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Atomic Heart, l'erede spirituale di BioShock e Doom

Dallo studio Mundfish arriva uno sparatutto tanto divertente quanto fuori di testa, ambientato in una versione alternativa della Russia degli anni Cinquanta

Atomic Heart, l'erede spirituale di BioShock e Doom - foto 1
Ufficio stampa

Atteso a lungo dagli appassionati di videogiochi single-player, Atomic Heart è l'opera prima realizzata da Mundfish, arrivata sul mercato al termine di un lungo processo di sviluppo durato oltre quattro anni e mezzo: il primo gioco realizzato dalla software house ha finalmente visto la luce su PC e console e ci proietta in una versione alternativa della Russia degli anni Cinquanta, in tutta la sua pazzia e splendore.

Dopo una lunga introduzione che permette di assistere alla rivolta dei robot che ha fatto precipitare la città di Chelomey nel caos, Atomic Heart introduce i giocatori al suo sistema di gioco con degli utili consigli che spiegano come difendersi dalle macchine assassine ormai fuori controllo.

 

 

BENVENUTI NELL'INFERNO ROBOTICO

Per fortuna il soldato P-3, aiutato da un guanto intelligente di nome Charles, può contare su asce, pistole, mazze e fucili con cui tenere a bada gli automi killer, ma ben presto al suo arsenale si aggiungono delle abilità speciali con cui il protagonista può congelare le pericolose minacce o sollevarle in aria per poi scaraventarla con forza sul terreno.

 

Riempire di piombo i robot, dargli la scossa usando il guanto, distruggerli con l’ascia o incendiare le diverse tipologie di nemici regala tante soddisfazioni, anche perché tutti gli avversari di P-3 sanno come metterlo in difficoltà con attacchi dalla distanza, proiettili e colpi ravvicinati piuttosto potenti. Il soldato altamente addestrato può comunque sfruttare la schivata per evitare di essere ferito e utilizzare cure per non finire al tappeto, così come può bere vodka per subire meno danni o mangiare del latte condensato per potenziare i suoi attacchi.

 

Atomic Heart, l'erede spirituale di BioShock e Doom - foto 2
Ufficio stampa

 

Ecco dunque che il già divertente gameplay da sparatutto in prima persona si arricchisce di volta in volta di nuove possibilità, grazie alle quali è possibile sperimentare sempre nuovi approcci ai combattimenti. Da sottolineare anche la grande varietà di nemici, ciascuno con i suoi punti di forza e debolezze, a cui si aggiungono diverse boss fight piuttosto impegnative che vedono P-3 e Charles affrontare robot di ogni forma e dimensione, così come mostruose creature assetate di sangue.

 

Insomma, è difficile annoiarsi in compagnia di Atomic Heart, ed è merito anche di un livello di sfida decisamente impegnativo. Nel caso lo desideriate, potrete comunque modificare il grado di difficoltà in qualsiasi momento, decidendo se complicarvi ulteriormente la vita o di rendere gli scontri un po’ più semplici da affrontare. Lo shooter sviluppato da Mundfish accompagna comunque per mano i giocatori, indicandogli sempre cosa fare e dove andare ma, soprattutto, evitando di proporre situazioni di gioco troppo frustranti.

 

 

NON IL SOLITO FPS

Uno dei pregi di Atomic Heart è quello di offrire un’esperienza ben realizzata, ma anche di proporre degli enigmi ambientali originali e che spesso e volentieri strappano più di un sorriso. Per aprire alcune serrature viene chiesto di schioccare le dita a tempo o di spostare gli stick analogici del controller nella giusta direzione, mentre in altri casi bisogna giocare una partita di Snake o far ruotare un modellino in scala della città di Chelomey per mandare in buca una pallina.

 

Il gioco offre momenti di follia e spensieratezza, con battute volgari da parte dei personaggi e situazioni "piccanti" che si vengono a creare quando il soldato P-3 fa la conoscenza di Nora, una sorta di frigorifero di colore rosso che si scopre essere attratta dal protagonista. A tal proposito, la macchina permette di potenziare il proprio arsenale con le risorse ottenute, migliorando così l’efficacia di pistole, fucili d’assalto, shotgun e anche armi corpo a corpo da usare nei combattimenti.

 

Atomic Heart, l'erede spirituale di BioShock e Doom - foto 3
Ufficio stampa

 

Lo stesso discorso vale per le abilità di Charles e per altre caratteristiche, dal momento che è possibile sbloccare nuovi poteri e migliorare quelli già equipaggiati. L’anima ruolistica è presente, ma non risulta mai preponderante in un gioco che sceglie di concentrarsi principalmente su due aspetti: gli scontri a fuoco e l’esplorazione degli scenari, si tratti di momenti lineari o altri ambientati nell'open-world. Bisogna però dire che le sezioni più "libere" lasciano a desiderare, principalmente vista l’assenza di missioni secondarie o altre attività collaterali da completare.

 

L’unico extra degno di nota è rappresentata dai Terreni di prova, arene piene di nemici ed enigmi da risolvere per ricevere in cambio dei potenziamenti per le bocche da fuoco. Certo, viene data la possibilità di salire su un veicolo per raggiungere l’area indicata dalla missione e investire un bel po’ di nemici lungo il tragitto, ma oltre a ciò la struttura open-world inserita dal team di sviluppo all’interno del gioco non riesce a soddisfare pienamente le aspettative.

 

 

LE BELLEZZE MORTALI DI CHELOMEY

Tra gli aspetti meglio riusciti di Atomic Heart troviamo un comparto tecnico che, almeno su console di attuale generazione e PC, offre uno spettacolo per occhi e orecchie. Fatta eccezione per bug e problemini grafici, l’impatto visivo è convincente su tutta la linea grazie all’ottimo lavoro svolto dal team: gli scenari mettono in mostra tanti dettagli ed esaltano la sorprendente direzione artistica, che dà modo di apprezzare le architetture e gli interni degli edifici della fittizia cittadina sovietica, o persino il design delle creature e dei letali robot, con idee che sembrano uscite direttamente dai vecchi film di fantascienza.

 

Atomic Heart ha carisma da vendere e lo dimostra la cura per il dettaglio che caratterizza l’avventura sovietica di P-3 e Charles: di assoluto livello è la colonna sonora che vede la partecipazione del celebre compositore australiano Mick Gordon, già autore delle colonne sonore di giochi come DOOM Eternal e Borderlands 3, che per l’occasione ha realizzato dei brani metal che mettono addosso tanta energia e adrenalina soprattutto durante le boss fight. Ad accompagnare le fasi sparatutto e quelle esplorative ci sono anche brani di artisti russi molto conosciuti in patria, che permettono di calarsi appieno nella folle atmosfera emanata dal primo gioco di Mundfish.

 

Atomic Heart, l'erede spirituale di BioShock e Doom - foto 4
Ufficio stampa

 

Nota di merito per il doppiaggio in italiano di grande livello, dove spicca la voce di Francesco Rizzi (doppiatore di Colt in Deathloop) e la partecipazione di Pietro Ubaldi. Seppur non esente da difetti e imperfezioni varie, Atomic Heart si è rivelato un interessante sparatutto in prima persona molto divertente da giocare e che gli abbonati a Xbox Game Pass dovrebbero provare assolutamente, dal momento che è possibile giocarlo senza costi aggiuntivi su PC e sulle console di Microsoft.

 



Come lo abbiamo giocato

La nostra prova di Atomic Heart è avvenuta su PlayStation 5, che ci ha permesso di vivere un‘esperienza più coinvolgente grazie al supporto del controller DualSense. Per completare la storia abbiamo impiegato circa 20 ore, ma la durata complessiva può raggiungere anche le 30 ore portando a termine le attività secondarie dei Terreni di prova, da affrontare (come del resto, l'intera avventura) scegliendo tra tre livelli di difficoltà.


Può piacere a chi…
… ama gli sparatutto in prima persona divertenti e caotici
… cerca una sfida piuttosto impegnativa, ma senza esagerare
… non ha paura di sperimentare approcci diversi nei combattimenti

Potrebbe deludere chi…
… non ha grande esperienza con gli sparatutto in prima persona
… preferisce giochi più semplici e meno confusionari
… si sente a disagio con battute volgari e scene violente

Atomic Heart è un gioco consigliato a un pubblico maggiorenne.

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