tgmagazine

Terapia per il sarcoma di Kaposi

Colpisce la pelle degli immunodepressi

13 Mag 2005 - 17:34

Il sarcoma di Kaposi, una delle più temibili conseguenze della terapia immunosoppressiva cui vengono sottoposti i pazienti che hanno subito un trapianto d'organo, si può sconfiggere con una semplice sostituzione di farmaco. Lo dimostra uno studio tutto italiano, pubblicato di recente sul New England Journal of Medicine, una prestigiosa rivista medica internazionale, e ripreso anche dal “New York Times”.

Il sarcoma di Kaposi, molto osservato anche nei pazienti immunodepressi perché colpiti dall’Aids, è un grave e insidioso tumore maligno che colpisce l'epidermide con la comparsa di eruzioni bluastre o rossastre. Questo tipo di sarcoma è spesso correlato con il trattamento farmacologico immunosoppressivo, che si somministra dopo un trapianto di organo. La malattia è, infatti, 500 volte maggiore nei pazienti trapiantati rispetto alla popolazione generale.

La novità di cui si dà notizia nello studio è che il gruppo di esperti della Divisione di Nefrologia Dialisi e Trapianto dell' Università di Bari, coordinati dal professor Francesco Paolo Schena, ha somministrato un farmaco alternativo a quello usato per prevenire il rigetto dell'organo trapiantato ai pazienti che avevano sviluppato un sarcoma di Kaposi. Somministrando il sirolimus (Rapamune), una terapia immunosoppressiva alternativa alla classica ciclosporina - ha spiegato il professor Schena - vengono protetti dal rigetto i reni trapiantati e si inibisce la progressione di questo tipo di sarcoma cutaneo. Già entro un mese dall'inizio della nuova terapia, le lesioni cutanee hanno cominciato a regredire nel 75% dei pazienti e sono completamente guarite in tutti, dopo tre mesi. Inoltre, entro tre mesi dal cambio di terapia - sostiene lo studio - tutti i pazienti sono risultati completamente esenti da sarcoma sia a livello clinico sia istologico. Inoltre, non si sono verificati episodi di rigetto acuto e, a 6 mesi di distanza dallo studio, nessuno dei pazienti trattati ha sviluppato recidive del sarcoma di Kaposi. "Il sarcoma - ha detto Schena commentando i risultati dello studio - costituisce da tempo una notevole fonte di preoccupazione dopo il trapianto d'organo. Questa doppia azione del farmaco, immunosoppressiva e preventiva potrà rivelarsi preziosa in tutti i casi in cui i pazienti trapiantati siano ad alto rischio di tumore, primario o recidivante”.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri