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Ex Ilva, ArcelorMittal firma accordo con i commissari 

I sindacati hanno bocciato lʼintesa poiché "prevede una fase di stallo per il 2020"

Pace fatta tra l'amministrazione straordinaria dell'ex Ilva di Taranto e ArcelorMittal. Dopo 4 mesi di trattative, i commissari e i vertici del gruppo hanno trovato un accordo che ha portato alla modifica del contratto di affitto, finalizzato alla vendita dello stabilimento, con l'obiettivo di garantire la continuità aziendale del polo siderurgico pugliese. I sindacati hanno bocciato l'intesa poiché "prevede una fase di stallo per il 2020".

Finisce così la battaglia legale iniziata a novembre, dopo l'atto di citazione depositato a Milano dai legali del gruppo franco indiano con la richiesta di "accertare e dichiarare l'efficacia del diritto di recesso dal contratto di affitto con obbligo di acquisto dei rami di azienda sottoscritto inter partes il 28 giugno 2017".

 

Immediata la reazione dell'amministrazione straordinaria dell'ex Ilva che, nella speranza di bloccare il progetto di addio di ArcelorMittal, depositò un ricorso cautelare d'urgenza contro la recissione del contratto. Il contezioso civile non è tuttavia mai entrato nel vivo: tutte le udienze sono state rinviate dal giudice, alla luce delle richieste delle parti che fin dall'inizio hanno tentato la strada della conciliazione.

 

Contro l'accordo i sindacati che, in un comunicato unitario firmato dai leader di Cgil, Cisl e Uil e dai segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, hanno sottolineato che "il negoziato avvenuto da novembre 2019 non ha visto alcun coinvolgimento delle organizzazioni sindacali" e che "alla luce dei contenuti appresi, riteniamo assolutamente non chiara la strategia del governo in merito al risanamento ambientale, alle prospettive industriali e occupazionali del gruppo".

 

Nella nota unitaria i rappresentanti dei lavoratori aggiungono che "a questa incertezza si somma una totale incognita sulla volontà dei soggetti investitori, a partire da ArcelorMittal, riguardo il loro impegno finanziario nella nuova compagine societaria che costituirà la nuova AM Investco. Nei fatti il preaccordo prevede una fase di stallo da qui alla fine del 2020 per quanto riguarda le prospettive e l`esecuzione del piano industriale". 

 

In base all'accordo, ArcelorMittal si impegna "ad impiegare alla fine del nuovo piano industriale 2020-2025 il numero complessivo di 10.700 dipendenti". E' fissato inoltre al 31 maggio 2020 il termine per trovare un accordo con i sindacati "fino al raggiungimento della piena capacità produttiva". Le parti si impegnano poi a favorire la ricollocazione dei dipendenti rimasti all'amministrazione straordinaria.

 

Il contratto prevede anche che ArcelorMittal possa esercitare il recesso, con una comunicazione da inviare entro il 31 dicembre 2020, nel caso in cui non sia stato sottoscritto il Nuovo Contratto di Investimento entro il 30 novembre 2020. Inoltre "a pena di inefficacia dell'esercizio del diritto di recesso", ArcelorMittal dovrà versare ad Ilva "una caparra penitenziale di 500 milioni di euro".

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