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Istat: calano le retribuzioni nel settore privato, 13,97 euro l'ora nel 2016

La metà dei dipendenti percepisce comunque una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,21 euro, con una differenza molto più alta per gli uomini che per le donne

Istat: calano le retribuzioni nel settore privato, 13,97 euro l'ora nel 2016 - foto 1
lapresse

Nel settore privato le retribuzioni medie sono diminuite, passando, secondo gli ultimi dati Istat da 14,01 euro l'ora nel 2015 a 13,97 nel 2016.

La metà dei dipendenti percepisce comunque una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,21 euro, e addirittura i nuovi rapporti di lavoro stipulati nel 2016 hanno una retribuzione che scende sotto i 10 euro l'ora a 9,99, con una differenza molto più alta per gli uomini che per le donne.

Nel dettaglio, in termini percentuali la differenza di retribuzione oraria mediana dei nuovi rapporti di lavoro rispetto a quelli in essere è molto più alta per gli uomini (-21,5%) che per le donne (-14,6%).

Sei donne su dieci pagate meno della mediana - Per le donne "la distribuzione delle retribuzioni orarie è orientata verso livelli retributivi bassi", osserva l'Istat. Nel 2016, il 59% delle lavoratrici percepisce una retribuzione oraria inferiore alla mediana nazionale, quota che scende al 44% per gli uomini. Allo stesso modo le lavoratrici con retribuzione elevata (sopra i 15 euro l'ora) sono il 17,8% del totale delle donne, mentre per gli uomini la quota sale al 26,2%.

Regione per Regione - La Regione che tratta in modo più equilibrato uomini e donne è il Lazio, dove la quota di rapporti con retribuzione inferiore alla mediana regionale è più simile tra i generi (46,8% dei rapporti maschili e 54,8% di quelli femminili). Le Regioni con maggiore squilibrio sono invece Valle d'Aosta (42,1% dei contratti maschili sotto la mediana e 60,1% di quelli femminili), Molise (43,3% dei rapporti maschili e 61,3% di quelli femminili) e Basilicata (43,7% contro 63%).

Disoccupazione nell'Eurozona stabile all'8,1% - Continua a crescere il livello della disoccupazione in Italia, secondo il report diffuso dall'Ocse. Nell'Eurozona, afferma l'organismo internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica, la media resta invece stabile all'8,1% per il quarto mese consecutivo.