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Cristiana Milanesi: "Bisogna creare una cultura in cui diversità e inclusione rispondono a bisogni concreti"

Cristiana Milanesi, P&O Director South Europe e Global Sales Business Partner di Mars, si racconta a Tgcom24  

Vulcanica e curiosa, Cristiana Milanesi si occupa da sempre di Risorse Umane e ha da poco lanciato la campagna #HereToBeHeard a favore delle donne: ecco la sua storia.

Cristiana Milanesi, P&O Director South Europe e Global Sales Business Partner di Mars

Cristiana, buongiorno. Siamo in lockdown di nuovo: com’è la tua esperienza?
Sono a casa in smart working da un anno circa: un periodo certamente duro per tutti, in cui tuttavia la parte professionale è stata la meno stravolta, almeno per quanto concerne il lavorare da casa. Mars, azienda multinazionale, nota per l’iconica barretta al cioccolato e per i suoi snack, ma impegnata anche nel settore dei prodotti per animali da compagnia, è sempre stata all’avanguardia su molti temi, incluso questo: pensa che abbiamo iniziato ad applicare questa modalità di lavoro fin dal 2009, quindi oltre dieci anni fa! Quando è stato dichiarato il primo caso di Covid-19 in Italia nel febbraio dello scorso anno, abbiamo subito messo tutti gli Associati in smart working: non è stato né difficile, né traumatico, tenuto conto che lavorare in maniera autonoma e responsabile fa parte della cultura aziendale di stampo manageriale di Mars, che si basa sui risultati e non sul tempo trascorso in presenza. Per quanto riguarda invece l’organizzazione familiare, in questo momento uno dei miei due figli segue le lezioni in DAD a casa con me, mentre l’altro è in ufficio con mio marito: la didattica a distanza è indubbiamente un esercizio molto complicato anche per noi genitori, impegnati a destreggiarci tra lavoro e famiglia.

 

Sei una manager di successo: vorrei sapere come è iniziato il tuo percorso professionale.
Sono sempre stata una brava studentessa e da giovane ho attraversato varie fasi: ho pensato di fare l’insegnante, poi la reporter - magari di guerra – per poi decidere di fare la storica. Dopo la maturità ho optato quindi per gli studi storici all’università, senza lasciarmi intimorire da eventuali scarse opportunità di trovare un’occupazione dopo la laurea. Oggi rivendico con orgoglio la mia scelta e la mia passione, che hanno costituito una ricchezza incredibile della mia vita, perché mi hanno consentito di saper analizzare i contesti, di andare in profondità e di sviluppare una importante capacità analitica. 
 
 

Dall’università al mondo del lavoro il passo è stato breve. 
Sono sempre stata una persona molto curiosa e ho sempre avuto molta voglia di imparare: per questo motivo inizialmente rimasi in ambito universitario iniziando il dottorato di ricerca, ma mi resi conto che quel che più mi premeva era rendermi indipendente. Abbandonai così il percorso universitario e provai una strada diversa, mettendomi in cerca di lavoro: arrivai nelle Risorse Umane dove sono felicemente rimasta. Sono assolutamente convinta che nel mondo di oggi sia importante portare anche l’umanesimo in azienda: la formazione umanistica fornisce la chiave di lettura che pone la persona al centro, un aspetto importantissimo nelle realtà aziendali.
 
Un passaggio semplice?
Non proprio, fu comunque un passaggio sofferto. Ho fatto tuttavia la scelta giusta perché in azienda ho trovato terreno fertile per la mia personalità vulcanica, lì ho scoperto la mia dimensione. Soprattutto all’inizio ho spinto sull’acceleratore, tanto che a soli 33 anni ero già dirigente: sono grata alle persone che hanno creduto e investito su di me e mi hanno consentito di  esprimermi.  
 
Tanto impegno nel lavoro non ti ha però impedito di formare una famiglia.
Io e mio marito ci conosciamo da quando eravamo ragazzi e abbiamo condiviso moltissimo. Dopo un lungo fidanzamento, ho ricevuto la proposta di matrimonio quando ero in procinto di trasferirmi in Olanda per lavoro: accettai, ma senza rinunciare a un periodo straordinario sia da un punto di vista professionale, sia da quello personale: lui capì che per me era importante e mi aspettò, raggiungendomi ogni fine settimana per trascorrere qualche giorno insieme, in quella che ogni volta sembrava una mini luna di miele. Adesso abbiamo anche i nostri due ragazzi, Pietro, 13 anni, e Marcello, 9.
 
È stato difficile fare un percorso di carriera in quando donna?
Non ho mai vissuto alcun tipo di discriminazione perché mi sono ritrovata in contesti come Mars in cui si punta al merito, oltre alla fortuna di avere una famiglia che mi ha sempre sostenuto. La maggior difficoltà è stata quella di trovare il ruolo che avrei dovuto giocare. In Mars, ho da subito cercato di incoraggiare l’inclusività, di genere certamente, ma non solo: anche generazionale, ad esempio. L’impegno a favorire condizioni paritarie e l’agilità per tutti si è tradotto in una maggiore presenza femminile come risultato di una politica inclusiva e non esclusiva per le donne. Oggi quasi la metà dei ruoli apicali a livello italiano è ricoperto da donne, con una presenza femminile in posizioni manageriali di oltre il 60%, e donne che rivestono ruoli importanti anche in ambiti più tradizionalmente maschili, come le vendite ad esempio.
 
Diversità e inclusione sono le parole d’ordine del tuo stile di leadership.
La diversità deve essere integrata con l’inclusione, altrimenti non significa nulla. È fondamentale dare valore alle persone per migliorare le performance aziendali: è un’opportunità incredibile di crescita non solo aziendale, ma anche per il nostro Paese, oltre che un manifesto civile. La diversità che esiste all’esterno deve trovare eguale rappresentazione all’interno dell’azienda altrimenti non è possibile intercettare e venire incontro ai bisogni non solo dei consumatori, ma della società in generale.

 

So che è appena stata lanciata la campagna #HereToBeHeard: me ne parli?

In Mars, il tema "Inclusion&Diversity" (inclusione e diversità) è molto importante: per questo motivo, proprio nel mese di Marzo, abbiamo promosso la campagna #HereToBeHeard, con cui l’azienda invita le donne di tutto il mondo a far sentire la propria voce, inviando messaggi sui cambiamenti che vorrebbero vedere nella società e sulle condizioni che possano dare a tutte la possibilità di realizzare il proprio pieno potenziale. Le risposte raccolte andranno a creare la base per le azioni future che Mars intraprenderà per colmare il divario di genere e garantire pari opportunità all’interno della propria azienda e, ancora più importante, nell’intera filiera di creazione del valore. Il punto non è fare qualcosa per le donne, ma creare una cultura basata sul merito e sulle competenze, in cui diversità e inclusione non siano un manifesto, ma una risposta ai bisogni concreti. 

 

Famiglia e lavoro: complicato?
Sì, anche se non impossibile, per la verità. Dopo la nascita del mio primo figlio, per conciliare al meglio casa e ufficio, mi sono creata un’agenda che mi consentisse di avere un giusto equilibrio tra vita privata e professionale e ho capito che a volte cerchiamo aiuti esterni senza pensare a cosa potremmo cambiare noi. In un contesto come Mars e nella mia posizione, avevo il privilegio di poter influenzare le cose, non solo per me, non solo per le donne, ma per tutti e per questo mi sono impegnata per cercare di cambiarle. Per poter contare su un’organizzazione il più agile possibile, ho sostenuto l’introduzione dello lo smart working già nel 2009, come ti anticipavo. Inoltre, devo dire che a livello familiare ho potuto contare sull’aiuto importantissimo dei miei genitori e sullo spirito di squadra che io e mio marito abbiamo creato in casa: ognuno deve fare la propria parte.
 
Il tuo prodotto Mars preferito?
Amo le M&M’s, le celebri lenti colorate: le trovo allegre e vivaci, perfette per condividere piccoli momenti di gioia. Inoltre, mi piacciono le barrette Be-Kind, lo snack senza glutine, che unisce la ricchezza della frutta secca (mandorle, nocciole, arachidi e noci pecan) a ingredienti gustosi come il cioccolato. Be-Kind ha come filosofia la gentilezza e la positività e ne ha fatto un vero e proprio movimento. Un abbinamento perfetto con la cultura Mars: i tre colori iconici, infatti, sono il blu, che rappresenta la storia, il verde, che rappresenta il pianeta, ed il giallo, che la famiglia Mars ha voluto come rappresentazione dell’ottimismo.
 

Tempo libero: cosa mi racconti?
Amo tantissimo leggere, al punto che ho fondato un club di lettura come reazione alla diffusa negatività che ci circonda; oltre a questo, mi ritaglio sempre un paio d’ore nel fine settimana per una passeggiata all’aria aperta con le amiche e poi sono impegnata nel sociale. Sono tutte attività che mi servono per ricaricare le pile e affrontare poi la settimana con l’energia necessaria.

 

Un suggerimento alle donne che vogliono intraprendere un percorso professionale. 
Credere in se stesse, accettare che la perfezione non esiste ed essere le prime protagoniste del cambiamento che vogliono vedere intorno a loro. Non bisogna smettere di progettare il proprio futuro, ma agire in anticipo, senza fermarsi alle difficoltà del presente, ma pensando a costruire il dopo. Per quanto riguarda Mars, il nostro pensiero è che il mondo che vogliamo domani inizia proprio da come facciamo business oggi.  
 

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