I rincari delle bollette riguardano, in particolare, i settori energivori
© Da video
Per le bollette del gas gli artigiani, gli esercenti, i negozianti e i piccoli imprenditori pagano il doppio rispetto alle grandi industrie manifatturiere o commerciali, e "solo" il 55% in più per l'energia elettrica. Lo afferma l'Ufficio studi della Cgia di Mestre denunciando la "perdurante penalizzazione nei confronti delle realtà produttive di piccola e piccolissima dimensione". Per quanto riguarda il gas, nel 2024 le piccole aziende hanno pagato il gas mediamente 99,5 euro a Megawattora e le grandi 47,9 euro. L'energia elettrica è invece costata alle piccole aziende italiane 218,2 euro al MWh, contro i 140,4 delle realtà più grandi.
Per questo differenziale ci sono anche delle ragioni oggettive, ad esempio l'acquisto di energia in grandi volumi per le "grandi" tramite broker che sono in grado di negoziare tariffe più basse. Le piccole imprese, invece, acquistano poca energia e non hanno molto margine di trattativa. Le grandi aziende energivore hanno poi agevolazioni fiscali e sconti su accise e oneri, riconosciuti per legge.
I rincari delle bollette riguardano, in particolare, i settori energivori. Per il gas, in questi ultimi anni le difficoltà hanno colpito i comparti del vetro, della ceramica, del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l'alimentazione, la chimica. Per quanto concerne l'energia elettrica, invece, rischiano il blackout le acciaierie/fonderie, l'alimentare, il commercio, alberghi, bar-ristoranti, altri servizi.
Tra i distretti produttivi soffrono in particolare il cartario di Lucca-Capannori; le materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova; i metalli di Brescia-Lumezzane; il metalmeccanico del basso mantovano; il metalmeccanico di Lecco; le piastrelle di Sassuolo; la termomeccanica di Padova; il vetro di Murano.