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Classe energetica, con la nuova direttiva Ue in Italia fuorilegge il 74% degli immobili

Il documento, che il 9 febbraio inizierà l'iter al Parlamento europeo, prevede che entro il 2030 tutti gli edifici in classe F e G vengano ristrutturati e portati almeno in classe E. Fratelli d'Italia: "Norma che nasconde una patrimoniale" 

La classe energetica degli edifici in tutta Europa dovrà migliorare drasticamente nei prossimi anni.

Entro il 2030, secondo quanto prevede la nuova direttive Ue sull'efficienza energetica (che inizierà il proprio iter al parlamento europeo il 9 febbraio), gli immobili del Vecchio Continente che sono ancora in classe F o addirittura in classe G dovranno essere obbligatoriamente ristrutturati per portarli almeno in classe E. Ma si tratta solo del primo passo, perché entro il 2050 tutti gli edifici andranno via via ristrutturati, e portati a emissione zero. Un traguardo che ha già suscitato non poche polemiche anche in Italia, uno dei Paesi dove il patrimonio edilizio è più datato.

 

Immobili ed efficienza energetica: i numeri

 

In Italia il 74% degli edifici fuori norma

 Secondo l'Ance, l'Associazione nazionale dei costruttori edili, dei 12,2 milioni di edifici residenziali presenti nel nostro Paese oltre 9 milioni (cioè il 74%) non rientrano nelle performance energetiche indicate dalla direttiva, e soprattutto sarà molto difficile farli rientrare visti i tempi brevi previsti: ristrutturare 9 milioni di edifici in 7 anni si prospetta come uno sforzo smisurato.

 

La classe energetica

 Le classi energetiche sono 10, e vanno dalla G, il livello più basso, alla A4, quello migliore. Ogni classe è definita da un intervallo di consumo misurato in kWh/m2 anno, indicato a livello europeo con la sigla EPgl.

  • Classe A4: minore o uguale a 0,40 EPgl
  • Classe A3: maggiore di 0,40 EPgl e minore o uguale a 0,60 EPgl
  • Classe A2: maggiore di 0,60 EPgl e minore o uguale a 0,80 EPgl
  • Classe A1: maggiore di 0,80 EPgl e minore o uguale a 1,00 EPgl
  • Classe B: maggiore di 1,00 EPgl e minore o uguale a 1,20 EPgl
  • Classe C: maggiore di 1,20 EPgl e minore o uguale a 1,50 EPgl
  • Classe D: maggiore di 1,50 EPgl e minore o uguale a 2,00 EPgl
  • Classe E: maggiore di 2,00 EPgl e minore o uguale a 2,60 EPgl
  • Classe F: maggiore di 2,60 EPgl e minore o uguale a 3,50 EPgl
  • Classe G: maggiore di 3,50 EPgl

Per conoscere il consumo ipotetico annuo per riscaldare e rinfrescare la casa è quindi necessario moltiplicare i metri quadri dell'abitazione per l'indice EPgl.

 

Il miglioramento di classe

 Migliorare la classe energetica di un edificio è sicuramente possibile, ma per farlo sono necessari interventi importanti: per "saltare" da una classe energetica a quella superiore, infatti, è necessario migliorare del 25% circa l'efficienza energetica del proprio appartamento. E così per ogni salto successivo: ogni classe consuma circa il 25% di energia in meno di quella che la segue.

 

 

Le date

  Secondo la road-map prevista dalla direttiva Ue, entro il 2030 dovranno essere portati almeno in classe E gli immobili in classe F e in classe G. Successivamente, entro il 2023 andranno portati almeno in classe D gli edifici in classe E. Entro il 2040, poi, andranno efficientati tutti gli edifici in classe D. E infine, entro il 2050, tutti gli edifici d'Europa dovranno essere a emissioni zero. Quindi, per gli immobili di classe energetica più bassa, secondo il documento, non basterà salire di un paio di classi: nei prossimi 27 anni dovranno comunque essere messi a norma a più riprese (oppure portati subito nella classe più efficiente).

 

L'iter della direttiva

 Le disposizioni contenute nella direttiva non sono comunque ancora definitive, perché vanno approvate dal Parlamento europeo. Una volta superato questo scoglio, la direttiva dovrà essere recepita dai singoli Stati membri, che dovranno quindi mettere mano anche a tutte le regolamentazioni edilizie.

 

Le polemiche

 L'approdo al Parlamento Ue della direttiva (della quale si era già parlato a fine 2021) ha sollevato parecchie polemiche. A partire da quelle interne all'Europarlamento: il rapporto presentato dal relatore irlandese Ciarán Cuffe (Verdi europei) modifica infatti in 289 punti il progetto di revisione presentato dalla Commissione europea a fine 2021, ma gli eurodeputati hanno già depositato altri 1.279 emendamenti, in buona parte per sottolineare che l'impianto proposto dall'Esecutivo Ue non tiene conto della nuova realtà economica dopo l'invasione russa dell'Ucraina. In tutto quindi le modifiche proposte sono al momento ben 1.568.

 

Mattia (Fratelli d'Italia): norma Ue nasconde una patrimoniale

 "Stiamo seguendo con attenzione l'evolversi dell'iter della norma europea che obbliga i proprietari di immobili con classe energetica bassa a ristrutturarli entro il 2030 e che subordina al possesso di una classe energetica alta la possibilità di vendita o di affitto. Secondo questa norma, che riteniamo inaccettabile, in Italia sarebbero da ristrutturare due case su tre". Lo ha detto, in una nota, l'onorevole Aldo Mattia di Fratelli d'Italia. "In un momento di difficoltà economica, in cui l'obiettivo del Governo Meloni e' quello di rimanere al fianco delle famiglie - ha aggiunto il parlamentare eletto in Basilicata - non si puo' avallare una misura che mette quelle stesse famiglie in serie difficoltà. Per questo, come Fratelli d'Italia abbiamo presentato in Parlamento una risoluzione perché questo processo normativo comunitario venga tenuto sotto controllo. Non si può accettare di penalizzare gli italiani, storicamente e culturalmente legati alla proprietà immobiliare, con una norma che - ha concluso Mattia - nasconde una vera e propria patrimoniale".

 

"Interventi non materialmente realizzabili"

 E anche in Italia Confedilizia sottolinea che "se la proposta di direttiva non dovesse essere modificata nella parte relativa alle tempistiche e alle classi energetiche, dovranno essere ristrutturati in pochi anni milioni di edifici residenziali. Senza considerare che in moltissimi casi gli interventi richiesti non saranno neppure materialmente realizzabili, per via delle particolari caratteristiche degli immobili interessati. Inoltre, i tempi ridottissimi determineranno una tensione senza precedenti sul mercato, con aumento spropositato dei prezzi, impossibilità a trovare materie prime, ponteggi, manodopera qualificata, ditte specializzate, professionisti ecc". E anche l'Ance chiede al governo "un sistema strutturato di incentivi statali mirati e stabili" per intervenire.

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