LA NOSTRA RECENSIONE

Ghost of Yotei, la vendetta di Atsu nella nuova esclusiva PlayStation

Dopo Ghost of Tsushima, Sucker Punch Productions ci riporta nel cuore del Giappone per una nuova ed evocativa avventura da vivere su PlayStation 5

25 Set 2025 - 15:11
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Sono trascorsi cinque anni da quando Ghost of Tsushima ha portato i giocatori PlayStation a esplorare il Giappone, dando vita a un'avventura che omaggiava il cinema di Akira Kurosawa e forgiava al tempo stesso la leggenda dello "Spettro" Jin Sakai. Cinque anni e una generazione di console più tardi, Sony tenta il bis con Ghost of Yotei, esclusiva PS5 pronta a raccontare la storia di Atsu e il suo cammino di vendetta.

Sviluppato nuovamente da Sucker Punch Productions, studio che ha dato i natali alle serie di Sly Cooper e inFamous, Ghost of Yotei è l'ultima esclusiva PlayStation di rilievo programmata da Sony per il 2025, un anno forse non esaltante per i possessori di PS5 e PS5 Pro (vista l'uscita del solo Death Stranding 2 lo scorso giugno), ma che promette di risollevarsi con questo viaggio nel Giappone rurale del diciassettesimo secolo.

LO SPETTRO E LA LUPA

 In uscita il ottobre, Ghost of Yotei è ambientato trecento anni dopo gli eventi del primo capitolo e ci porta in una regione completamente diversa della Terra del Sol Levante per raccontare la storia di una protagonista altrettanto diversa, Atsu, una mercenaria in cerca di vendetta contro coloro che hanno sterminato la sua famiglia. Se il pretesto narrativo vi sembra familiare, è perché Ghost of Yotei si trova nella spiacevole situazione di condividere buona parte delle idee e della trama con un'altra produzione di spicco del 2025: Assassin's Creed Shadows. L'avventura della shinobi Naoe nel videogioco di Ubisoft, infatti, ricorda moltissimo il cammino di vendetta della guerriera solitaria contro i Sei di Yotei, il gruppo che ha ucciso la sua famiglia sedici anni prima dell'inizio del gioco.

Una somiglianza, questa, che deve aver certamente creato qualche grattacapo agli sviluppatori di Sucker Punch Productions i quali, dopo anni di lavoro sull'idea del seguito di Ghost of Tsushima, si sono ritrovati lo scorso marzo con un progetto fin troppo simile, lanciato addirittura circa sei mesi prima della propria opera, e impossibilitati a cambiare rotta senza dover cestinare l'intero progetto. La sensazione di già visto, sfortunatamente, è percettibile sin dalle battute iniziali da chi avesse già contribuito a sterminare gli Shinbakufu nei panni di Naoe e Yasuke, rischiando inevitabilmente di ridurre l'appeal di una trama, quella di Ghost of Yotei, tutto sommato gradevole e ben concepita dalla casa di Bellevue.

Ghost of Yotei, cartoline dal Giappone di Sucker Punch Productions

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Vuoi perché i temi, gli scenari e le atmosfere (nonostante i due giochi siano ambientati in punti diversi del Giappone) e la struttura narrativa sono per certi versi molto simili, vuoi soprattutto perché la scelta di affrontare i Sei di Yotei in modo più o meno libero e la possibilità di rivivere il passato di Atsu (in questo caso, in modo certamente più originale, divertente ed evocativo rispetto a Shadows) sono elementi che rendono giocoforza l'ultimo arrivato "meno originale" di chi c'è stato prima. E sebbene Ghost of Yotei abbia dalla sua una direzione artistica molto più ispirata, uno stile dell'interfaccia ed elementi di gioco più raffinato, una colonna sonora più affascinante e un'enfasi particolare sulla regia (con omaggi evidenti, ancora una volta, al cinema di Kurosawa (ma non solo) e sulla musica, il rischio di sembrare "già visto" è alto.

Al di là del particolare rapporto tra Ghost of Yotei e Assassin's Creed Shadows, però, la storia creata da Sucker Punch Productions scorre via che è un piacere, presentando gradualmente nuovi avamposti, personaggi di supporto, alleati inattesi, antagonisti minori e maestri in grado di aiutare Atsu nel suo cammino di vendetta contro i Sei di Yotei. Non mancano momenti interessanti e trovate tutto sommato ben orchestrate dallo studio, capaci di stupire e di aumentare l'interesse verso l'evoluzione di una storia che, nell'arco di circa trenta ore, alterna momenti votati all'azione e fasi introspettive, fughe rocambolesche e infiltrazioni furtive, approfondendo i conflitti di alcuni personaggi secondari e cercando di rendere più "viva" la regione del Giappone in cui si muove la protagonista.

ALLA SCOPERTA DI EDO

 La scelta di ambientare il secondo capitolo della serie Ghost al di fuori delle isole di Tsushima e Iki, già viste nel primo episodio, ha permesso di a Sucker Punch di creare una varietà di scenari interessante, con veri e propri ecosistemi da scoprire ed esplorare in lungo e in largo una volta ottenuto l'accesso a un'area inedita. In questo, l'esplorazione continua a essere incredibilmente libera: la mappa, inizialmente vuota, si riempie gradualmente di nuove attività man mano che la protagonista scopre nuovi punti d'interesse in sella al suo fidato destriero, girovagando a piedi, sfruttando il cannocchiale in cerca di edifici, origliando le conversazioni tra gli abitanti dei villaggi o, perché no, allestendo un accampamento e accogliendo alcuni viandanti pronti a rivelare dettagli interessanti in cambio di un buon cibo caldo o di una rincuorante melodia suonata con lo shamisen, uno strumento tradizionale locale che può essere utilizzato dalla protagonista sfruttando il Touchpad di DualSense o l'apposita funzione rapida.

Vien da sé che l'esplorazione di Edo e del Monte Yotei, uno dei punti di più importanti e imponenti della regione, rappresenta uno dei motivi più affascinanti per lanciarsi all'avventura: in ogni momento è possibile imbattersi in un santuario in cui pregare, in boschetti di bambù in cui accrescere il proprio Spirito, in luoghi in cui dar vita a opere d'arte con la pittura sumi-e, ma anche in covi di volpi, in uccelli dorati (che, come nel primo capitolo, possono essere seguiti per trovare dei segreti nascosti in bella vista), in enigmi ambientali (molto intriganti quelli che, basandosi su uno speciale "cifrario", consentono di accedere a una serie di missioni legate a uno dei boss principali) e piccoli rompicapo che nascondono nuovi amuleti, nuove risorse, nuovi oggetti per la propria dotazione o nuove reliquie da riportare a particolari "tribù".

Ghost of Yotei, il cammino di Atsu tra nuove minacce e ambientazioni sbalorditive

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Ghost of Yotei riesce a mantenere l'interesse grazie a un mondo aperto non gargantuesco nelle proporzioni e non eccessivamente denso di attività come succede, tanto per restare in tema, nel "rivale" Assassin's Creed Shadows. Pur soffrendo di alcuni problemi che alla lunga stancano o facilitano eccessivamente l'esperienza (il vento che funge da guida, per esempio, può essere facilmente usato a ripetizione per trovare un particolare punto di interesse e potrebbe essere "invasivo" in alcuni casi), il Giappone di Ghost of Yotei resta uno scenario piacevole da scoprire un passo alla volta, lasciandosi guidare dalla voglia di avventura o da una buona verticalità che passa spesso dall'uso del rampino e delle capacità acrobatiche di Atsu.

Non mancano trovate azzeccate (come la possibilità di acquistare mappe da un cartografo e individuare la posizione sulla mappa principale per rivelare un punto di interesse) o il bisogno di procurarsi del denaro facendo fede alla "professione" di mercenaria della protagonista andando a caccia di particolari bersagli nascosti qua e là, né tantomeno elementi già visti in Ghost of Tsushima e ripresi in questo seguito, come le sorgenti termali in grado di donare energia aggiuntiva alla protagonista, mentre è particolarmente riuscito lo stratagemma che Sucker Punch Productions ha sfruttato per rendere interattive alcune sequenze sospese tra passato e presente, con la possibilità di tenere premuto il Touchpad in luoghi specifici per vedere e controllare la versione giovane di Atsu e conoscere la sua famiglia, per poi tornare al presente per scoprire le conseguenze di alcuni dialoghi, di certe azioni, di particolari episodi avvenuti sedici anni prima. E c'è pure un minigioco in cui scommettere i sudati mon colpendo un tot di monete prima dell'avversario.

UNA MERCENARIA IMPLACABILE

 Se c'è una cosa su cui Sucker Punch Productions ha puntato, per Ghost of Yotei, è il sistema di combattimento, ampliato a dismisura rispetto al passato (al netto di qualche "rinuncia"): lungo il cammino, Atsu partirà da mercenaria capace di usare la sola katana a una spietata guerriera in grado di sfruttare katana doppia, odachi (una lama molto più massiccia e devastante), yari (una lancia perfetta per i combattimenti a lungo raggio) e kusarigama (eccellente per il controllo della folla e per affrontare nemici dotati di scudo), ma anche archi, fucili a miccia e armi secondarie come kunai, bombe fumogene e metsubushi capaci di accecare i nemici e permettere alla donna di pianificare la prossima mossa.

Ogni soluzione offensiva dispone di tecniche speciali che è possibile sbloccare pregando nei santuari (non ci sono, infatti, i classici "punti esperienza" da spendere) o studiando l'arte di una particolare arma con un maestro fino a padroneggiarla a dovere (aspetto, questo, che passa da una serie di missioni aggiuntive in molti casi ben congegnate), ma non mancano i tradizionali alberi delle abilità che consentono di affinare varie capacità di Atsu (sopravvivenza, uso di armi a distanza e così via) e la sua capacità di agire come uno "Spettro", concatenando uccisioni immediate, assassinii silenziosi e altre tecniche che passano dalla particolare affinità con la Lupa, la cui sinergia può essere ampliata completando alcune attività nel mondo di gioco in cambio di nuove abilità.

Ghost of Yotei, l'avventura di Sucker Punch arriva a ottobre su PlayStation

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Insomma, di carne al fuoco ce n'è davvero tanta e sebbene in molti casi, soprattutto al livello di difficoltà normale, si avverta raramente l'esigenza di sfruttare completamente l'intero arsenale di Atsu, aumentando il livello di difficoltà o sfruttando la peculiare "modalità Letale" (già presente in Ghost of Tsushima) la musica cambia considerevolmente in termini di danni inflitti dai nemici e tempismo necessario a superarne le difese. È importante, in tal senso, sfruttare a dovere le proprie dotazioni (ci sono vari slot da personalizzare e richiamare all'occorrenza per affrontare nemici particolari), con completi e amuleti che possono essere potenziati (al pari delle armi) da fabbri e mercanti per migliorare l'efficacia di Atsu in combattimento o favorire degli stili di gioco specifici, migliorando schivate o parata e offrendo particolari bonus. 

In questo, la componente ruolistica di Ghost of Yotei risulta un buon complemento alle meccaniche di gioco principali e non è eccessivamente "ingombrante", anche se probabilmente si poteva fare qualcosina in più per rendere il resto dell'equipaggiamento un po' più rilevante nella creazione della propria configurazione ideale e rendere ancora più "significative" le attività presenti nel mondo aperto. Di certo, l'approccio dello studio americano all'esplorazione è ben congegnato anche grazie alla possibilità di potersi teletrasportare in qualsiasi luogo già scoperto (e, in alcuni casi, anche in aree secondarie dello stesso luogo, come un mercante o un PNG) con la semplice pressione di un tasto, raggiungendo rapidamente una zona dalla parte opposta della mappa grazie ai caricamenti fulminei di PlayStation 5 e PS5 Pro.

UN'AVVENTURA DA VIVERE

 Dal punto di vista audiovisivo, Ghost of Yotei si conferma una produzione importante ma non sempre eccezionale in tutte le sue parti. Sucker Punch Productions ha saputo creare momenti epici come la sequenza introduttiva, che non ha nulla da invidiare a quella del precedessore, ma l'impressione è che dal profilo prettamente tecnico lo studio non sia ancora arrivato al livello di altri mostri sacri come Naughty Dog, Sony Santa Monica e Insomniac Games, tanto per citare tre dei migliori team first-party PlayStation. La nuova avventura nel cuore del Giappone riesce comunque a colpire con degli scorci incredibilmente suggestivi, panorami da cartolina e una cura per i dettagli notevole, ma non manca un certo riciclo di modelli poligonali ed elementi, nonché una qualità altalenante delle animazioni o delle texture, che potrebbero far storcere il naso considerando che si tratta di una produzione esclusiva tanto attesa, nonché il videogioco principale dell'autunno per l'utenza PlayStation.

Buono il comparto sonoro e l'effettistica, niente male il doppiaggio in italiano (o in inglese, anche se il consiglio resta quello di attivare la versione in giapponese con sottotitoli nella nostra lingua), mentre dal punto di vista delle "personalizzazioni" lo studio americano si è letteralmente sbizzarrito introducendo, oltre all'immancabile modalità fotografica e la già apprezzata modalità Kurosawa, la modalità "Cinema Samurai" (che attiva il doppiaggio in giapponese, con sincronizzazione perfetta del labiale), la "modalità Miike" (basata sullo stile del regista Takashi Miike, con un'estetica più stilizzata e un'esperienza più cinematografica) e la "modalità Watanabe" (basata sullo stile del regista Shinichiro Watanabe e caratterizzata da musiche "lo-fi" create appositamente sotto la sua direzione). Tutte chicche, queste, che permettono di godersi l'avventura nel Giappone e il cammino vendicativo di Atsu in modo inconsueto e certamente originale.

Come lo abbiamo giocato

Abbiamo affrontato l'avventura di Ghost of Yotei su PlayStation 5 Pro, accompagnando Atsu nel suo furioso viaggio per vendicarsi dei Sei di Yotei. Il gioco, che richiede all'incirca una trentina di ore per essere completato al livello di difficoltà tradizionale (ma per chi ama completare tutte le attività ne serviranno di più) include quattro modalità grafiche che prediligono qualità o prestazioni con o senza Ray Tracing, oltre alle succitate variazioni estetiche che consentono di intervenire su una serie di filtri e opzioni. Ghost of Yotei è completamente localizzato in italiano.


Può piacere a chi…
… ama la avventure e le storie basate sulla tradizione giapponese
… adora perdersi in un vasto mondo aperto
… vuole divertirsi con un sistema di combattimento ricco di opzioni

Potrebbe deludere chi…
… ha già giocato ad Assassin's Creed Shadows e sperava in una trama diversa
… non ama i giochi con tante attività da affrontare e storie da scoprire
… sperava in un balzo considerevole dal punto di vista tecnico

Ghost of Yotei è un gioco consigliato a un pubblico maggiorenne.
 

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