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Sole: gli italiani vanno pazzi per l'abbronzatura selvaggia

L'importanza dei fattori di protezione anti UV è sottovalutata soprattutto dai più giovani: ecco invece i giusti criteri per la scelta e l'utilizzo dei solari

Sole: gli italiani vanno pazzi per l'abbronzatura selvaggia - foto 1
istockphoto

I bagagli per le vacanze? Dovrebbero sempre contenere una crema solare per proteggere la pelle dai raggi ultravioletti e mettere al riparo da sgradevoli scottature.

Eppure le cose non vanno sempre così. I vacanzieri del Bel Paese non sembrano particolarmente ansiosi di proteggersi dagli UV, anzi, rispetto ai viaggiatori di altri Paesi europei, tendono a sottovalutare questa delicata forma di prevenzione: i giovani, in particolare quelli di età compresa tra i 20 e i 29 anni, continuano ad essere fan dell'abbronzatura selvaggia, soprattutto le donne.

L'INDAGINE - Quando va al mare, solo poco più della metà dei Millennial (per la precisione il 59%) utilizza un solare con un fattore di protezione medio-alto. L'attenzione nel prevenire i danni da un'esposizione non protetta sembra una prerogativa delle generazioni più adulte (tra i 30 e i 60 anni): in queste fasce di età il consumo di prodotti con alto fattore di protezione sale al 75% circa. Dopo i 60 anni, l'utilizzo di creme con fattore superiore a 15 coinvolge invece l'80% dei soggetti. I comportamenti dei nostri connazionali sono in controtendenza rispetto a quelli dei vacanzieri di altre nazioni: fuori dai confini italiani, i giovani sono tre volte più consapevoli e attenti dei loro genitori. Sono questi alcuni dati che emergono da un'indagine realizzata da OnePoll per eDreams, che ha coinvolto 13.000 persone da Italia, Francia, Spagna, Regno Unito, Portogallo, Stati Uniti, Svezia e Germania. Sempre secondo l'indagine i ventenni italiani, oltre a proteggersi poco dai raggi solari, tendono a trascorrere più tempo sotto il sole: il 4% di loro si dedica all'abbronzatura anche per 7-8 ore al giorno. Le donne, poi, si dimostrano “lucertole” particolarmente accanite, sia come numero di ore trascorse sotto il sole (il 15% delle vacanziere si espone ai raggi UVA per ben 5/6 ore al giorno, contro il 10% degli uomini), sia per minore utilizzo di fattori solari superiori al 15-25.
C'è però chi fa ancora peggio di noi sul fronte della cura della pelle durante le vacanze: solo il 6% degli italiani si espone al sole senza alcuna crema protettiva, contro il 18% degli svedesi e il 21% degli americani. A livello globale, sono in media il 12% i viaggiatori che non utilizzano alcun tipo di protezione.

I RAGGI SOLARI DA CUI DIFENDERSI – Le radiazioni solari da cui dobbiamo proteggerci sono di diverso tipo. I raggi UVA, penetrando in profondità nella pelle, stimolano la produzione di melanina e quindi l'abbronzatura, ma sono responsabili di danni che si manifestano a distanza di molto tempo, anche di anni. Penetrano attraverso la copertura nuvolosa del cielo e possono creare problemi anche agli occhi, tanto è vero che gli esperti consigliano di indossare sempre gli occhiali da sole quando si è in spiaggia o in alta quota. I raggi UVB sono ancora più dannosi: sono causa di scottature dolorose e possono essere cancerogeni, ma hanno il merito di stimolare la sintesi della vitamina D. I più pericolosi di tutti sono i raggi UVC, ma per fortuna non raggiungono il suolo perché vengono trattenuti dallo strato di ozono che circonda il nostro Pianeta. Quando si acquista un solare, occorre verificare che il filtro sia efficace contro tutti i tipi di radiazioni.

I FILTRI SOLARI – Sono indicati di solito dalla sigla SPF (Fattore solare di protezione) seguito da un numero da 6 a +50. Quanto più alto è il numero tanto maggiore è la protezione esercitata. Il numero esprime il rapporto tra il tempo che il sole impiega a produrre una scottatura con e senza filtro, ma ci sono molti elementi che possono influire su questo lasso temporale, come le condizioni meteo, la posizione geografica, la limpidezza dell'aria e l'ora del giorno in cui avviene l'esposizione. Il solare deve essere scelto in base al proprio foto-tipo, ovvero a seconda di quanto è chiara la nostra carnagione: i fattori più alti sono indicati per chi ha un incarnato chiaro e per tutti nei primi giorni di esposizione. Successivamente, chi ha una carnagione che si abbronza facilmente senza scottarsi, potrà diminuire pian piano il filtro. I fattori elevati vanno conservati sempre per le zone più delicate del corpo, come il volto, per il quale occorre scegliere prodotti specifici che preservino anche dal foto-invecchiamento, per i bambini e quando ci si trova in alta montagna, soprattutto se è presente la neve.

COME USARE IL SOLARE – Prima di applicare il prodotto occorre agitare energicamente la confezione. Si stende poi il prodotto in modo uniforme su tutta la pelle, utilizzandone un quantitativo pari a circa un bicchierino da liquore (dose per gli adulti). Uno strato troppo sottile di filtro potrebbe ridurne l'efficacia, L'ideale è spalmare il prodotto sulla pelle asciutta circa mezz'ora prima di iniziare l'esposizione al sole. Il prodotto va riapplicato ogni tre ore circa e dopo aver fatto il bagno o se si suda molto. Anche i prodotti indicati come resistenti all'acqua devono essere riapplicati dopo un certo numero di ore e dopo bagni ripetuti. Oltre alla crema, per proteggersi dal sole si possono usare abiti coprenti come cappelli, magliette e camicie: ricordiamo che ci si scotta anche nelle giornate nuvolose e sotto l'ombrellone.

E LE CREME DELL'ANNO PRIMA? – Se abbiamo fatto un viaggio esotico pochi mesi fa, se la confezione non riporta una data di scadenza e se il prodotto è rimasto ben chiuso dopo l'utilizzo, può essere usato ancora. Meglio sostituirlo però se è stato portato avanti e indietro dalla spiaggia molte volte, anche senza utilizzarlo: il calore e le infiltrazioni di sabbia infatti possono aver alterato i componenti. Teniamo presente che, in genere i solari, come molti cosmetici, scadono dopo sei mesi dalla prima apertura.