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Alessandro Vigilante: la moda parla attraverso il linguaggio del corpo

Capi di abbigliamento che esaltano la plasticità del corpo in un sottile gioco di contrasti e di dettagli sensuali 

Alessandro Vigilante: la moda parla attraverso il linguaggio del corpo

Capi di abbigliamento che esaltano la plasticità del corpo in un sottile gioco di contrasti e di dettagli sensuali 

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Il corpo in movimento, plasmato dall’esercizio fisico, consapevole della propria emotività e del proprio vigore, rappresenta la tela ideale sulla quale Alessandro Vigilante dipinge le proprie collezioni.  La moda del fashion designer di origini pugliesi gioca su un equilibrio inaspettato tra gli opposti, tra sentimento e rigore, tra maschile e femminile, tra magnificenza ed essenza, in una costante esaltazione della fisicità del corpo. I capi diventano una seconda pelle e dialogano con l’erotismo espressivo del fisico.

La visione personale dello stile di Alessandro Vigilante deriva da un sublime intreccio tra moda e danza, cardini primari della sua ispirazione e del suo linguaggio espressivo. Finito il liceo, la sua passione per la disciplina artistica del corpo si traduce in un mestiere, sino a diventare danzatore professionista. 
Nel 2003 il passaggio alla moda, senza mai abbandonare la danza. Nell’autunno-inverno 2021/22, dopo tante collaborazioni con alcune delle più rinomate Maison di moda, il debutto in passerella del brand che porta il suo nome. 


Nei suoi capi di abbigliamento lo stilista traspone i concetti di decostruzione, stasi e movimento, mutuati dall’estetica del coreografo e ballerino Merce Cunningham, massimo esponente della danza moderna e post-moderna americana. 
Il guardaroba viene animato da una nuova concezione degli opposti, ricca di scomposizioni e ricomposizioni, linee nette e curve sensuali, che scoprono la pelle anziché coprirla, in una sinuosa armonia tra tagli e dettagli. Come un sarto in atelier, Alessandro Vigilante si rivela un cultore contemporaneo del Made in Italy, che esplora le infinite potenzialità del tessuto, ritmando pesi e strutture.
Plasticità scultorea classica e fluida leggerezza urban sono gli ingredienti di una moda elegante e anticonformista, multicromatica e multimaterica, che mette il corpo al centro del palcoscenico, come protagonista indiscusso di ogni collezione.


Chi è Alessandro Vigilante? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?

Pugliese, classe 1982. Da sempre mi hanno animato due grandi passioni, la danza e la moda. Dopo diversi anni vissuti nel mondo della danza come ballerino professionista, a settembre 2004 ho iniziato a studiare fashion design allo IED Moda Lab di Milano. A seguito della vittoria di My Own Show, un concorso indetto dallo IED in collaborazione con Franca Sozzani – che, nel 2007, mi ha permesso di realizzare la mia prima sfilata –, ho ritenuto necessario fare esperienza in brand affermati, a partire dall’ufficio stile di Dolce&Gabbana, passando poi per Gucci con Alessandro Michele e Philosophy di Lorenzo Serafini.

 

Quando e com’è nato il brand che porta il tuo nome?

Dopo anni trascorsi a imparare il lavoro in Maison internazionali e ad interpretare la visione creativa di altri designer, ho avvertito l’esigenza di esprimere la mia concezione personale dello stile; è stato un passaggio naturale e necessario. A maggio del 2019 ho lasciato l’ufficio stile di Philosophy di Lorenzo Serafini per dedicarmi completamente al mio brand, iniziando ad individuare i pillars che avrebbero poi caratterizzato le mie collezioni.

 

Dalla danza alla moda, in un costante intreccio tra i due mondi. Come influisce il tuo passato di danzatore professionista sulla tua produzione creativa?

La danza contemporanea è la mia ispirazione primaria; la disciplina che maggiormente mi affascina e mi emoziona, ricca di spunti creativi. Credo che dalla commistione di danza e moda possa nascere qualcosa di nuovo. Il mio lavoro si basa sull’esplorazione di come questi due linguaggi artistici possano intrecciarsi contaminandosi a vicenda. Il mio rapporto con la danza è talmente viscerale e naturale che, inevitabilmente e spontaneamente, ispira una collezione di abbigliamento dopo l’altra. Sto inoltre portando avanti molte collaborazioni con compagnie di danza famose in tutto il mondo.

 

Quali sono le cifre stilistico-distintive delle tue collezioni?

Il rigore, la pulizia delle linee e delle forme, l’essenzialità priva di orpelli, l’erotismo del corpo in movimento, togliere piuttosto che aggiungere, scoprire il fisico anziché nasconderlo, attraverso dettagli cut-out come finestre sulla pelle. 
La mia moda è un gioco di sottile equilibrio tra gli opposti, che si manifesta nel contrasto inatteso tra il maschile sartoriale e il femminile sensuale, oltre che nel mix anticonvenzionale di materiali classici – come jersey di viscosa e lane scultoree – con lattice naturale e neoprene.

 

Come riassumeresti la tua visione personale dello stile e della femminilità?

Amo un corpo imperfetto, androgino, scolpito, forte, erotico. Leggo che il tema dell'erotismo accomuna molti fashion designer in questo momento. La mia visione, però, è strettamente legata all'immaginario evocato dal corpo che danza: la forza del carattere e dell'identità personale, l'energia del movimento…un corpo senza limiti di sesso. È un corpo “parlante”, per questo ho intitolato la mia prima collezione ATTO I – TALKING BODY. 

 

Che importanza assumono artigianalità Made in Italy e qualità sartoriale nell’ambito della tua produzione?

La mia produzione è 100% Made in Italy, con forte attenzione alla filosofia delle aziende con cui collaboro, tutte impegnate a creare un ambiente lavorativo stimolante e sano. Scelgo inoltre tessuti e filati ecosostenibili e a gennaio uscirà la mia prima collezione in collaborazione con Manteco, azienda leader nei tessuti riciclati di qualità.
La qualità dei capi è alla base della mia produzione, affinché durino nel tempo risultando sempre attuali, al di là delle mode e delle tendenze del momento.

 

A quale pubblico ti rivolgi?

Indipendentemente dal sesso, mi rivolgo a persone coraggiose, con un punto di vista ben preciso: persone che non hanno paura di scoprire il lato più intimo del proprio carattere e della propria fisicità, attraverso effetti cut-out oppure indossando suit sartoriali dal taglio e dai volumi ampi. Chiunque scelga un mio capo desidera farlo per sentirsi più sicuro di sé, esprimendosi con spontaneità.
Sono affascinato dai corpi consapevoli, scolpiti dall’esercizio fisico.
Mi ispirano i corpi atletici e fortemente espressivi, che si ascoltano e si allenano, spingendo lontano le possibilità di movimento e di espressione. Sul corpo è scritta la storia di ognuno di noi: si leggono lo sforzo, la disciplina, le fragilità, il lato maschile e quello femminile, la sensualità e il rigore, i limiti, le possibilità.

 

Chi è Alessandro nella vita privata? Interessi e passioni nel tempo libero?

Ho poco tempo per la famiglia, per gli amici e per le mie passioni, ma cerco di trovare un equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata, anche se, a dire il vero, in questo momento la situazione è sbilanciata verso il lavoro...vorrei che le mie giornate durassero 48 ore! Mi piacerebbe fare yoga, meditare, riprendere a danzare, trascorrere il weekend in mezzo alla natura e respirare a pieni polmoni, lasciando a casa i pensieri e le tante cose da fare…

    
Cosa sogni per il tuo futuro? E per quello del tuo brand?

Vorrei creare qualcosa di unico e personale, che esprima la mia visione creativa e il mio mondo attraverso un linguaggio contemporaneo. 
Vorrei che il mio brand si strutturasse e crescesse, riuscendo a essere sempre più presente e diventando quindi una realtà riconoscibile sul mercato. L’obiettivo finale è che i miei capi siano indossati per strada, per sentirsi sicuri, e che vengano scelti perché accarezzano il corpo anziché costringerlo. 
Mi piacerebbe continuare a intrecciare il mio lavoro con quello di coreografi e compagnie di danza di fama internazionale. Collaborare con il cinema, la musica, l’architettura e il design; sono convinto che soltanto dalla commistione dei linguaggi artistici possa nascere “il nuovo”. 

 

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