Il governatore della Banca d'Italia auspica al più presto una riforma fiscale che snellisca la stratificazione di norme, che renda più facili agevolazioni e esenzioni. Poi il monito sullo spread che sale
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Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha affermato che "saremmo stati più poveri senza l'Europa, lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario. Addossare all'Europa le colpe del nostro disagio è un errore". Secondo Visco invece l'urgenza è un'altra: "In prospettiva il Paese ha bisogno di un'ampia riforma fiscale", ha detto.
Riforma fiscale - L'Italia "ha bisogno di un'ampia riforma fiscale", che riordini quel "complesso" articolato di "nuove forme di tassazione", "agevolazioni e esenzioni" che si è "stratificato" dagli anni settanta, e punti a incentivare lavoro e imprese. "Rivedendo solo alcune agevolazioni o modificando la struttura di una singola imposta si proseguirebbe in questo processo di stratificazione. Bisogna invece interromperlo - ha spiegato Visco - per disegnare una struttura stabile che dia certezze a chi produce e consuma, investe e risparmia, con un intervento volto a premiare il lavoro e favorire l'attività di impresa, tenendo conto delle interazioni tra tutti gli elementi del sistema fiscale: tra il livello della tassazione indiretta e quello degli aiuti per i redditi più bassi; tra le aliquote delle imposte dirette e le detrazioni e deduzioni che le accompagnano; tra il sostegno dei redditi e gli incentivi al lavoro; tra le varie eccezioni al regime generale di tassazione previsto per ciascuna base imponibile; tra tutte queste componenti e il contrasto all'evasione, da attuare sfruttando appieno le tecnologie disponibili".
Spread alto limita crescita - Poi il monito sul "rischio di una 'espansione restrittiva'" a causa dell'innalzamento dei livelli dello spread. - Lo spread Btp-Bund elevato sta cominciando ad avere effetti negativi sull'offerta di credito, con segnali di un irrigidimento nei prestiti alle imprese, ha sostenuto il governatore della Banca d'Italia, secondo cui "finora la trasmissione del maggiore costo dei titoli pubblici a quello dei prestiti delle banche a imprese e famiglie è stata limitata, grazie all'ampia liquidità e alle migliori condizioni dei bilanci degli intermediari. Cominciano tuttavia a emergere segnali di tensione".
"Secondo i sondaggi - ha precisato il governatore nelle Considerazioni finali - le politiche di offerta dei prestiti, pur rimanendo nel complesso distese, si stanno gradualmente irrigidendo, soprattutto per le piccole imprese, a seguito del deterioramento del quadro macroeconomico e dell'aumento dei costi di provvista delle banche". "Si stima - ha poi aggiunge Visco - che a parità di altre condizioni, e senza tenere conto degli effetti negativi sulla fiducia di famiglie e imprese, rendimenti delle obbligazioni pubbliche di 100 punti base più alti determinino una riduzione del prodotto dello 0,7% nell'arco di tre anni".
Italia ha punti di forza per fronteggiare congiunture - "Il nostro Paese può fare affidamento su punti di forza in grado di sostenere l'attività in una congiuntura sfavorevole. Nel decennio in corso le esportazioni di beni hanno tenuto il passo della domanda estera, interrompendo la precedente lunga fase di calo delle quota di mercato mondiale", ha constatato.