Oltre tremila sacre rappresentazioni
Sono oltre tremila in tutta Italia le rappresentazioni viventi che si svolgono durante la Settimana Santa per ricordare la Passione e Resurrezione di Gesù. Processioni, riti religiosi, feste popolari, spettacoli sacri, eventi folkloristici fanno rivivere tradizioni popolari pagane e celebrazioni religiose che si intrecciano e coinvolgono spesso interi paesi. Ne ricordiamo qui alcuni, scelti tra i più particolari ed interessanti, ricordando che le tradizioni più antiche e curiose sono patrimonio dellItalia meridionale e insulare.
Il giorno di Pasqua, il Lunedì di Pasquetta e nellOttava, cioè la domenica dopo Pasqua, Cividale del Friuli ospita il tradizionale gioco del Truc nella strade della città. Si tratta di una tradizione di antichissima data che consiste nel far scendere delle uova sode di gallina, decorate a colori vivaci all'interno di un catino di sabbia digradante dalla caratteristica struttura ovale. Scopo del gioco è farle toccare tra loro.
A Firenze è ancora molto viva la l'antica tradizione della Famiglia Pazzi,che, nel giorno di Pasqua, incendiò i frammenti della pietra del Santo Sepolcro, donati in ricompensa al cavaliere fiorentino Goffredo di Buglione il quale durante la prima crociata, piantò il Vessillo della Croce a Gerusalemme. Oggi, il rito si celebra con un grande carro che, trainato da buoi bianchi nghirlandati e scortato da uomini armati, musici e sbandieratori, procede per le vie della città fino al sagrato del Duomo.
A Sulmona, in provincia dell'Aquila la sera del Venerdi Santo la processione della Via Crucis si muove alla luce delle fiaccole accompagnata dalle Confraternite vestite con un saio rosso; con la bara del Cristo e la Madonna in lutto. La domenica di Pasqua ha luogo unaltra processione, aperta ancora dai Confrati che stavolta indossano una mantellina verde. Si celebra poi il rito della Madonna che scappa, uno dei più noti e suggestivi dAbruzzo, le cui origini risalgono alle rappresentazioni sacre medievali. La rappresentazione ripropone la Madonna che, la mattina di Pasqua, non accetta di credere alla resurrezione del figlio, ma poi, quando lo vede di lontano, gli corre incontro perdendo il manto nero del lutto.
In Calabria, in provincia di Cosenza, a Laino Borgo, all'interno del maestoso scenario del monte Pollino, venerdì 14 aprile si svolge la Giudaica del Venerdì Santo. Si tratta di una vera e propria rappresentazione teatrale, con una tradizione antica di tre secoli, tratta da un manoscritto del 1600, che narra il processo, la condanna e la crocifissione di Gesù. La rappresentazione fu messa in scena per la prima volta nel 1557, ha una durata di circa sei ore e coinvolge 150 persone del paese in costume.
In Basilicata, nel Pollino, a Verbicaro, giovedì 13 aprile si ripete come ogni Giovedì Santo la tradizione medievale dei "battenti" o "flagellanti". Gli uomini che partecipano al rito si riuniscono in una cantina del paese e, dopo aver indossato una tunica rossa, iniziano a colpirsi le gambe con il "cardillo": strumento di tortura formato da un cilindro sul quale sono infisse cinque punte di vetro acuminate. I flagellanti devono compiere tre giri di tutto l'abitato, fermandosi davanti alle chiese, alle edicole sacre e dai familiari ed amici prima di lavarsi nella fontana. Lungo lo stesso percorso, due ore dopo lalba, sfila la processione che si conclude la mattina successiva.
Ancora in Basilicata, nel Potentino i riti e feste legate alla Pasqua nascono al tempo dei Bizantini, dalle tradizioni del Cristianesimo greco. A Barile, piccolo centro nella provincia di Potenza, la Via Crucis è un momento di espiazione collettiva dei peccati e insieme di esorcizzazione di paure e superstizioni. Lungo il percorso vengono innalzati i palchi per la rappresentazione degli episodi della Passione. Tra i romani, gli apostoli, le pie donne e altri, compaiono allimprovviso anche figure di fantasia legate alle paure ancestrali presenti nei riti pagani, come il Negro e la Zingara.
Nelle isole le tradizioni cristiane si mescolano con i riti provenienti da altri paesi che, nel corso della storia, le hanno occupate. Ad Alghero, in Sardegna, le celebrazioni hanno radice spagnola e sono eredità degli Aragonesi che si insediarono in queste terre nel 1501. La cosiddetta "Semana Santa" dura sei giorni: si apre il martedì con la processione dei Misteri Dolorosi, prosegue il giovedì con la celebrazione della Via Crucis. Venerdì si rivive il rito della schiodatura di Gesù dalla croce e la sua deposizione nella culla. Una processione accompagna poi il Cristo avanzando con un antico passo di danza, mentre le Confraternite sfilano indossando cappucci a punta. Il sabato è il giorno della veglia e dell'attesa della domenica di Pasqua, quando il Cristo risorto incontra la Madonna tra voli di colombe e fuochi d'artificio.
In Sicilia, in provincia di Ragusa, si rinnova il rito della "Maronna vasa vasa". Durante la mattina di Pasqua due cortei percorrono le vie del paese portando le statue del Cristo e della Madonna. Maria, ancora vestita a lutto, inizia la ricerca del figlio. A mezzogiorno le due processioni si incontrano nella piazza principale. La Vergine allarga le braccia e lascia cadere il mantello da cui si alzano in volo colombe bianche ornate da nastri azzurri. Sempre in Sicilia, a Castelvetrano (Trapani) la mattina di Pasqua, si festeggia "l'Aurora": anche qui si celebra l'incontro tra il Cristo risorto e la Madonna. Adrano, in provincia di Catania, è il palcoscenico su cui, la domenica di Pasqua, si svolge una rappresentazione chiamata "diavolata". Su un palco viene raffigurato da una parte l'inferno con i diavoli e dall'altra parte il paradiso. I protagonisti sono cinque diavoli, la morte, l'anima, interpretata da una bambina, e un angelo, La diavolata rappresenta il trionfo del bene sul male, dopo molte battaglie.