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Videogiochi, l'Ue conferma il suo impegno contro le casse premio

La relazione avanzata da Adriana Maldonado López, deputata dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, è stata finalmente approvata dal Parlamento europeo

Videogiochi, l'Ue conferma il suo impegno contro le casse premio - foto 1
Ufficio stampa

È un periodo importanti per il futuro dell'industria videoludica: il Parlamento europeo ha approvato le proposte per analizzare a fondo il funzionamento delle dinamiche che regolano le interazioni sociali ed economiche nei videogame, rispondendo dunque alle preoccupazioni nate in seguito alla condivisione di una relazione da parte di Adriana Maldonado López, deputata dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.

Intitolata "Protezione dei consumatori nei videogiochi online: un approccio a livello del mercato unico europeo" e firmata dal gruppo di cui fanno parte anche il Partito Democratico, Possibile, Sinistra Italiana e Azione, la relazione analizza alcune delle pratiche oscure che riguardano il mondo dei videogiochi, incluse le temute microtransazioni e loot box.

 

 

La presentazione analizza i vari pericoli che minano la sicurezza dei minori nei giochi online, come le possibilità di adescamento o la presenza di sistemi pay-to-win che, attraverso l'uso di denaro, offrono benefici artificiali nei videogame per portare l'utente alla vittoria oppure incentivano il gioco d'azzardo, alimentando così la necessità da parte del giocatore di spendere valuta reale tramite approcci spesso controversi.

 

La relazione, che non esclude che i videogame possano essere allo stesso tempo strumenti ludici e opere d'arte, si concentra particolarmente sulle microtransazioni, evidenziando come gli acquisti effettuati spendendo valute virtuali dovrebbero sempre indicare in modo chiaro e preciso il valore della transazione nella valuta reale, così da offrire la massima trasparenza agli utenti.

 

Gli sviluppatori dovrebbero studiare sistemi di monetizzazione che rispettino l'età e vulnerabilità dei giocatori minorenni, attenendosi alle normative vigenti e informando nel modo più semplice e chiaro possibile di eventuali meccaniche "pay-to-win" con cui ottenere vantaggi a discapito di altri giocatori.

 

Videogiochi, l'Ue conferma il suo impegno contro le casse premio - foto 2
Ufficio stampa

 

Nel mirino ci sono anche le casse premio, ovvero i "pacchetti misteriosi" acquistabili all'interno dei videogiochi online in cambio di denaro reale, il cui contenuto è rigorosamente casuale. Proprio l'impossibilità di sapere in anticipo cosa contengano queste casse (meglio conosciute come loot box) fino all'acquisto in cambio di denaro reale ha causato numerose lamentele in passato, causando una rivolta in Belgio e portando il governo spagnolo a presentare una proposta di legge per regolamentarne l'uso. La relazione si appella al bisogno di offrire maggiore trasparenza sui risultati ottenibil attraverso le loot box, sugli algoritmi che regolano la vittoria da parte dell'utente e sulle modalità di rimborso, spesso rese inutilmente complesse.

 

Nel lungo resoconto presentato al Parlamento europeo, si parla anche dei diritti delle persone con disabilità, che dovrebbero poter contare su esperienze di gioco online accessibili e inclusive, e di pratiche come la temuta "gold farming", che vede alcuni utenti ottenere grossi quantitativi di valute virtuali da rivendere poi ai giocatori interessati in cambio di denaro reale. Una pratica che, nei cosiddetti "giochi live-service", viaggia di pari passo con l'opportunità di pagare un utente per ottenere armi, armature e altri oggetti con il proprio account, spesso pagando tariffe incredibilmente elevate rispetto all'effettivo valore del "bene" virtuale.

 

La relazione analizza una varietà di argomenti particolarmente ampia e propone iniziative come un premio annuale dell'Ue per sottolineare l'importanza del settore videoludico per il mercato unico digitale europeo, ma non manca di lanciare qualche frecciatina alle modalità di applicazione delle normative previste da organi come il PEGI: si propone, infatti, di rendere obbligatorio tale sistema di classificazione e il suo codice di condotta anche per gli sviluppatori di videogiochi, ai negozi digitali e alle piattaforme online per far sì che non si assista a una frammentazione nel mercato unico.

 

In merito alla questione si è espresso anche Marco Campomenosi, parlamentare europeo ed esponente della Lega, che ha affermato: "Abbiamo bisogno di regole uguali per tutti, ma nell'ambito di un mercato che è globale e in cui in passato, e il mondo del digitale purtroppo ne è un esempio, abbiamo avuto delle manchevolezze".

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