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Moda, come inizia il 2020: grandi addii, colpi di scena, nuove sfide

Ripercorriamo l'anno appena concluso e guardiamo oltre: il futuro del settore è sempre più inclusivo e green

Showbit-Mondadori Portfolio

Molto movimentato e, a tratti, imprevedibile. L’anno che si è appena concluso è stato questo, per il settore moda. Profondamente segnato da una data, il 21 febbraio: quella della scomparsa di Karl Lagerfeld. Ma anche caratterizzato da nuovi accordi, acquisizioni, collaborazioni tra brand. Di grandi ritorni e colpi di scena, come quando a Parigi una youtuber si è intrufolata sulla passerella della sfilata di Chanel. E questo 2020? Quali nuove sfide riserva? 

Karl Lagerfeld con l'amatissima gatta Choupette, la super top Kaia Gerber da Moschino SS20 e Mariano Di Vaio per Dolce & Gabbana SS19

 

I GRANDI ADDII - Ripercorriamo l’anno appena concluso partendo da una data, quella della scomparsa del ‘Kaiser’. Karl Lagerfeld si è spento a Parigi il 21 febbraio scorso. Direttore artistico di Chanel dal 1983 e di Fendi per oltre 50 anni, inarrivabile, impossibile da eguagliare. Coltissimo, non è stato soltanto un grande couturier ma anche disegnatore, fotografo, arredatore d'interni, bibliofilo. In seguito alla sua scomparsa, a raccoglierne il testimone all’interno della maison dalla doppia C è stata Virginie Viard, per anni suo braccio destro. Quello di Lagerfeld non è l’unico addio del 2019. Settembre si è portato via Peter Lindbergh, ineguagliabile fotografo tedesco che dietro il suo obiettivo ha ritratto super top come Christy Turlington, Kate Moss, Naomi Campbell, Eva Herzigova. E molte altre celebrità come Mick Jagger, Charlotte Rampling, Tina Turner, John Travolta, Madonna e Sharon Stone. Tra gli addii più significativi del 2019 c'è poi quello dello stilista Emanuel Ungaro, scomparso lo scorso 21 dicembre. Vero vulcano creativo, era stato soprannominato 'il chirurgo dell'eleganza' ed ha contribuito a plasmare i canoni di tutta la generazione anni Ottanta.

 

LE NUOVE FRONTIERE – Il 2019 sarà ricordato anche come l'anno delle acquisizioni. Tra tutte, quella più significativa messa a segno negli ultimi tempi: con un'operazione da 14,7 miliardi di euro, la gioielleria americana Tiffany è finita nel portafoglio del colosso francese del lusso Lvmh. Anche la storica maison italiana di gioielli Buccellati è passata di mano ed è stata acquisita dagli svizzeri di Richemont. Roberto Cavalli è passato alla Damac del miliardario di Dubai Hussain Sajwani, Missoni ha annunciato l’intenzione di quotarsi a Piazza Affari. Importanti anche le collaborazioni tra brand: a partire da Prada, che ha siglato partnership con Adidas e L'Oréal, in questo caso per sviluppare una linea di cosmetici da lanciare nel 2021. Dior ha firmato le Nike sir Jordan 1 con il suo logo, Rihanna con la sua etichetta Fenty è diventata la prima star a creare un brand all’interno del gruppo francese Lvmh. 

 

LE PROSSIME SFIDE – La moda del futuro è sempre più aperta e inclusiva, realizza una piena integrazione e va oltre la rigida separazione dei generi. Notizia di poche settimane fa: il British Fashion Council ha eletto modella dell’anno la top sud-sudanese Adut Akech. Appena ventenne, in un periodo della sua vita ha vissuto in un campo profughi in Kenya. Lo scorso febbraio Vogue ha dedicato la sua copertina a un modello transgender, Krow Kian. Anche il concetto di eleganza sta evolvendo verso una nuovo concetto di formale, più fruibile e meno rigido. Inoltre, i cambiamenti climatici sono poi protagonisti indiscussi anche per il settore del fashion. Già lo scorso agosto, 32 aziende internazionali hanno firmato il 'Fashion Pact', presentandolo ai capi di Stato riuniti durante il G7 di Biarritz. Tra le aziende coinvolte spiccano Adidas, Chanel, Ermenegildo Zegna, Giorgio Armani, Kering, Moncler, Nike, Prada, Puma e Salvatore Ferragamo. Un segnale concreto per ridurre l'impatto ecologico, con l’auspicio che una moda più etica e ripettosa dell'ambiente tenga fede ai buoni propositi anche nel 2020.

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