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Anna Maria Mazzini: "La leadership? Un equilibrio tra pragmatismo e intuizione"

Anna Maria Mazzini, Marketing and Product Director di Pluxee Italia, si racconta ai lettori di Tgcom24

di Carlotta Tenneriello
29 Set 2025 - 05:00
 © Ufficio stampa

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Anna Maria, hai studiato in contesti molto stimolanti e internazionali: quanto hanno influenzato il tuo modo di fare business e quanto al raggiungimento degli obiettivi aziendali?
Quando ho scelto l’università, ho volutamente cercato un percorso che si distaccasse dai modelli più tradizionali. Inizialmente avevo scelto un corso di laurea che potesse conciliare il mio interesse per il marketing e la comunicazione e la passione per i beni culturali, e la mia tesi di laurea, infatti, ha riguardato proprio la comunicazione in quell’ambito. Allo stesso tempo sentivo l’esigenza di un approccio più internazionale e pratico, che mi permettesse di sperimentare e non solo di studiare. La scelta di un titolo di studi inglese conseguito tra Italia ed estero è stata in questo senso determinante: corsi in inglese, un mix tra economia e marketing e un anno intero a New York, in un college interamente dedicato al marketing. Quell’esperienza è stata un punto di svolta. Da un lato, perché mi ha messo a contatto con studenti provenienti da tantissimi Paesi: confrontarmi ogni giorno con culture e approcci diversi mi ha insegnato a guardare i problemi da prospettive multiple, un’attitudine che ancora oggi porto nel mio lavoro. Dall’altro, perché negli Stati Uniti ho svolto il mio primo vero stage retribuito e lì, come sappiamo, con gli internship non si scherza. È stata la mia prima immersione concreta nel mondo del digitale: ho scoperto un settore in rapidissima evoluzione, fatto di sperimentazione continua e di risultati immediatamente misurabili. Me ne sono innamorata. Al rientro in Italia avevo ancora dentro di me la passione per i beni culturali, ma ormai sapevo con certezza che il mio futuro sarebbe stato nel digitale. L’internazionalità, l’approccio pragmatico e quella combinazione di curiosità e rigore che avevo maturato a New York sono diventati la bussola del mio modo di lavorare e, ancora oggi, guidano la mia visione nel raggiungere gli obiettivi aziendali.

Dalla laurea al mondo del lavoro il passo è stato breve. Quali sono stati i passaggi chiave che ti hanno portata a rivestire un ruolo apicale in Pluxee Italia?
Ho iniziato subito in aziende “pure digital”. In Buongiorno ho avuto la possibilità di lavorare in un settore che stava letteralmente nascendo: gestire contenuti digitali e, in breve tempo, coordinare dall’Italia le prime campagne internazionali è stata una palestra straordinaria. Da lì si è sviluppato un percorso in cui marketing e prodotto sono sempre andati di pari passo, con una forte attenzione ai KPI (indicatore Chiave di Prestazione), al digitale e all’analisi dei dati. In InfoJobs, entrata quando era ancora una start up, ho assunto il mio primo ruolo manageriale. È stato lì che ho davvero imparato lo spirito imprenditoriale: guardare sempre oltre il dettaglio operativo e tenere una visione ampia e interconnessa, anche nei momenti di maggiore pressione. Successivamente, esperienze in realtà come Privalia, Vente-Privee e Chili mi hanno permesso di consolidare un approccio fatto di pragmatismo e capacità di orchestrare stakeholder diversi in un unico circolo virtuoso. Un passaggio importante è stato l’ingresso in Sephora, dove ho potuto sperimentare i principi e le metriche del digitale in un contesto retail. Introdurre nelle campagne di CRM e iniziative in-store la stessa attenzione a dati, tracciamenti e KPI tipica del digitale è stata una sfida entusiasmante, che mi ha fatto comprendere ancora meglio quanto sia cruciale integrare mondi diversi per creare esperienze di valore per i clienti. In Pluxee ho ritrovato tutti questi elementi: una visione strategica basata su KPI e analisi, e al tempo stesso la capacità di unire stakeholder diversi per far crescere un settore che oggi sta vivendo una piccola grande rivoluzione.

Leadership al femminile: cosa significa oggi, a tuo avviso, essere una donna in una posizione tanto importante in un settore altamente competitivo?
Per me la leadership è un equilibrio tra pragmatismo e intuizione. Oggi i contesti aziendali sono finalmente maturi, seppur con un certo ritardo, per accogliere donne in posizioni di leadership. Non direi che si tratta solo di una questione di genere, ma di competenze: le organizzazioni hanno bisogno di figure capaci di guidare con visione, di prendere decisioni in contesti complessi e di portare risultati concreti e misurabili. Ogni individuo sviluppa il proprio modello di leadership in base all’esperienza, alla personalità e al percorso che ha vissuto. Per questo credo che il vero punto di svolta non sia tanto il “valore aggiunto di essere donna”, quanto il riconoscere che la leadership efficace nasce dalla preparazione, dalla capacità di generare impatto e dal coraggio di interpretare il proprio ruolo in modo autentico. Purtroppo, in alcuni ambienti esiste ancora una visione limitata che lega la leadership al genere maschile, ma la comunità di dirigenti e manager donne è sempre più forte, aperta alla collaborazione e capace di portare prospettive nuove ed efficaci. In Pluxee, la diversity – a partire da quella di genere – è un valore fondamentale: significa valorizzare competenze e visioni diverse per costruire insieme innovazione e crescita.

Pluxee è sinonimo di soluzioni per il welfare aziendale e l’employee engagement. Quali sono i successi di cui vai più fiera?
In un settore che negli ultimi anni ha conosciuto un’accelerazione importante, sono orgogliosa di aver guidato alcuni passaggi che hanno davvero fatto la differenza. Uno dei primi è stato il ripensamento dei nostri asset digitali: fino a poco tempo fa, le piattaforme del settore erano concepite quasi esclusivamente come strumenti di back-office per le HR, veri e propri gestionali, spesso poco intuitivi e lontani dall’esperienza dell’utente finale. Noi siamo stati pionieri nel mettere al centro la user experience: abbiamo trasformato questi strumenti in ambienti digitali moderni, accessibili, piacevoli da utilizzare, pensati non solo per chi li gestisce ma soprattutto per i dipendenti che ne usufruiscono. Un altro traguardo importante è stato il lancio di Pluxee in Italia. Partivamo da zero, senza alcuna riconoscibilità, e in appena due anni siamo riusciti a costruire un’identità forte, fresca e digitale, che oggi è già associata a valori positivi e innovativi. È stato un progetto anche a livello personale molto sfidante ma dalle grandi soddisfazioni, con il coinvolgimento di tutti i colleghi in azienda. Infine, sono particolarmente fiera delle ricerche recenti sui Buoni Pasto e il costo medio della pausa pranzo in Italia, che ha portato un contributo rilevante al dibattito sul welfare aziendale. Con questo lavoro abbiamo fatto emergere dati preziosi sulle discrepanze tra ciò che le aziende pensano di offrire e ciò che i lavoratori realmente desiderano, contribuendo a orientare la conversazione verso trend più concreti e vicini ai bisogni delle persone.

Nuove esigenze del lavoro: come stanno cambiando le aspettative delle persone rispetto al benessere in azienda e quali sono i trend più significativi per il futuro del welfare e dei benefit?
Le persone oggi guardano al welfare aziendale con molta più attenzione rispetto al passato. Secondo le nostre ultime ricerche di mercato, ad esempio, il 74% di chi è alla ricerca di lavoro presta attenzione ai benefit offerti dall'azienda e addirittura un 44% si dichiara potenzialmente poco attratto da offerte lavorative che non includono informazioni sui benefit. Un altro dato rilevante, sempre secondo le nostre ricerche, è che il 58% dei lavoratori segnala che il benefit aziendale ideale dovrebbe dimostrarsi in grado di incidere positivamente sul bilancio familiare. Il welfare non si esaurisce quindi in un solo strumento: oggi i dipendenti cercano soluzioni personalizzate che spaziano da benefit come i buoni pasto, i buoni acquisto o i buoni benzina, fino alle soluzioni per salute, la mobilità e il tempo libero. A mio avviso, un buon piano welfare è costituito dall’insieme delle politiche aziendali per i dipendenti, tenendo sempre presente l’attenzione alla diversità delle popolazioni aziendali in termini di bisogni, stili di vita e fasce di età. È proprio questo il cuore di quello che facciamo tutti i giorni in Pluxee, con la passione che ci contraddistingue. 

Un tuo suggerimento alle ragazze che sognano di intraprendere un percorso manageriale nel mondo del business e della crescita aziendale?
Mi sento di condividere che all’inizio della carriera sperimentare è fondamentale. Si tratta di un percorso professionale e umano che aiuta ad aprire la mente, sviluppare flessibilità e capire davvero cosa appassiona. Ma una volta individuata la propria strada, bisogna crederci fino in fondo e prepararsi tanto. Questa credo sia la chiave di tutto. Le difficoltà e le incertezze arriveranno, ma la preparazione è ciò che dà sicurezza e permette di costruire il proprio percorso e team solidi attorno a sé.

Qualcosa su di te per i nostri lettori: una tua passione e qualcosa a cui non rinunceresti mai…
Il mio tempo libero è spesso dedicato al trekking: nel weekend amo fare escursioni per staccare e ritrovare energia. La montagna offre tantissime possibilità di esplorare paesaggi e bellezze naturali sempre diverse, e perché no, qualche sfida. Questo sport è particolarmente in linea con la mia curiosità e la voglia che ho di mettermi in gioco.  Per tanti anni ho anche montato a cavallo ogni sera dopo il lavoro. Sono due passioni diverse, ma con un tratto comune: richiedono una grande concentrazione e ti assorbono totalmente. Questo ti concede la possibilità di mettere le distanze dai problemi, anche solo per qualche ora, e di guardare i fatti da una prospettiva diversa. Tornare con una nuova energia è ciò che le rende per me indispensabili.