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L'Associazione italiana coltivatori festeggia 50 anni

Secondo Eurispes, il settore agroalimentare registra un fatturato di circa 132 miliardi di euro. "Eʼ in questo che Aic opera ogni giorno dal 1969", ha dichiarato il presidente Giuseppino Santoianni

L'Associazione italiana coltivatori festeggia 50 anni - foto 1
Ufficio stampa

L'Aic (Associazione Italiana Coltivatori) festeggia cinquant'anni dalla fondazione.

Per l'occasione è stato organizzato un evento a Roma, intitolato “Radici forti per l’innovazione”, alla presenza del ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova. I dati Eurispes configurano il comparto agroalimentare come uno dei settori fondamentali per l’eccellenza del Made in Italy. "E' in questo che Aic opera ogni giorno dal 1969", ha dichiarato il presidente Giuseppino Santoianni.

Il settore agroalimentare registra un fatturato di circa 132 miliardi di euro, occupa 3,2 milioni di lavoratori e produce oltre 41 miliardi di euro in esportazioni.

 

Qualche numero Nel 2019 l'Aic conta 160 sedi dislocate su tutto il territorio e 130mila soci tra piccoli coltivatori, imprenditori, lavoratori autonomi, professionisti e tecnici che operano in ambiti legati al settore agricolo, agroalimentare e della piccola pesca. L’associazione sostiene i giovani che hanno deciso di investire in agricoltura: in Italia sono 57.621 le imprese under 35, + 4,1% rispetto al 2018.

 

L'agricoltura 4.0 In “Radici forti per l’innovazione” si premiano gli associati e si fa anche il punto su quale è la direzione che sta intraprendendo l’agricoltura. L’ausilio del 5G potrebbe essere un concreto supporto all’agricoltura 4.0 di cui si sente tanto parlare. La stessa citata nella ricerca inedita Eurispes per Aic, sinonimo di robotizzazione delle imprese per una razionalizzazione sempre più evidente, che fa dell’Italia il primo paese in Europa e il quarto nel mondo con il maggior numero di startup innovative nel settore.

 

Imprese giovani al Sud Spazio nell’indagine anche al lavoro dei giovani che credono sempre di più nei terreni del Sud (Sicilia al primo posto tra le regioni e Bari, Salerno e Foggia tra le province) per concludere con i consumi agroalimentari e le eccellenze del Made in Italy, che strizzano sempre più l’occhio al bio pur non essendoci ancora una legge per l’istituzione del marchio “Made in Italy bio".

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