una dimensione inedita, intima e primordiale

Yera, il ristorante della Foresta nascosto nella montagna

Un ristorante-grotta sulle Dolomiti: Roland Lamprecht trasforma il raccolto in un rito condiviso tra fuoco, sapori di bosco e fermentazioni leggere

25 Set 2025 - 05:00

Alle spalle del luxury retreat Forestis, ad un’altitudine di 1.800 metri, immerso tra i fitti boschi della Plose sulle Dolomiti, un sentiero conduce a una grotta. Non un rifugio qualsiasi, ma un ristorante che sembra nascere direttamente dalla roccia: YERA. Qui lo chef altoatesino Roland Lamprecht porta la sua “Cucina della Foresta” in una dimensione inedita, intima e primordiale. 

Yera, il ristorante della Foresta nascosto nella montagna

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Un nuovo concept di ristorante, definito dai proprietari dell’hotel Teresa e Stefan Hinteregger: ubicato nella foresta, costruito all’interno della montagna, in una grotta, che non può essere vista dall’esterno. L’ingresso è una pesante porta che si apre lentamente, rivelando uno spazio in cui natura e architettura dialogano. Le pareti sono di terra rossa del Peiterkofel, il soffitto in legno ricorda lo scafo di una nave rovesciata, e al centro brucia un focolare attorno a cui i commensali si raccolgono in cerchio. Nessuna distrazione: solo luce, fuoco, profumi e il ritmo lento del cibo che prende forma davanti agli occhi.

La forza esemplare della natura

YERA celebra il ritorno a una cultura millenaria del cibo in armonia con le stagioni. La “Cucina della Foresta” rinasce come celebrazione della saggezza antica: aromi, sapori e abbinamenti inediti raccontano il passaggio delle stagioni alpine. Il termine “YERA” significa “raccolto” nella lingua dei Celti Retici che si stabilirono in Alto Adige: il momento più florido dell’anno, simbolo di abbondanza e varietà, poiché dopo mesi di duro lavoro, si poteva raccogliere l’abbondanza della natura.

“Utilizziamo il periodo che va dalla primavera all’autunno per riempire le nostre dispense, in pratica come facevo a casa mia quando ero piccolo” spiega lo Chef Roland Lamprecht. “Raccogliamo bacche, noci, funghi, erbe e aghi di abete rosso, pino, larice e pino mugo - tutto ciò che la natura e la foresta hanno da offrire - e poi lavoriamo tutto con varie tecniche, in modo da poter godere del raccolto, anche nei mesi bui dell’anno”.

Mangiare con la foresta, non solo nella foresta

Ogni sera, i piatti seguono un ordine dettato dai cicli della natura: una sequenza prestabilita che non prevede modifiche, proprio come nei riti antichi. Gli ospiti siedono attorno al focolare centrale, mentre Lamprecht e la sua squadra cucinano su quattro altari disposti intorno ad esso piatti che rispettano la stagionalità e abbandonano le convenzioni della gastronomia classica. Al suo fianco, il “sommelier del boscoHannes Unterberger crea bevande fermentate fatte in casa a bassa gradazione (e una selezione completamente analcolica in alternativa), pensate per accompagnare con misura ogni assaggio.

Non ci sono posate standard: i tronchi d’albero diventano tavoli, le stoviglie sono state disegnate su misura e le posate lasciano spesso spazio a bastoncini di legno o alle mani. Ogni gesto, dal mangiare al bere, diventa parte di un rito che infonde senso di condivisione e intensifica il legame con l’ambiente circostante.

Tornare alle origini

Con YERA, Roland Lamprecht vuole preservare le origini e le tradizioni, proponendo non solo una cucina territoriale, ma un rituale che riconnette alle radici più autentiche. Attorno al fuoco, tra profumi di legno, terra e resina, il cibo torna a essere gesto comunitario e sacro: un modo per celebrare la natura e la sua abbondanza. Gli ingredienti provenienti dalla foresta locale includono varie specie arboree, acqua di betulla, germogli di abete rosso, varie bacche selvatiche, ortiche, liquirizia selvatica, barba d’albero, funghi, piedi di porco, sambuco macinato e vari tipi di crescione come ingredienti depurativi del sangue.

A cura di Indira Fassioni

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