L’annuncio è stato dato con dieci mesi di anticipo per permettere agli stilisti di adeguarsi e di adeguare le nuove collezioni a tessuti e materiali ritenuti più consoni. Il divieto, a titolo “esemplificativo ma non esaustivo”, precisa il comunicato dello stesso CFDA, riguarda pellicce di visone, coniglio, agnello karakul, volpe, cincillà, coyote e cane procione. Ci sarà la sola eccezione di pellicce ottenute dalle comunità indigene attraverso pratiche tradizionali di caccia di sussistenza (ovvero, la parte rimanente degli animali consumati come cibo).