli dello Stato ebraico

 In Israele i drusi sono una minoranza integrata. Hanno cittadinanza piena, tribunali religiosi autonomi e una lunga tradizione di servizio militare. Fin dal 1956, infatti, i giovani drusi possono arruolarsi nell'IDF - un'eccezione rispetto alle altre minoranze arabe del Paese. Nelle Alture del Golan, annesse da Israele nel 1981, vivono migliaia di drusi con legami familiari e culturali profondi con la Siria. Per questo, ogni attacco contro i drusi siriani risuona anche tra le famiglie israeliane. Il legame è così forte da essere definito una "alleanza di sangue". Il supporto politico è trasversale. Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato che Israele non abbandonerà mai i drusi in Siria, definendoli "fratelli". Una presa di posizione che va oltre la solidarietà religiosa e tocca anche il cuore dell'identità nazionale.

Perché Israele interviene: strategia e dichiarazioni ufficiali

 L'IDF ha giustificato i raid su Damasco sostenendo che le strutture colpite erano usate per coordinare l'invio di truppe contro i drusi a Sweida. I bombardamenti hanno centrato il ministero della Difesa e le colline del palazzo presidenziale, in una delle operazioni più rilevanti dalla fine del regime di Assad. Contestualmente, Israele ha ritirato una brigata da Gaza e l'ha schierata sulle Alture del Golan. Il portavoce dell'esercito ha dichiarato che si stanno preparando "a diversi scenari operativi" per contenere eventuali escalation. Dal punto di vista militare, si tratta di un messaggio chiaro a Damasco: Israele è disposto a intervenire non solo per autodifesa, ma anche per tutelare una minoranza alleata. Sul piano diplomatico, però, la reazione internazionale è cauta. L'Unione Europea ha chiesto il rispetto della sovranità siriana. Gli Stati Uniti parlano di "situazione complicata", ma sperano in una de-escalation.

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri