Mimì et Mamà. La Haute Couture ridefinisce i canoni di una nuova femminilità
© Ufficio stampa
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La moda che celebra l’indipendenza della “cacciatrice” contemporanea in perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione
di Elena MisericordiaRebecca Andrea De Lisi e Emanuela De Filippis, madre e figlia, donne e imprenditrici, sono le visionarie fondatrici del luxury brand Mimì et Mamà. Attraverso le loro creazioni avveniristiche, che si basano su un equilibrato connubio tra sperimentazione e artigianalità, sfidano gli stereotipi del mondo della moda.
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Lo scorso 9 ottobre, nella suggestiva cornice romana de La Ménagère, a pochi passi da Piazza di Spagna, hanno presentato la nuova collezione “The Cacciatrice”. Cinquanta capi esclusivi che reinterpretano i codici stilistici della tradizione sartoriale maschile in chiave squisitamente femminile.
Il tema della caccia, infatti, storicamente legato all’immaginario più virile, si pone al centro del progetto e diventa una metafora potente dell’emancipazione della donna contemporanea, forte e libera da ogni pregiudizio. Lo stile raffinato del brand, che racchiude in sé l’eccellenza della tradizione artigianale Made in Italy, si manifesta attraverso un estro creativo dirompente, con un invito costante al rinnovamento e all’affermazione consapevole della propria identità, al di là di qualsiasi limite sociale e culturale.
Tessuti iconici come tartan, pied de poule, Principe di Galles e velluto a coste si fondono con materiali innovativi e sostenibili, tra cui lo shearling, rigorosamente eco-friendly. Ogni decorazione è realizzata interamente a mano. Sui capi vengono cucite singolarmente piccole sculture in resina, frutto di tre diverse lavorazioni artigianali. Il pezzo più emblematico è proprio una cappa in shearling, che conta oltre centoventi ore di minuzioso lavoro sartoriale.
Capi unici e ricercati, che esaltano la bellezza e la tenacia della donna di oggi, audace e determinata, in una vera e propria celebrazione dell’eleganza più autentica e della forza dell’imprenditoria femminile.
A cosa vi siete ispirate e come mai avete scelto proprio questo nome?
Per questa collezione ci siamo lasciate guidare dai grandi classici della sartoria inglese: tartan, Principe di Galles, velluto a coste e lane di diverse grammature. Sono stati i tessuti stessi a ispirarci. Il richiamo all’abbigliamento da caccia alla lepre inglese è stato immediato e il desiderio di reinterpretarlo in chiave femminile si è tradotto in una collezione accattivante, pensata per vestire le nostre donne come vere cacciatrici contemporanee.
Quali sono i capi di punta della nuova collezione? In quali elementi rinveniamo i codici stilistico-distintivi del brand?
Sicuramente le nostre iconiche maniche balloon, voluminose e scenografiche. La camicia con le ampie maniche, inoltre, è diventata un grande classico, presente in ogni collezione. E poi le “ali”, sempre più grandi, che impreziosiscono la parte superiore dei nostri capispalla, rendendoli immediatamente riconoscibili.
Che importanza assumono sartorialità Made in Italy e qualità dei materiali nell’ambito della vostra produzione?
Siamo un brand sartoriale: non produciamo nulla su larga scala, sia per l’impossibilità di replicare certi tipi di lavorazione sia per una precisa scelta etica. L’artigianalità è il nostro credo aziendale. Fare sartoria con materiali di bassa qualità non avrebbe senso; il risultato non sarebbe lo stesso e verrebbe a mancare quel giusto equilibrio tra manualità e pregio delle materie prime.
Alla sfilata hanno assistito molti volti noti dello spettacolo e del giornalismo, quali Francesca Senette, Adua Villa, Eva Grimaldi con Imma Battaglia, Silvia Salemi, Flora Pellino, Valentina Giacometti…solo per citare alcuni nomi. Ma, più in generale, a quale figura femminile vi rivolgete?
Siamo le prime a indossare le nostre creazioni, quindi le nostre clienti, in un certo senso, ci rispecchiano. Sono donne forti, impavide, ironiche e autoironiche, che scelgono i nostri capi per sentirsi uniche e libere dagli schemi.
Progetti e sogni per il futuro?
Espandere il brand a livello internazionale, in particolare sul mercato americano. È questo il prossimo grande passo che desideriamo compiere.