DATI ALLARMANTI

Istat, in povertà assoluta 5,7 milioni di italiani: stranieri e minori i più colpiti

Oltre 1,28 milioni di bambini in condizioni economiche gravi e cresce il disagio nelle famiglie numerose e monogenitoriali

14 Ott 2025 - 14:10
 © Istockphoto

© Istockphoto

Un'Italia sempre più divisa, sempre più fragile. Nel 2024, 5,7 milioni di persone vivevano in povertà assoluta senza riuscire a soddisfare neppure i bisogni essenziali, come mangiare, curarsi o riscaldarsi. Una realtà che non migliora, che resta inchiodata ai livelli record del 2023, e che colpisce con particolare ferocia cittadini stranieri e i bambini. I nuovi dati Istat fotografano un'emergenza silenziosa, che cresce dentro le case, tra disuguaglianze sempre più marcate e un welfare spesso inadeguato a rispondere. Le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2,2 milioni, l'8,4% del totale.

Tra gli stranieri incidenza fino a cinque volte superiore rispetto agli italiani

 Le disuguaglianze emergono con forza se si osservano i dati legati alla cittadinanza. La povertà assoluta coinvolge, infatti, oltre 1,8 milioni di stranieri, con un'incidenza del 35,6% - quasi cinque volte quella delle famiglie italiane (7,4%). In particolare, tra le famiglie composte esclusivamente da stranieri, il tasso di povertà sale al 35,2%, mentre tra quelle con almeno uno straniero è del 30,4%. Le famiglie formate solo da italiani registrano invece un'incidenza del 6,2%. Nonostante l'elevata incidenza tra gli stranieri, il 67% delle famiglie povere rimane, però, composto esclusivamente da cittadini italiani, circa 1,49 milioni di nuclei. Solo il 33% è rappresentato da famiglie con stranieri, la maggior parte delle quali (82%) è interamente straniera.

Minori in povertà: un fenomeno in crescita da oltre un decennio

  Particolarmente allarmante è la condizione dei minori: sono oltre 1,28 milioni i bambini e ragazzi che vivono in povertà assoluta in Italia, pari al 13,8% del totale. Si tratta della quota più alta registrata dal 2014. Il dato peggiora nel Mezzogiorno, dove raggiunge il 16,4%, mentre nel Centro Italia è al 12,1%. Tra i bambini dai 7 ai 13 anni, la percentuale tocca il 14,9%. Le famiglie in povertà assoluta con almeno un minore sono circa 734mila (12,3%). L’intensità della povertà - cioè la gravità della condizione economica - è maggiore proprio tra queste famiglie: 21%, rispetto al 18,4% del totale nazionale.

Famiglie numerose e monogenitoriali: le più esposte

 La struttura del nucleo familiare influisce fortemente sul rischio di povertà. Nelle famiglie con cinque o più componenti, l'incidenza raggiunge il 21,2%, mentre scende all'8,6% tra quelle con tre membri. Tra le coppie con figli, il rischio cresce all'aumentare dei minori: dal 7,3% con un figlio, al 20,7% con tre o più. Le famiglie monogenitore con figli minori presentano un'incidenza del 14,4%. Tra le famiglie atipiche - dove convivono più nuclei o membri aggregati - la povertà tocca il 23,9%, il dato più alto tra tutte le tipologie familiari.

Divario territoriale: Mezzogiorno ancora in difficoltà

 Il Mezzogiorno registra l'incidenza più alta di povertà assoluta tra le famiglie (10,5%), seguito dal Nord-Ovest (8,1%) e dal Nord-Est (7,6%). Il Centro si conferma l'area meno colpita con un'incidenza del 6,5%. Tuttavia, in termini assoluti, il 44,5% delle famiglie povere risiede al Nord, il 39,8% nel Mezzogiorno e il 15,7% al Centro. Nelle Isole, si segnala l'unico peggioramento rispetto al 2023 a livello individuale, con un aumento dell’incidenza dal 11,9% al 13,4%.

La povertà colpisce anche chi lavora: penalizzati soprattutto gli operai

 La povertà colpisce duramente anche chi ha un'occupazione. Tra le famiglie in cui la persona di riferimento è un lavoratore dipendente, l'incidenza è dell’8,7%, ma sale al 15,6% se si tratta di operai o figure assimilate. Un chiaro segnale di come, in molti casi, il lavoro non sia più garanzia di sicurezza economica.

Ti potrebbe interessare