"Tutti possono piangere tranne le banche italiane, è una cosa che non si può sentire", ha affermato il vicepremier. Tajani: "Non c'è un solo partito che decide per tre. No a un atteggiamento punitivo"
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Stoccata di Matteo Salvini al sistema bancario italiano. "Se si lamentano ancora non saranno cinque ma sei o sette" i miliardi di contributo delle banche alla Manovra, "perché tutti possono piangere tranne le banche italiane, è una cosa che non si può sentire", ha affermato il vicepremier e ministro ai Trasporti e infrastrutture. "Che dalle banche venga un piccolo contribuito" con i circa 50 miliardi di utile che registrano per aiutare i consumatori mi sembra corretto", ha aggiunto Salvini.
Secondo il vicepremier, inoltre, ''l'aumento della cedolare secca sugli affitti brevi non mi sembra un buon modo di aiutare la domanda interna e l'iniziativa privata. La legge di Bilancio dovrà andare all'esame del Parlamento, serve a questo''.
"Se devo dire una cosa di cui più sono soddisfatto è il risultato dopo tre anni di impegno sulla pace fiscale, la rottamazione delle cartelle esattoriali giusta, dovuta e attesa che copre dal 2000 al 2023 con 9 anni di rate uguali senza sanzioni che va a coprire una parte importante settore lavoro privato, non i furbetti come qualche giornale ha scritto. Siamo passati dal Covid alle guerre e al caro bolletta. Aver tenuto aperto uno studio professionale, un negozio, albergo in questi 5-6-7 anni devastanti è qualcosa di eroico", ha aggiunto.
Sulla questione banche è intervenuto anche Antonio Tajani. "Non credo che si debba avere un atteggiamento punitivo. A parte che non c'è un solo partito al governo, ce ne sono tre. Quindi non è che uno decide per gli altri. Si possono fare proposte, poi se uno le condivide vanno avanti, altrimenti si fermano dove stanno". "Credo che il sistema bancario debba dare un suo contributo - ha puntualizzato il ministro - però il sistema bancario fa parte del nostro sistema economico. Io non ho una visione populista, non sono né amico né nemico delle banche ritengo soltanto che il sistema bancario, penso soprattutto alle banche di credito cooperativo, alle banche popolari, siano indispensabili per il sostegno alla crescita. Odiare le banche è una scelta populista che non risolve alcun problema. Non è che si prendono voti andando a fare la guerra alle banche".
"Noi dobbiamo aiutare l'economia a crescere - ha insistito Tajani - le banche devono dare il loro contributo come stanno facendo e come faranno attraverso questa Manovra, ma senza atteggiamenti di ostilità e dichiarazioni di guerra che sono controproducenti e fanno male all'Italia, perché se un sistema bancario funziona, funziona il nostro paese. Noi dobbiamo anche rassicurare coloro che investono, quindi, conoscendo qualche elemento di economia, credo che si debba sempre essere molto equilibrati quando si chiedono dei sacrifici anche alle banche, si chiedono di pagare le tasse come tutti gli altri, sapendo bene - ha concluso - che sono uno strumento insieme a tutte le altre imprese della crescita del nostro Paese".