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Assunta Siviero: "Determinazione? Non solo raggiungere un obiettivo, ma restare fedeli al proprio credo con impegno e perseveranza"

Assunta Siviero, Sales Director Italy di MFS Investment Management, si racconta ai lettori di Tgcom24

di Carlotta Tenneriello
12 Mag 2025 - 05:00
 © Ufficio stampa

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Assunta, avere le idee chiare è una tua caratteristica. Sei sempre stata così determinata fin da piccola?
I miei genitori mi hanno sempre definito una ragazzina testarda, ma al tempo stesso molto volenterosa, socievole e forse anche un po’ iperattiva. Mi tenevano sempre impegnata tra studio, attività sportive e musica e, anche se spesso si trattava di semplici attività amatoriali, mi impegnavo tanto per fare del mio meglio. Fin da piccola è come se avessi avuto una bussola dentro di me, che non sapevo esattamente dove mi avrebbe portato, ma mi faceva sentire viva e piena di energia. Avere le idee chiare però non significa non avere dubbi, infatti per me significa avere il coraggio di essere se stessi e rimanere concentrati sui propri obiettivi. Però, credo che la determinazione non sia solo il voler raggiungere un obiettivo. É molto di più: significa restare fedeli al proprio credo, anche quando le cose si fanno difficili, con impegno e perseveranza. Un po’ come la frase che ho visto incisa sul ponte dell’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Militare italiana, che ho fatto mia, ovvero “Non chi comincia, ma quel che persevera!”.

Una solida preparazione universitaria ti ha traghettata subito nel mondo del lavoro: com’è andata?
Il mio percorso accademico è stato molto lineare. Ho studiato finanza, con qualche parentesi estera, e mi sono inserita fin da subito in questo mondo, ma confesso che non è stato assolutamente facile e assai diverso da film tipo “The Wolf of Wall Street”. Ho capito che era importante acquisire un’esperienza internazionale e per questo ho puntato alla City. Tanti colloqui, spesso falliti...ma dentro di me sentivo che non dovevo mollare e che prima o poi avrei trovato qualcuno che mi desse fiducia per poter iniziare a mettere in pratica quanto avevo imparato nelle aule universitarie. Le esperienze internazionali sono state utilissime sia dal punto di vista professionale che personale, per poter vedere il mondo sotto un’altra lente e imparare a lavorare in team multiculturali. Poco dopo però è arrivata la Global Financial Crisis del 2008 e come nel gioco dell’oca, sono tornata indietro di un po’ di caselle e mi sono dovuta rimboccare le maniche, ricominciando dal gradino più basso. Non è stato semplice, ma per fortuna sono qui a raccontarlo.

Il tuo impegno è stato subito nella finanza, dove hai costruito le basi per una carriera rapidissima. Come donna hai avuto qualche difficoltà o il “soffitto di cristallo” nella tua esperienza non c’è stato?
Quando sono entrata nel mondo della finanza pensavo che fosse un luogo comune la scarsa presenza di donne, ma presto mi sono resa conto che era realtà. Ho sempre fatto fatica a capire il perché, dato che la competizione e la professionalità sono caratteristiche che prescindono dal genere. Tuttavia, ricordo che nel desk di analisti finanziari per cui ho lavorato agli inizi della mia carriera ero l’unica donna. In tutto il piano eravamo solo quattro ragazze su 53 persone. Anche nelle esperienze successive, nei team con cui ho collaborato, noi donne eravamo mosche bianche. Spesso sono stata l’unica, ma questo non mi ha bloccata. A volte mi sono scoraggiata nel vedere che altri avevano vita più facile e una crescita professionale più rapida. Tuttavia, ho scelto di andare avanti per la mia strada, faticando anche di più e spesso rinunciando a un po’ di vita personale per poter accumulare un certo vantaggio professionale.

Parliamo di MFS: quando e come sei entrata in questa realtà?
Ho appena compiuto l’ottavo compleanno e ancora mi sembra ieri. Il tempo sta davvero volando e in questi anni abbiamo fatto passi da gigante. Quando sono arrivata in MFS, nell’ufficio italiano eravamo solo tre persone. Sono stata la prima assunta per seguire il progetto di sviluppo del business "retail”. Il bello però è che ci siamo sempre dati una mano, avevamo l’obiettivo comune di crescere e lo abbiamo sempre perseguito insieme, ognuno con il proprio contributo. Sono arrivata qui con il classico processo di selezione internazionale. Ho fatto un’infinità di colloqui, conoscendo colleghi di tantissime divisioni. C’era armonia e passione nelle persone che incontravo e questo mi ha stupito molto, oltre a essere dei team davvero internazionali che lavoravano a strettissimo contatto. Non è sempre cosi. Spesso, nonostante si lavori in una società internazionale, i team sono molto separati e ci si incontra soltanto negli eventi ufficiali. Qui non è cosi. È davvero una realtà globale.

Qual è la chiave del vostro successo?
La risposta è semplice: le persone. Tutti quei colloqui sono serviti non solo a testare la preparazione, ma soprattutto la persona. É stata una scelta reciproca e credo che questo sia fondamentale, visto che passiamo più di metà della giornata lavorando con i colleghi. La cosa interessante in MFS è la pluralità di background e il forte orientamento alla collaborazione, come in una vera squadra. Sicuramente ci sono esempi di leadership molto forti, ma un leader senza un team non fa molta strada.

Progetti e programmi per il futuro?
Mi diverto molto nel mio ruolo a contatto con i clienti, è un apprendimento costante. Dico sempre che “se sei vicino al cliente puoi realmente capire le sue necessità, e lavorare con il resto della squadra per fornire gli strumenti adeguati”. Sembra scontato, ma ti assicuro che non è così, perché spesso i prodotti e le campagne commerciali vengono concepiti da chi non è a contatto con i clienti. Perciò, nel mio prossimo futuro, mi vedo sempre a contatto con i clienti, magari esplorando qualche altra divisione del business per allargare la mia formazione.

Qualcosa su di te: hobby e curiosità.
Sono mamma di uno splendido bimbo, che occupa con gioia buona parte del mio tempo libero. Ci piace andare alla scoperta di posti nuovi. Con tutta la famiglia, con zaino in spalla e le giuste scarpe facciamo delle bellissime passeggiate nella natura e non solo. In generale mi piace stare all’aria aperta e disconnettermi dalla tecnologia. Sono amante del mare e, quando il piccolo sarà più grande, gli farò conoscere la barca a vela. Non disdegno la montagna, sia d’inverno che d’estate, dove mi rilasso in compagnia di qualche buon libro.

Infine, ultimo ma non meno importante: un tuo suggerimento alle ragazze che intendono fare carriera in ambito finance?
Mi sento di dare giusto un paio di consigli in base alla mia esperienza. Il primo: cercate stage già durante l’università, anche in piccole aziende, per iniziare a capire nella pratica che cos’è il mondo del lavoro, ma anche quali sono le reali passioni e attitudini. La finanza è vasta e piena ruoli che tra i banchi dell’università non si conoscono: saperli prima rende più facile capire dove ci si vede nel tempo e d'altra parte l’esperienza si fa sul campo. La seconda: siate ambiziose ma realiste. Soprattutto non scoraggiatevi: la gavetta è dura, ma serve!

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