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Naughty Dog racconta com'è nato il remake di The Last of Us

Il team di sviluppo mostra in video il processo affrontato per ricostruire l'avventura di Joel ed Ellie su PlayStation 5, con risultati davvero importanti

The Last of Us: Part 1 - Naughty Dog - PlayStation 5
IGN

Il prossimo settembre, il mondo decadente e spietato di The Last of Us tornerà con un remake del primo episodio, ricostruito da Naughty Dog per sfruttare la potenza di PlayStation 5 e permettere al team californiano di raggiungere quella visione originale che, al debutto su PS3 avvenuto nel 2013, fu limitato parzialmente da una serie di restrizioni tecniche dovute ai limiti della console stessa.

Dopo alcuni video in bassa risoluzione trapelati in rete, che avevano fatto preoccupare i fan dell'avventura di Joel ed Ellie circa la bontà del remake, lo studio ha presentato un lungo filmato di gameplay in cui le personalità di spicco del team ripercorrono le sfide affrontare per ricreare dalle fondamenta uno dei videogiochi più influenti dello scorso decennio.

 

 

In compagnia del co-presidente Neil Druckmann, il creative director Shaun Escayg e il game director Matthew Gallant raccontano com'è stato, quasi dieci anni più tardi, ricostruire The Last of Us per sfruttare appieno le potenzialità di calcolo offerte dall'hardware di PS5: dalla risoluzione nativa in 4K con un frame-rate fisso a 30 fps (ma, all'occorrenza, si potrà optare per una risoluzione 4K dinamica e raddoppiare la fluidità) fino alle maggiori possibilità di coinvolgimento offerte dal controller DualSense e dalla tecnologia audio 3D, i responsabili del progetto spiegano tutti gli elementi che renderanno The Last of Us: Part I sensibilmente diverso rispetto al passato.

 

Naughty Dog spiega come l'intero gioco sia stato ricostruito per raggiungere una fedeltà visiva ancora superiore, aggiungendo inoltre un nuovo motore per la gestione della fisica grazie al quale è possibile inserire ancora più elementi di distruzione ambientale, che sommati all'effettistica cinematografica di nuova generazione offrono un livello di coinvolgimento ancora superiore.

 

 

Lo studio ha preso in prestito alcune delle tecnologie realizzate per The Last of Us: Parte II e le ha applicate nel remake del primo capitolo, inserendo la tecnologia di motion matching per rendere le animazioni dei personaggi più fluide e realistiche, così da restituire comportamenti più credibili (anche grazie a un'intelligenza artificiale più avanzata che, sfruttando gli insegnamenti del secondo episodio, rende i movimenti degli avversari più realistici e spesso imprevedibili).

 

Nel video, Naughty Dog racconta inoltre alcune delle novità che faranno parte del remake: da una modalità permadeath, che interromperà definitivamente l'avventura in caso di morte, fino a quella dedicata gli amanti delle speedrun, che permetterà ai giocatori di affrontare la storia il più velocemente possibile con tanto di timer in bella vista.

 

 

Non mancheranno nuovi costumi per Joel ed Ellie e, soprattutto, oltre sessanta opzioni dedicate all'accessibilità (con l'esordio, per la prima volta in un gioco della software house, di una modalità di audiodescrizione), al fine di consentire a chiunque di vivere una delle storie più emozionanti del panorama videoludico moderno.

 


 

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