Riviste al rialzo le stime del Pil americano. Il governatore della Banca centrale: "Altri due tagli nel 2025, una possibilità, non una certezza"
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La Fed taglia i tassi di interesse per la prima volta nel 2025. Il costo del denaro cala di un quarto di punto in una forchetta fra il 4,0% e il 4,25%. Inoltre, secondo quanto emerso dalle tabelle con le intenzioni di voto dei membri del Fomc, la Banca centrale americana dovrebbe tagliare i tassi di interesse altre due volte nel 2025 per un totale di mezzo punto.
La decisione è stata presa con 11 voti favorevoli e quello contrario di Stephen Miran (nominato da Trump), che voleva una riduzione di 50 punti base. Lo riferisce la Fed in una nota. "Nel valutare ulteriori adeguamenti dell'intervallo obiettivo per il tasso sui fondi federali, il Comitato valuterà attentamente i dati in arrivo, l'evoluzione delle prospettive e l'equilibrio dei rischi. Il Comitato continuerà a ridurre le proprie disponibilità di titoli del Tesoro, titoli di debito delle agenzie e titoli garantiti da ipoteca delle agenzie. Il Comitato è fortemente impegnato a sostenere la massima occupazione e a riportare l'inflazione al suo obiettivo del 2%", si legge.
La media di ulteriori due tagli previsti per il 2025 è il risultato di previsioni varie fra i membri votanti della Fed. Per uno infatti non ci saranno altre riduzione quest'anno, per sei membri votanti ce ne sarà una da un quarto di punto, per altri invece ci saranno due sforbiciate da un quarto di punto. Nove membri votanti sostengono invece tre tagli da un quarto di punto quest'anno, mentre uno si è detto a favore di una riduzione complessiva da 150 punti entro la fine del 2025.
Il Prodotto interno lordo degli Stati Uniti crescerà dell'1,6% nel 2025. È quanto emerge dalle tabelle del Summary of Economic Projections che la Fed ha pubblicato insieme alla nota della Federal Open Market Committee, come aveva fatto in precedenza a giugno, marzo e dicembre. Il Fomc rivede dunque la stima al rialzo rispetto alla previsione del +1,4% formulata a giugno. Per il 2026 la previsione passa all'1,8% (da +1,6%) e per il 2027 sale all'1,9% (dall'1,8% di giugno).
Secondo la Banca centrale americana, i rischi per l'occupazione sono aumentati e l'inflazione resta elevata. "La Fed punta a centrare la massima occupazione e un'inflazione al 2% nel lungo periodo. L'incertezza sulle prospettive economiche resta elevata. Riteniamo che i rischi al ribasso per l'occupazione siano aumentati", si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione.
Dopo l'annuncio della decisione del taglio di 0,25 punti base, è intervenuto in conferenza stampa il governatore Jerome Powell: "Oggi abbiamo dato il benvenuto a un nuovo membro del comitato, come facciamo sempre, e il comitato rimane unito nel perseguire i nostri due obiettivi principali. Siamo fortemente impegnati a mantenere la nostra indipendenza e, oltre a questo, non ho davvero altro da aggiungere".
La Federal Reserve, ha proseguito Powell, "rimane concentrata" per massimizzare i livelli occupazionali e stabilizzare i prezzi negli Stati Uniti, per il bene dei cittadini. "Sebbene il tasso di disoccupazione rimanga basso, registrando però un leggero aumento, la crescita dell'occupazione ha subito un rallentamento e i rischi di un peggioramento della situazione occupazionale sono aumentati".
A partire dallo scorso aprile i segnali di indebolimento giunti dal mercato del lavoro hanno rimodulato l'equilibrio dei rischi nell'economia Usa, prima sbilanciati sull'inflazione, verso un maggiore livellamento con quelli sull'occupazione. Lo ha rilevato Powell, spiegando le motivazione del taglio appena deciso sui tassi di interesse nella conferenza stampa al termine del direttorio.
Altri due tagli dei tassi di interesse quest'anno sono una possibilità, non una certezza. Ha detto ancora il governatore della Fed, sottolineando che nessuna percorso è pre-definito.