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Ue: ok alla manovra-bis, l'Italia ha rispettato le raccomandazioni

La Commissione chiede però a Roma di reintrodurre lʼImu, ridurre i tempi della giustizia civile e prendere misure sugli Npl. Per Bruxelles, inoltre, la mancanza di dettagli mina la credibilità delle riforme

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"L'Italia conferma che le misure di bilancio addizionali richieste per il 2017 sono state prese e che quindi, in questa fase, nessun passo ulteriore è giudicato necessario per rispettare la regola del debito".

E' quanto scrive la Commissione Ue nel pacchetto di primavera che contiene l'analisi dei conti pubblici e le raccomandazioni. Bruxelles non ritiene ci siano le condizioni nemmeno per una procedura per squilibri macroeconomici.

"Riguardo a Cipro, all'Italia e al Portogallo, che presentavano squilibri macroeconomici eccessivi - si legge nelle raccomandazioni - la Commissione ha concluso che non vi sono dati analitici che giustifichino il passaggio alla fase successiva della procedura, a condizione che i tre paesi attuino pienamente le riforme indicate nelle rispettive raccomandazioni specifiche per paese".

Quanto all'attuale dinamica dei conti pubblici italiani, "la Commissione conferma che sono state adottate le ulteriori misure di bilancio richieste per il 2017, e che pertanto in questa fase non sono ritenuti necessari interventi supplementari per garantire la conformità con il criterio del debito".

Diverso il discorso per il programma di riforme, che la Commissione europea ritiene "sufficientemente ambizioso", ma "l'assenza di dettagli sull'adozione e di un calendario dell'attuazione limita la loro credibilità". "Il programma 2017 di riforme dell'Italia - viene sottolineato nelle raccomandazioni - prevede impegni di breve e medio termine, in continuità con i precedenti programmi. Le misure da prendere entro metà anno includono le regole sulla concorrenza, la riforma del processo penale e la legge contro la povertà. Sono anche previste norme sulla contrattazione salariale a livello aziendale e privatizzazioni. Sul medio termine il programma guarda in particolare a conti pubblici, tassazione, mercato del lavoro, sistema bancario, Pa, giustizia e investimenti".

"Agire sugli Npl" - Secondo la Commissione l'Italia deve agire sui Non performing loans, e ritiene cruciale predisporre "quadri di insolvenza efficaci" per "particolari ristrutturazioni extragiudiziali". La Commissione raccomanda quindi "di prendere misure" quali "aumento della trasparenza", "vendita a istituzioni non bancarie specializzate", e un "uso più proattivo dei poteri di supervisione" oltre a "rendere più facile la vendita di questi asset".

"Reintrodurre l'Imu" - Per il 2018 l'Italia dovrà fare uno "sforzo di bilancio sostanzioso", e le politiche dovranno sia "rafforzare la ripresa" sia "assicurare la sostenibilità dei conti": lo scrive la Commissione Ue nelle raccomandazioni. Per questo chiede di "spostare il carico fiscale dai fattori produttivi a tasse meno dannose per la crescita, reintrodurre la tassa sulla prima casa per i redditi elevati, riformare il catasto". Proprio su questo tema è intervenuto anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, secondo il quale invece "cambiare idea su una tassa che è stata appena cambiata da pochi mesi non e' una buona idea".

"Ridurre i tempi della giustizia" - Nelle raccomandazioni è indicato anche l'obiettivo di "eidurre la lunghezza dei processi della giustizia civile tramite un'efficace gestione dei casi e regole che assicurino la disciplina della procedura". Restando nel campo della giustizia, l'esecutivo europeo chiede anche di "aumentare la lotta contro la corruzione, in particolare rivedendo lo statuto delle limitazioni". Inoltre Bruxelles chiede il "completamento della riforma del pubblico impiego" e di "migliorare l'efficienza delle aziende pubbliche".

Mef: "Riconosciuto per la prima volta lo sforzo su crescita e tenuta conti" - "È la prima volta" che l'Ue riconosce "l'importanza di perseguire non soltanto l'obiettivo dei conti in ordine ma anche l'obiettivo di una crescita più sostenuta". Così il Mef commentando le raccomandazioni Ue. "Si tratta di un riconoscimento del percorso seguito dal governo negli ultimi 3 anni lungo quello che è stato definito il "sentiero stretto" tra due esigenze contrapposte: aiutare la crescita da un lato, contenere il debito dall'altro".