The Nour. La moda che esprime l’eterno contrasto tra luce e oscurità
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Francesca Beretta propone collezioni sofisticate e visionarie come manifesto di emancipazione personale
di Elena MisericordiaFrancesca Beretta è la fondatrice del luxury brand di abbigliamento femminile The Nour. La designer lombarda dallo spirito visionario concepisce la moda come atto di liberazione. Non solo estetica, ma potente strumento di emancipazione personale per esprimere e riscoprire se stessi.
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Le sue collezioni sono pensate per vestire la vampira moderna, fragile come un petalo al crepuscolo, ma anche potente come la sua ombra. “Nour”, che in arabo significa luce, si contrappone intenzionalmente ad una palette cromatica dominata dai colori scuri, quali le sfumature di nero e di grigio, creando un affascinante contrasto tra bagliore e oscurità, quello stesso profondo dualismo che governa l’animo umano.
La filosofia del brand si sviluppa attorno a tre pilastri fondamentali: innovazione, sostenibilità e autenticità dell’espressione. Capi dai tagli sartoriali, realizzati attraverso lavorazioni artigianali 100% Made in Italy, con l’utilizzo di materiali cruelty-free. Tessuti giapponesi e francesi ed ecopelli alternative danno forma ad un’estetica sofisticata, etica e inclusiva, mantenendo un prezzo accessibile, affinché anche il lusso diventi consapevole.
La collezione Sping-Summer 2026 è concepita come un viaggio onirico, influenzato dal pensiero surrealista: le visioni liquide di Dalì, i collage metafisici di Max Ernst, le scenografie poetiche di Leonora Carrington, i ritratti sospesi e le architetture evanescenti di Man Ray. Tinte realizzate a mano che generano sfumature uniche, bordi consumati e macchie labili, si fondono con tessuti leggeri e impalpabili, come seta, lino, garza e tulle, dando vita a stratificazioni organiche, cuciture sottili e orli volutamente imperfetti.
Francesca Beretta rivolge alla donna contemporanea l’invito a riconoscersi e a brillare, sempre. Anche e soprattutto nella oscurità.
Chi è Francesca Beretta? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Sono nata nel giugno del 1995 in un paesino sul Lago di Garda. Ho avuto un passato da sportiva agonista, ma la mia vera passione, fin da bambina, è sempre stata la moda. A 24 anni alcuni amici mi hanno proposta come designer per un brand: nonostante non avessi alle spalle alcun percorso di studi nel settore, la mia sensibilità verso i materiali e il design è stata subito convincente. Quel brand, proprio in quell’anno, è arrivato ad aprire ben 45 nuovi store. È stato in quel momento che ho capito di dover intraprendere per davvero questa strada e, poco dopo, ho fondato The Nour.
Quando e com’è nato il brand The Nour? Come mai la scelta di questo nome?
The Nour è nato nel 2022 e per me rappresenta molto più che il semplice “fare vestiti”: è un manifesto estetico e culturale, che vuole sovvertire le convenzioni odierne. Il nome “Nour”, in arabo, significa “luce” e contrasta volutamente con una palette cromatica dominata da neri e grigi. È una contraddizione apparente, che racchiude perfettamente l’essenza del brand e si riflette anche nel claim: “Nell’Ombra Un Raggio”. Le lettere iniziali, inoltre, formano di nuovo la parola NOUR. Credo che esista una contrapposizione affascinante ed eterna tra luce e oscurità: un conflitto che ciascuno di noi porta dentro di sé.
Qual è la cifra stilistico-distintiva dei tuoi capi?
La mia cifra stilistica parte dai materiali, sempre naturali e scelti con cura. La palette non è mai troppo colorata e il nero, in particolare, gioca un ruolo fondamentale perché mi permette di raccontare la parte più buia di noi stessi, quella che non va negata, mentre i toni chiari rappresentano la luce. I capi hanno un’impronta sartoriale, ma spesso vengono destrutturati, così da porre in evidenza lavorazioni e dettagli. Ritengo, infatti, che la qualità sia imprescindibile per un brand di lusso e non possa essere mai disgiunta dall’artigianalità.
L’ispirazione da dove arriva?
L’ispirazione principale è la mia vita stessa, intrecciata con le mie passioni, come l’arte e la musica, in particolare il rock. L’estetica di The Nour è spesso surreale: mi piace trasportare chi guarda le mie immagini in un mondo altro, quasi onirico, perché riconoscersi in questa vita di oggi così contorta è più difficile che sopravviverle. Trovo grande ispirazione nei designer del passato, come Yves Saint Laurent e Coco Chanel, che hanno saputo mettere se stessi e le loro vite nelle proprie creazioni. Al contrario, la moda contemporanea spesso mi delude: salvo poche eccezioni, è dominata solo da logiche di vendita e marketing e credo che manchi di onestà nel rapporto con il pubblico.
Quali sono i capi chiave della collezione SS26?
Tre pezzi rappresentano al meglio la collezione: il dress lungo in cotone, vera immagine della vampira moderna; il trench in lino e cotone, un capo ricco di design, lavorazioni e destrutturazioni; il midi dress trasparente, simbolo della libertà di ogni donna di sentirsi a proprio agio nel proprio corpo.
Com’è la donna The Nour?
È una donna forte e audace, ma non priva di insicurezze. Anzi, sono proprio quelle fragilità, trasformate in punti di forza, a renderla unica. È per questo che ogni donna, o ragazza, può riconoscersi nel mio brand: lo dimostra anche la mia clientela, che va dai 25 ai 60 anni.
Progetti e sogni per il futuro?
Il mio obiettivo è ampliare l’azienda e raggiungere un pubblico internazionale. Il mio sogno più grande è quello di camminare, un giorno, in una città dall’altra parte del mondo e incontrare, per strada, una donna che indossa The Nour.