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AESVI: nessun divieto di vendita per i videogiochi

L'Associazione interviene per fare chiarezza: solo la classificazione PEGI diventerà obbligatoria

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Nelle ultime ore, in seguito a un'intervista a Thalita Malagò, Direttore Generale di AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani), raccolta dal sito DDAY.IT, era circolata l'ipotesi che il PEGI, il sistema di classificazione dei videogiochi, potesse diventare un vero e proprio strumento legale, teso a impedire che un minore potesse acquistare in autonomia un gioco consigliato ai maggiori di 18 anni (ve ne abbiamo parlato in questa notizia).

AESVI è intervenuta per precisare che il regolamento, in fase di rifinitura da parte dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), introduce in realtà l'obbligo, per la prima volta in Italia, di classificazione per i videogiochi distribuiti sul mercato italiano. Concretamente, questo non significa che un videogioco PEGI 18+ non potrà essere venduto a un minore, ma che non sarà possibile introdurre sul mercato italiano un videogioco privo di classificazione.

Il controllo sugli acquisti resta quindi responsabilità dei consumatori, e dei genitori: non saranno quindi previsti divieti, né sanzioni, per la vendita di videogiochi a consumatori di qualsiasi età, a prescindere dalla classificazione indicata sulla confezione del videogioco stesso.

Si tratta comunque di un passo avanti importante, sebbene le linee guida del PEGI siano già seguite da tutti i più importanti produttori del settore. In particolare, AESVI tiene a specificare come l'industria dei videogiochi si sia dotata di uno degli strumenti più avanzati di autoregolamentazione a tutela dei consumatori, infatti:

 *   Il sistema di classificazione PEGI riporta sui prodotti fisici e sulle piattaforme online tutte le informazioni necessarie a compiere acquisti consapevoli: raccomandazioni di età e descrittori in presenza di contenuti violenti, linguaggio scurrile, ecc.

 *   I sistemi di controllo parentale consentono ai genitori di impostare: limite di tempo per le partite dei propri figli; divieto di esecuzione di videogiochi inadatti alla loro età; divieto di utilizzare carte di credito o portafogli virtuali associati al dispositivo per effettuare acquisti. I sistemi di controllo parentale sono integrati all'interno di tutte le console per videogiochi in commercio.

 *   I produttori informano gli utenti dell'importanza di prendere delle pause durante il gioco di almeno 5 minuti ogni 45-60 minuti, come regola generale.
Tutti gli strumenti elencati sono estremamente efficaci, ma lo strumento di controllo in assoluto più importante resta il genitore. Giocare vicino ai propri figli e divertirsi con loro è il modo migliore di vivere l'esperienza di gioco in famiglia.

 


 

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