Caro energia, Confindustria Nord contro il governo: "Insoddisfatti dalle misure, il sistema produttivo a rischio paralisi"
Gli interventi messi in campo dal governo per arginare i rialzi dell'energia non sono sufficienti, secondo gli esponenti della categoria. Serve un Piano energetico nazionale
I presidenti di Confindustria Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, a seguito delle misure approvate dal Cdm per arginare il caro energia, esprimono profonda "insoddisfazione e preoccupazione".
Pur nella consapevolezza che l'intero sistema industriale italiano è a "rischio paralisi tra aumenti delle materie prime, difficoltà di approvvigionamento delle forniture e costo dell'energia - sottolineano -, nel decreto manca la determinazione di cui c'è assoluto bisogno in periodi eccezionali come quelli che stiamo vivendo".
"Intervenire subito compensando gli aumenti" - La preoccupazione è forte tra le imprese del Nord, secondo le quali occorre "Intervenire immediatamente, con ogni misura possibile e sostenibile, per compensare l'aumento dei costi dell'energia, anche attraverso un price-cap/tetto sui prezzi, e gli effetti delle sanzioni legate alla guerra per i settori o le imprese direttamente colpite. L'Italia e la sua industria stanno pagando il prezzo più alto d'Europa".
Serve trasparenza - La trasparenza del mercato energetico, evidenziano i presidenti di Confindustria Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, deve "poter permettere di legare al costo delle forniture il prezzo al clienti, non ai valori oscillatori delle speculazioni quotidiane".
Sistema fiscale - E aggiungono: "Anche il sistema fiscale che grava sui prodotti energetici va reso lineare, chiaro e trasparente. Non è possibile che le imposte raddoppino il costo del carburante e siano la sommatoria di accise accumulate nei decenni. La scelta di intervenire con sconti e ristori temporanei limitati nel tempo e negli impatti, poi, è in contrasto con le previsioni, anche quelle meno pessimistiche, di alti livelli dei prezzi sui mercati energetici prolungati nel tempo. Sono poi irricevibili, causa insostenibilità, le ipotesi o gli scenari di riduzione teorici dei consumi energetici dell'industria".
Piano energetico nazionale - Il Paese deve definire rapidamente un "vero e proprio Piano energetico nazionale che preveda un nuovo mix di forniture e fonti. Occorre accelerare la realizzazione degli impianti di rinnovabili sbloccando, nell'interesse nazionale, gli iter autorizzativi, oggi di fatto bloccati in molti ambiti ed aree. Contemporaneamente è indispensabile accelerare l'aumento del prelievo nazionale di gas, anche con nuove esplorazioni, e riattivare gli investimenti previsti sui rigassificatori. Il Pnrr può essere parzialmente rivisto e rimodulato in funzione della necessità di sostenere gli investimenti in campo energetico, mentre con maggiore decisione devono essere riprese le riforme timidamente approcciate in questi mesi: prima di tutte quella del fisco, intervenendo strutturalmente sul cuneo fiscale".
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