fino all'8 giugno

Fotografia Europea con "Avere vent’anni" racconta fragilità e sfide delle nuove generazioni

Il festival di Reggio Emilia festeggia la ventesima edizione: ecco tutte le mostre

27 Apr 2025 - 14:30
 © Ufficio stampa

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I vent'anni sono un'età di passaggio dall'adolescenza all'età matura, un momento pieno di contraddizioni e prese di coscienza, ma anche in cui le possibilità sembrano illimitate, e in cui essere contemporaneamente connessi con il mondo e dover fare i conti con la solitudine. "Avere vent'anni" è il tema scelto dal festival Fotografia Europea, che per la sua ventesima edizione torna fino all'8 giugno a Reggio Emilia per osservare i cambiamenti della contemporaneità attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti. Le mostre si tengono tra i Chiostri di San Pietro, Palazzo da Mosto, Palazzo dei Musei, Biblioteca Panizzi, Spazio Gerra e gli spazi del Circuito OFF.

Fotografia Europea 2025, "Avere vent'anni"

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© Myriam Meloni
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La direzione artistica del Festival composta da Tim Clark (editor 1000 Words), Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia) e Luce Lebart (ricercatrice e curatrice, Archive of Modern Conflict) ha voluto accendere i riflettori sui ragazzi della Generazione Z, cresciuta in un’epoca dove il progresso tecnologico ha aperto infinite possibilità, ma anche inedite crisi cui far fronte.

Ai Chiostri di San Pietro sono in programma dieci mostre che esplorano il tema di questa edizione. Le sette sale del piano terra accolgono "Daido Moriyama: A retrospective", un progetto a cura di Thyago Nogueira dell’Instituto Moreira Salles, che racconta il fotografo giapponese che nel corso dei suoi sessant’anni di carriera, trascorsi a documentare e a esplorare la società giapponese del dopoguerra, ha modificato in modo decisivo la percezione della fotografia. Con un approccio artistico all'avanguardia e visivamente potente, Daido Moriyama ha saputo raccontare il divario creatosi a seguito dell’occupazione militare del Giappone da parte degli Stati Uniti, tra l’antica tradizione giapponese e l'occidentalizzazione accelerata. Leggenda vivente della fotografia e pioniere della street photography, arriva a Fotografia Europea, unica tappa in Italia, con una retrospettiva, in cui oltre agli iconici scatti si potranno ammirare rari libri fotografici, riviste e installazioni di grandi dimensioni, per permettere ai visitatori di entrare completamente nel suo mondo creativo.

Al primo piano, il fotografo britannico Andy Sewell presenta per la prima volta il suo progetto "Slowly and Then All at Once" in cui esplora varie forme di potere e di protesta, attraverso una sequenza di immagini articolate su più pannelli. Questo ritmo, insieme alla fisicità conferita ai corpi dalle riprese ravvicinate, consente ai visitatori di immergersi nel cuore della protesta, di esserne travolti e sentirne l'intensità, stabilendo connessioni con i protagonisti della scena. In un periodo caratterizzato dal collasso ecologico, da disuguaglianze crescenti e da risposte politiche inadeguate, il progetto invita alla partecipazione contro il cinismo e la rassegnazione. Cosa si può fare per aiutare le generazioni future? Qual è l'impatto attuale del cambiamento climatico sui giovani?

Il progetto espositivo "Mal de Mer" di Claudio Majorana ci porta a compiere un viaggio nel delicato e complesso universo dell’adolescenza, momento in cui ci si confronta per la prima volta con certe questioni personali che spesso finiscono per plasmare le vite adulte. Mal de Mer esplora questo tema, riflettendo su gli anni di passaggio in cui si riconosce il dolore come parte di noi tra campi estivi, foreste, cimiteri silenziosi e altri spazi della periferia di Vilnius, in Lituania. La mostra "You don’t die", di Ghazal Golshiri e Marie Sumalla (giornalista iraniana e photo editor francese del quotidiano Le Monde) racconta la storica rivolta del popolo iraniano scoppiata dopo la tragica morte di Mahsa Amini, avvenuta il 16 settembre 2022, quando la giovane aveva solo 22 anni. A provocare la sua morte sono state le violenze subite dopo l'arresto da parte della polizia morale, che ha ritenuto il suo modo di vestire non rispettoso dei rigidi codici imposti dalla Repubblica Islamica dell'Iran. 

L’artista e fotografa britannica Vinca Petersen raccoglie nel progetto "Raves and Riots Constellation" scatti provenienti dai suoi viaggi in tutta Europa. Gran Bretagna, Francia, Italia e altri paesi sono i luoghi dove si racconta fotograficamente uno stato d’animo preciso, quel breve momento di totale libertà che si percepisce partecipando a un rave, a un raduno, a una manifestazione. L’illegalità di questi eventi, unita alla tensione che li caratterizza, regala quello che l’autrice chiama la “gioia sovversiva” rivelata da queste immagini. In "We Are Carver", la fotografa Jessica Ingram invita, con un linguaggio documentario di immediata evidenza, a entrare in una delle più grandi strutture militari del mondo, la George Washington Carver High School di Columbus, in Georgia, per seguire gli studenti cadetti nel passaggio dall'adolescenza all'età adulta e catturare speranze e paure di una generazione in procinto di plasmare il proprio futuro. 

Nel grande corridoio centrale, al primo piano dei Chiostri, Thaddé Comar espone "How Was Your Dream?" che esplora le nuove forme di manifestazione e insurrezione nell'era post-contemporanea dominata da metodi di controllo sociale sempre più moderni e onnipresenti. Di fronte a un sofisticato sistema di sorveglianza, i manifestanti di Hong Kong hanno sviluppato una serie di ingegnose tecniche per proteggere la propria identità con maschere, occhiali e altri accessori, che potrebbero progressivamente portare alla perdita della singolarità a favore di un'individualità collettiva. "Control Refresh" è il frutto del lavoro di Toma Gerzha, una giovane fotografa di origini russe cresciuta ad Amsterdam. La sua ricerca si concentra sulla vita e sull'ambiente della Generazione Z in Russia e nell’Europa orientale, influenzata tanto dalle tradizioni quanto dai social media e dalla politica. Il progetto è stato interrotto a causa dell’invasione russa dell'Ucraina, per poi riprendere includendo i profondi cambiamenti che la guerra ha portato nella vita dei protagonisti.

La fotografa Kido Mafon cattura la frenetica vita notturna e la cultura giovanile di Tokyo in "IFUCKTOKYO - DUAL MAIN CHARACTER". Utilizzando una Contax G1 e scattando su pellicola, Mafon esplora la città dopo il tramonto per documentare le notti vibranti di questa eclettica metropoli e la sua scena underground in continua evoluzione. Il progetto "Frammenti" della fotografa dominicana-francese Karla Hiraldo Voleau si ispira al documentario di Pier Paolo Pasolini Comizi d'Amore (1964) e ha l'obiettivo di esplorare e documentare le relazioni della Generazione Z in Italia oggi. Attraverso interviste e ritratti fotografici, il progetto affronta temi come le relazioni affettive, la comunicazione, l'impatto dei social media e il femminismo, ponendo particolare attenzione sulle dinamiche attuali e future delle relazioni sentimentali.

Nella sede di Palazzo Da Mosto trovano posto una serie di progetti che caratterizzano il festival e questa edizione in particolare: la committenza di Fotografia Europea, la mostra dedicata ai libri fotografici, i due progetti vincitori della Open Call, la collettiva dello Speciale Dicottoventicinque e quella di WeWorld e infine una mostra realizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Beirut.

La produzione di Fotografia Europea 2025 realizzata da Federica Sasso si concentra, con il progetto intitolato "Intangibile", sulla vita dei giovani caregiver nel territorio di Reggio Emilia. Si tratta di ragazzi e ragazze tra i 18 e i 30 anni che dedicano una parte importante del loro tempo alla cura di familiari, spesso sacrificando parte della loro giovinezza. Anche quest’anno Palazzo da Mosto ospita un’importante esposizione di libri fotografici provenienti da tutto il mondo. "Fluorescent Adolescent", a cura di Francesco Colombelli, esplora l’adolescenza in quanto periodo complesso e decisivo della vita, nelle sue sfumature e contraddizioni. I progetti selezionati dalla giuria della Open Call, tra gli oltre 200 lavori di artisti e curatori che vi hanno partecipato, sono quelli di Michele Borzoni e Rocco Rorandelli del collettivo TerraProject e Matylda Niżegorodcew. 

Lo Speciale Diciottoventicinque, il progetto formativo di Fotografia Europea, torna con la quattordicesima edizione per accompagnare i giovani amanti della fotografia in un percorso che permette di imparare, condividere e confrontarsi con il mondo dell’arte fotografica, creando un vero progetto espositivo collettivo. Il progetto fotografico Women See Many Things, raccoglie gli sguardi di oltre 30 giovani donne del Kenya, Tanzania e Mozambico, in cui ambizioni e inquietudini comuni caratterizzano gli abitanti di questa zona di confine (la Swahili Coast) tra i venti e i trent’anni. Qui WeWorld - organizzazione no profit italiana indipendente attiva in 26 Paesi - ha realizzato tre workshop di fotografia partecipativa nei mesi di febbraio e marzo 2024. Da queste attività di fotografia partecipativa nascono gli scatti di "Women See Many Things", progetto condotto nell'ambito di Kujenga Amani Pamoja (Costruire la pace insieme) e cofinanziato dall'Unione Europea. La mostra "Electric Whispers" di Rä di Martino, a cura di Maria Rosa Sossai, esamina l’importanza del ruolo dei luoghi di aggregazione e d'incontro per i giovani che vivono in Libano, in un periodo drammatico, caratterizzato dall’acuirsi di conflitti che sembrano occupano nuovamente la vita quotidiana di questa terra e della sua popolazione. 

A Palazzo dei Musei trova spazio la mostra Luigi Ghirri. "Lezioni di fotografia (titolo provvisorio)" a cura di Ilaria Campioli, che parte dalle lezioni di fotografia che Luigi Ghirri tiene all’Università del Progetto di Reggio Emilia fra il 1989 e il 1990. Poco incentrate sulla parte di insegnamento “tecnico” del medium, le lezioni sono per Ghirri l’occasione per ripercorrere la propria produzione e affrontare tematiche a lui care, oltre ad approfondire la storia stessa della fotografia, presentata e inserita dall’autore nel contesto più ampio della storia delle immagini. Nel 2010 le lezioni sono riunite da Paolo Barbaro e Giulio Bizzarri in un volume, edito da Quodlibet, che diventa da lì a poco un nuovo punto d’accesso per l’opera di Ghirri, oltre che un riferimento per le nuove generazioni di artisti. La mostra è occasione per restituire le lezioni in una nuova chiave, grazie al coinvolgimento degli artisti Luca Capuano e Stefano Graziani e alla collaborazione di un gruppo di studenti di ISIA Urbino. Palazzo dei Musei ospita, inoltre, la 12esima edizione di Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri, l’open call promossa dal Comune di Reggio Emilia, in partnership con alcuni festival internazionali, dedicata alla valorizzazione dei talenti della fotografia under 35 in Italia.

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