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Bambini: l'inserimento al nido

Quando la fine di agosto si avvicina, si comincia già a pensare e a programmare la routine, la ripresa del lavoro e l'inizio della frequentazione del nido per i piccolissimi

nido
istockphoto

Il momento di archiviare paletta, secchiello e costumini è arrivato e con esso anche la necessità di programmare la ripresa delle attività lavorative.

Questo, per le

mamme

di piccolissimi, significa anche cominciare a pensare all'inserimento al

nido

dei

bambini

che spesso è causa di ansie per i genitori e di stress (seppur passeggero) per i neonati che si avvicinano alle prime esperienze di distacco. Ma crescere vuol dire anche questo.

Perché l'inserimento al nido sia il meno traumatico possibile è bene mettere in pratica poche ma basilari regole. Le chiavi del successo sono la collaborazione tra genitori ed educatrici del nido e l'atteggiamento positivo dei genitori verso questo importante cambiamento.

Il bambino deve poter percepire la fiducia che la mamma e il papà ripongono nelle educatrici e il fatto che siano contenti che il loro piccolo sia in un ambiente solare. Questo insieme alla naturale predisposizione dei bambini ad accogliere le novità, basterà ad assicurarvi un inserimento sereno e armonioso.

Quasi tutte le strutture adottano l'inserimento graduale che di solito dura circa due settimane a seconda della risposta del bambino. L'inserimento deve essere l'unico avvenimento importante nella vita del bambino in quel periodo: no all'eliminazione di ciuccio, pannolino o a cambiamenti di abitudini. Sorridete sempre e mostratevi cordiali con le educatrici; il momento del saluto sarà senz'altro il più difficile.

Il bambino potrebbe piangere per attirare l'attenzione dei suoi genitori ma, perché lui sia sereno, occorre mostrarsi decisi e mai tristi. A questo punto, dopo pochissimi minuti, il bambino avrà già smesso di piangere e comincerà a guardarsi intorno e a studiare ed esplorare l'ambiente che lo circonda. Divertendosi anche molto.

Ci vuole forza, coraggio e tanta serenità da trasmettere al bambino. Il più delle volte sono le mamme che piangono nelle sale d'attesa, mentre i bimbi giocano sereni all'interno dell'asilo.