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"Musca Depicta", al Labirinto della Masone seguendo il volo della mosca nella storia dell'arte

Fino al 30 giugno la mostra dedicata alle apparizioni dell'insetto: dalla pittura del 300 fino a Ligabue, Yoko Ono e Damien Hirst

Fotogallery - "Musca Depicta", la mostra al Labirinto della Masone

La mosca è sicuramente uno degli insetti più fastidiosi e molesti che esistano in natura, ma è anche quello più ricco di significati in campo artistico.

Simbolo di morte e decomposizione, alter ego del diavolo, rappresentazione del concetto di effimero, ma anche espediente usato dai pittori per sfoggiare il proprio virtuosismo e per giocare con la percezione... è con tutte queste valenze che, nel corso dei secoli, sono state rappresentate nelle opere di numerosi artisti. Forse mai con un ruolo da protagoniste, ma sempre invito all'osservazione curiosa e alla riflessione attenta. E' da questa idea che prende le mosse la mostra "Musca Depicta. C'è una mosca sul quadro", che segue il volo dell'insetto lungo tutto il corso della storia dell'arte. Curata da Sylvia Ferino ed Elisa Rizzardi, è ospitata al Labirinto della Masone a Fontanellato (PR) fino al 30 giugno.

 

Tgcom24

 

Come è nata l'idea della mostra

  Le radici della mostra affondano nel volume "Musca Depicta", realizzato da Franco Maria Ricci 40 anni fa e dedicato al tema della mosca nella pittura. L'opera includeva testi tra gli altri di Leon Battista Alberti e Luigi Pirandello, un saggio dello storico dell'arte André Chastel e illustrazioni della pittura europea dal XV al XVII secolo. La mostra che il Labirinto della Masone ospita in occasione dell'anniversario della pubblicazione dell'opera è una sorta di aggiornamento o di evoluzione dell'idea, con l'inclusione di capolavori di artisti contemporanei come Yoko Ono, Antonio Ligabue e Damien Hirst.

 

 


La simbologia della mosca

 Nelle oltre 50 opere che compongono il percorso espositivo al Labirinto della Masone, la mosca assume diverse valenze e significati: è un'allusione alla morte, alla natura effimera della fama e della vita, o al contrario può essere l'unico elemento in movimento ad animare una natura morta. Gli artisti hanno usato il piccolo insetto come inganno, un trompe l'oeil capace anche di sfoggiare il proprio virtuosismo, ma anche come invito a focalizzare l'attenzione.Tanti significati per un insetto così piccolo, che con il suo volo ha attraversato tutte le epoche storiche, dai dipinti del 300esco Giovanni del Biondo fino alla contemporanea video installazione di Christa Sommerer e Laurent Mignonneau con "Portrait on fly". Le opere esposte sono prestiti importanti da prestigiose istituzioni nazionali e internazionali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, i Musei Vaticani di Roma, il Musée du Louvre di Parigi.

 

 

Il percorso espositvo

 E' un percorso tematico, più che cronologico, quello che segue la mostra "Musca Depicta. C'è una mosca nel quadro". Nelle opere trecentesche l'insetto è associato alla corruzione della carne, al memento mori e lo stesso avviene nella scultura Fear of Death (Full Skull) di Damien Hirst (raffigurante un teschio completamente ricoperto di mosche vere). Nelle nature morte di Willem van Aelst e Isaak Soreau sono l'elemento di vita e movimento che animano i fiori in vaso, come lo sono nei quadri iperrealisti di Mario Bottoni o nel video di Yoko Ono, nel quale l'insetto vola impudico a scoprire le parti di un corpo femminile inerte.

 


La colonna sonora

 Osservando alcune delle opere esposte viene voglia di scacciare con la mano la mosca che sembra essersi posata negligentemente sul quadro. Per rendere il tutto ancora più immersivo, all'immagine dell'insetto è associato anche il tipico ronzio, tradotto però in musica. E non potrebbe essere altrimenti, visto che persino Leon Battista Alberti in una delle sue epistole scrive: "I Pitagorici chiamarono musica da mosca le articolazioni della voce e la modulazione del canto... Infatti, facendo echeggiare in profondità l'ampolla dell'olio o l'orcio per il vino essa produsse le prime note gravi, ben note ai musicisti, il do e il re e, volteggiando nel cielo, lontano e vicino, fece risuonare le note acute, il sol e il la, mentre le note medie, che sono piuttosto cupe e lugubri, formò impigliata nella tela del ragno". Non poteva quindi mancare una colonna sonora ad accompagnare i visitatori dell'esposizione: il brano La Folie des Mouches, Variazioni e Fuga su un Tema di Händel per Violino solo, appositamente commissionate dal Labirinto della Masone al compositore Massimiliano Matesic

 

Si vedono mosche ovunque al Labirinto della Masone ma, almeno in questo contesto, sono tutt'altro che fastidiose.


 

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