La produzione di cemento è responsabile di circa l'8% delle emissioni globali di anidride carbonica. Un gruppo di ricercatori dell’Università del Colorado Boulder guidati da Wil Srubar, professore associato d'ingegneria civile, ambientale e architettonica, ha trovato un’alternativa che potrebbe impedire che due miliardi di tonnellate di CO2 vengano immesse nell'atmosfera ogni anno dalla produzione di cemento tradizionale. Il team ha sviluppato un metodo per creare in laboratorio un bio-materiale per i mattoni partendo dalle alghe calcificanti che utilizzano la CO2 disciolta in acqua per produrre calcare attraverso la fotosintesi.
"Ho lavorato molto con i cementi alternativi. Ma è stato solo mentre facevo snorkeling durante la mia luna di miele che ho iniziato a pensare davvero a come questi organismi, queste alghe macro e microscopiche, fanno crescere queste strutture. Tutto ciò di cui hanno bisogno è luce solare, acqua di mare e CO2" ha spiegato il professor Srubar. Il ricercatore si è quindi ispirato alle barriere coralline che sono strutture forti e durature composte principalmente da carbonato di calcio, un ingrediente chiave del calcare. Secondo il team se da un lato durante il processo di realizzazione dei mattoni non avvengono emissioni di CO2, dall’altro i bio-mattoni riescono effettivamente anche ad assorbire la CO2 grazie alle alghe che assorbono l’anidride carbonica naturalmente. Secondo le stime dei ricercatori per produrre tutto il cemento di cui gli Stati Uniti avrebbero bisogno, basterebbe creare delle superfici di microalghe coltivate in stagni che coprirebbero solo lo 0,5% di tutta la superficie terrestre degli USA. L’obiettivo è quello d'iniziare a produrre i nuovi bio-mattoni entro la fine dell’anno.
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