tgmagazine

Conti a mente, perché si sbaglia

Tutta colpa del "righello mentale"

27 Mar 2009 - 10:33

Fare i conti “a mente” è un esercizio insidioso che richiede una certa dose di allenamento. In ogni caso, l’errore è sempre in agguato: gli studiosi hanno analizzato il perché a volte il nostro cervello è indotto in errore anche da calcoli piuttosto semplici e hanno individuato alcuni meccanismi che contribuiscono a farci sbagliare.

I ricercatori dell’Università La Sapienza, coordinati da Fabrizio Doricchi della facoltà di Psicologia I, in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia, Università di Chieti e Università di Bruxelles, hanno dimostrato che alcuni errori commessi nel fare calcoli a mente tendono a ripetersi in modo sistematico: dietro l'errore si nascondono alcuni meccanismi legati, ad esempio, al fatto che il punto di riferimento nel fare i conti a mente è il raggruppamento dei numeri in decine.

Nel corso dello studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, ad esempio è stato chiesto a un “corposo” campione di persone di indicare il più velocemente possibile quale numero si trova a metà dell'intervallo tra uno e sette: la risposta più frequente è stata cinque, anziché quattro (come sarebbe corretto).

Da cosa dipende questo fenomeno? E' ormai noto in ambito neurologico e psicologico che per paragonare mentalmente quantità numeriche, si fa normalmente ricorso a una strategia visuo-spaziale che consiste nel collocare i numeri su una "linea mentale" orizzontale, simile a un righello scolastico. Su questa linea mentale, si collocano le quantità più piccole alla sinistra di quelle più grandi. I ricercatori hanno scoperto che gli errori indotti dall'uso del “righello” mentale non sono casuali, ma derivano appunto dal raggruppamento dei numeri simbolici nelle decine. In questo modo, tendiamo a collocare sistematicamente i centri degli intervalli numerici verso il centro della decina alla quale questi intervalli appartengono. Nel caso di intervalli più brevi (come ad esempio 1-5), il punto mediano viene collocato verso l'inizio sinistro della decina.

Questi risultati "mettono in luce gli effetti che il successo culturale del sistema simbolico numerico decimale ha prodotto sulla rappresentazione visuo-spaziale non-simbolica delle numerosità - spiegano i ricercatori – una rappresentazione che l'uomo condivide con i primati e con altre specie".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri