storie di moda

Alberto Bresci x Beefbar. Moda e food si fondono in una capsule collection ironica e cosmopolita

T-shirt, cappellini, polo e beachwear con grafiche emoji, dal carattere urban-pop, esprimono il linguaggio creativo di Alberto Bresci in collaborazione con Beefbar

di Elena Misericordia
15 Ott 2025 - 05:00

Alberto Bresci, imprenditore e designer dall’attitude eclettica ed esuberante, è il fondatore dell’Alberto Bresci Creative Lab, laboratorio italiano dedicato a una moda unconventional, contaminata da vari ambiti del vivere quotidiano, quali arte, design, sport e cultura urbana, in un legame virtuoso tra estetica e funzionalità 

Alberto Bresci x Beefbar. Moda e food si fondono in una capsule collection ironica e cosmopolita

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© Ufficio stampa
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Un lungo cammino nel mondo del luxury sportswear come fondatore, nel 2003, di Hydrogen, Bresci è stato il primo a introdurre sul mercato il concetto di eleganza casual rigorosamente Made in Italy. Precursore in Italia anche del co-branding, ha collaborato in passato con importanti marchi come Fiat, Mv Agusta, Lotus, Wally Maxy Yatch e Lamborghini. Tutti ricordiamo la fortunata linea di felpe FIAT, una limited edition composta da 999 pezzi, realizzata in collaborazione con Lapo Elkann.

Nel 2022, dopo la vendita dell’azienda, ha continuato ad esprimere la propria visione di moda intesa come divertissement, attraverso un mix&match, inconsueto e innovativo, di codici e ispirazioni, proponendosi nella veste rinnovata di direttore artistico del suo personale hub creativo.

In occasione della Milano Fashion Week SS26, lo scorso mese di settembre, nella elegante cornice di Rumore, l’american cocktail bar situato all’interno dell’ex Seminario Arcivescovile Portrait Milano, ha presentato la sua nuova capsule collection, “Alberto Bresci x Beefbar”, interpretando lo spirito cosmopolita di Beefbar secondo il linguaggio fashion contemporaneo.

T-shirt, cappellini, polo e beachwear dallo stile minimal, declinati nelle sole varianti del bianco e del nero, si fregiano di piccole emojii colorate, irriverenti e visionarie, ciascuna delle quali rappresenta una delle località nel mondo dove sorgono i diversi ristoranti del Gruppo.

Il progetto è nato dalla collaborazione inedita con Riccardo Giraudi, CEO di Beefbar Group, e dalla intuizione condivisa di mettere in dialogo moda e food. È così che il bikini, il dragone, il bersaglio, la palma e l’unicorno – solo per citare alcuni esempi –, simboli di Beefbar, diventano delle icone urban-pop dal forte impatto visivo, espressione di questa vivace contaminazione creativa tra moda e lifestyle. Un universo in continuo divenire, dove il divertimento si mescola con i più svariati ambiti dell’espressione artistica e culturale, dando origine a creazioni che parlano un linguaggio nuovo, fluido e originale.

Quando e com’è nato Alberto Bresci Creative Lab?

Nel 2022, dopo aver venduto il marchio Hydrogen, che avevo fondato nel 2003, ho deciso di mettermi in gioco in prima persona e di dare vita ad un vero e proprio laboratorio di creatività a 360 gradi, incentrato soprattutto sul lifestyle, declinato in tutte le sue sfaccettature.

Com’è nata la capsule collection “Alberto Bresci x Beefbar”, progetto in partnership con Riccardo Giraudi, CEO di Beefbar Group?

È nata in modo abbastanza singolare. Io e Riccardo siamo amici dai tempi dell’università, che abbiamo frequentato insieme a Londra. Poi, nel corso degli anni, ci siamo persi un po’ di vista, ognuno concentrato sulla propria vita privata e sui propri business. Una sera, trovandomi a Milano per lavoro, mi è stato consigliato un nuovo ristorante super cool da provare, espressione attuale e cosmopolita del tradizionale concetto di steakhouse. Il Beefbar, appunto. Ci sono andato e sono rimasto subito affascinato dall’atmosfera, dall’arredamento e dai dettagli straordinari. Ma, in particolare, la cosa che mi ha colpito di più sono stati i piatti: non avevano niente a che fare con l’ambiente che mi circondava, ma erano maledettamente perfetti in quel contesto. Piatti con al centro disegnate delle emoji, divertenti e ironiche, proprio come piace a me, perché rispecchiano il mio approccio al lavoro e alla vita. È stato in quell’istante che mi si è accesa una lampadina. D’istinto ho scritto a Riccardo per complimentarmi e lui, in risposta, mi ha spedito a casa un servizio di piatti! Ci siamo così organizzati per incontrarci dopo più di venticinque anni e, quando ci siamo visti, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che avremmo dovuto lavorare insieme ad un progetto comune. Grazie anche al gusto e alla grande sensibilità di Riccardo, ci siamo trovati immediatamente in sintonia…sembrava che non ci vedessimo dalla serata del giovedì sera all’Hannover Ground di qualche giorno prima: è stato pazzesco! Collaborare con lui e con il suo team per me è un grande onore. Regnano un’energia e una positività indescrivibili oltre ad una professionalità estrema, come non avevo mai visto prima.

Qual è la tua personale visione di moda e attraverso quale linguaggio la esprimi?

Mi piace divertirmi e far divertire. Questo secondo me deve succedere nel lavoro quanto nella vita quotidiana, ovviamente sempre nel rispetto di tutto e di tutti. Il mio desiderio è quello di appassionarmi e di creare cose che abbiano una storia da raccontare, un piccolo mondo che viva dietro di loro e che meriti di essere sviluppato attraverso nuove forme di espressione. Penso che il Beefbar non sia un semplice ristorante, ma che rappresenti un vero e proprio mood, dove una cucina di alto livello si fonde con un’atmosfera, della gente, dei profumi e una musica che lo rendono unico. A mio parere, la moda al giorno d’oggi non è un capo che si indossa, ma racchiude in sé un universo molto più ampio ed eterogeneo: il cibo è moda, la musica è moda, l’arte è moda, le persone che camminano per la strada sono esse stesse moda… 

Cosa rappresentano le grafiche emoji che compaiono su t-shirt e cappellini? 

Io e Riccardo, anche su questo fronte, abbiamo lavorato sin da subito in sinergia. Lui vanta un passato ed un presente non solo nell’hospitality, ma anche nel campo della moda, ed è molto attento ad ogni sfaccettatura. Le emoji sono state una sua idea, che io ho poi esportato nel contesto fashion. La maggior parte di esse rappresentano le location in cui si trovano i ristoranti Beefbar nel mondo; per esempio, il Duomo è Milano, la bottiglia di champagne Parigi, la mela New York, i soldi con le ali (perché volano via!) Mykonos, la Ferrari Monaco, il dragone Hong Kong… altre invece ci divertivano e basta: belle e simpatiche, le abbiamo coniate come “international”, vedi il maiale, il bikini, l’unicorno e lo squalo. 

Progetti e sogni per il futuro?
Tantissimi! Non smetterò mai di sognare, imparare e cercare di fare sempre qualcosa di più e di meglio. Magari in futuro lavorerò proprio nel mondo del food…chi può dirlo?! Never say never…