Parola di Vera

Lucia, avvocatessa sfregiata e modello per tutte le donne

Perché mi piace la giovane sfigurata con l’acido dall’ex fidanzato

31 Mar 2014 - 20:06
 © agenzia

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Ho capito perché mi piace tanto, anzi tantissimo, Lucia Annibali, l'avvocatessa sfigurata con l'acido. Perché è la vittima meno vittima che abbia mai visto. Con quel suo volto sorridente e fiero è riuscita ad andare oltre la retorica della vittima classica, l'ha superata, l'ha elaborata e l'ha fatta diventare un'arma di lotta e di affermazione di sé. Insomma è la vittima più forte e vincente di cui si siano mai occupate le cronache.

E, attenzione, non parlo solo del fatto che oggettivamente lei ha vinto sul suo aggressore - e con lei tutte le donne che hanno subito violenze nella loro vita - perché il tribunale di Pesaro ha deciso di condannarlo (lei ha scelto di non nominarlo mai e noi ci adeguiamo volentieri) in maniera esemplare a 20 anni di carcere. No, io parlo proprio di come è lei, delle cose che dice, dei comportamenti che adotta, delle scelte che fa. Questo l'hanno fatta diventare un modello per le donne, non la sentenza di un processo.

Fin dall'inizio di tutta questa mostruosa vicenda, ha lottato per non farsi bloccare dalla paura, che è il problema peggiore delle vittime. La paura ti paralizza, ti impedisce di reagire, anzi spesso, lo spiegano gli psicologi che si occupano di maltrattamenti, arriva a farti sentire addirittura colpevole, o complice del tuo aggressore. Ma lei la paura l'ha combattuta, scegliendo non solo di non nascondersi, ma anzi di mostrare la sua faccia sfigurata, fino a farla diventare un'arma, una testimonianza contro i suoi aggressori. “Sopporta senza lamentarti”, si ripeteva durante la lunga degenza in ospedale (dopo quello che le era successo e 11 operazioni non ne avrebbe avuto tutti i motivi?). “E cerca di vincere”, che è esattamente l'antitesi dell'atteggiamento lamentoso e non combattivo.

E quando durante il processo si tappava le orecchie tutte le volte che il suo ex fidanzato prendeva la parola? Farei vedere il filmato nei centri antiviolenza per convincere le donne a non farsi irretire dalle bugie dei loro aggressori, quelli che, dopo l'ennesimo atto di violenza, hanno ancora il coraggio di parlare d'amore e di cercare giustificazioni e perdono.
Ma il massimo l'ha raggiunto subito dopo la sentenza, quando a chi le chiedeva se era contenta di essere diventata un simbolo, ha risposto: "Avrei preferito non diventarlo". Quanto mi piace questa ragazza.

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