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Libri: SpiriTurismo, l’Italia si racconta nel bicchiere

Un viaggio nei distillati come punto di osservazione per scoprire l'Italia

17 Giu 2025 - 07:00

Dal Negroni al rosolio siciliano, Spirits dei Luoghi di Federico Silvio Bellanca inaugura un nuovo modo di esplorare il Paese: tra cultura del bere, territori e tradizioni, il turismo esperienziale si fa liquido e identitario.

C’è un nuovo modo di viaggiare in Italia, e parte da un gesto antico: alzare un bicchiere per scoprire storie, territori e tradizioni. È il principio alla base di Spirits dei Luoghi, il primo libro interamente dedicato allo SpiriTurismo, firmato da Federico Silvio Bellanca e pubblicato da Dario Flaccovio Editore, che ambisce a tracciare una nuova rotta nel panorama del turismo esperienziale italiano. Il volume, uscito ufficialmente il 31 marzo 2025, si pone come un’opera pionieristica, in grado di connettere la cultura del bere con la valorizzazione dei territori, le architetture della memoria, la storia artigianale dei distillati e l’innovazione nell’ospitalità.

La prima presentazione ufficiale si è tenuta il 9 maggio al Caffè Concerto Paszkowski di Firenze, luogo simbolo della convivialità borghese e intellettuale del Novecento, perfetto per lanciare un progetto editoriale che guarda al passato per interpretare il presente. Durante l’evento, pubblico e addetti ai lavori hanno potuto assaggiare alcuni cocktail storici, come il Negroni – riletto con Gin Empioria e Blood Bitter di Petrus – e assaporare liquori monastici risalenti a tradizioni secolari, come quelli della Santa Maria al Monte. Un’esperienza che ha reso concreta l’idea di fondo del libro: raccontare lo spirito dei luoghi partendo, appunto, dagli spirits.

Ma cosa si intende per SpiriTurismo? È un neologismo coniato per indicare tutte quelle forme di turismo che ruotano attorno a distillati, liquori, cocktail e ai contesti culturali, produttivi e simbolici in cui essi prendono vita. Non si tratta soltanto di visitare distillerie o partecipare a degustazioni: è un modo di conoscere il territorio attraverso una lente diversa, più sensoriale, ma anche colta e narrativa. Un filone in forte espansione a livello internazionale – basti pensare alla Whisky Trail scozzese o alle route dei distillati in Francia e Germania – che in Italia, finora, non aveva trovato una voce unitaria o un progetto sistematico. Il libro di Bellanca colma proprio questo vuoto.

La struttura del volume riflette questa ambizione di ampiezza e profondità. Nella prima parte, l’autore ripercorre la storia del turismo legato agli spirits, confrontando modelli europei e nordamericani, ma anche restituendo dignità e rilievo alla tradizione liquoristica italiana, dalle produzioni monastiche agli amari regionali, dai vermouth piemontesi ai rosoli siciliani. Viene così messa in luce una ricchezza spesso dispersa o trascurata, che merita di essere valorizzata non solo nei calici, ma anche come patrimonio culturale e turistico.

La seconda parte è dedicata allo scenario attuale. Bellanca indaga lo stato del settore in Italia, analizzando le distillerie aperte al pubblico, i percorsi enoturistici in cui il vino si affianca sempre più spesso ai distillati, il ruolo crescente dei caffè storici come punti di riferimento culturale, la diffusione dei cocktail bar di ricerca e l’evoluzione dell’ospitalità alberghiera, che in molti casi ha fatto della mixology un tratto distintivo. Si delineano qui le città simbolo del buon bere italiano: Firenze, con il mito del Negroni; Venezia, con lo Spritz; Torino, con la tradizione del vermouth; Roma, con i suoi alberghi monumentali e i cocktail d’autore.

La terza parte, infine, è rivolta al futuro. L’autore suggerisce itinerari tematici, percorsi turistici che possono intrecciare la visita a distillerie, monasteri produttori, caffè letterari, musei del gusto e locali storici. Viene inoltre proposto un approccio più immersivo all’esperienza: degustazioni guidate, abbinamenti tra cocktail e piatti tipici, eventi culturali legati al mondo del bar, format che uniscono narrazione, educazione e intrattenimento. L’idea è che lo SpiriTurismo possa diventare un volano per il rilancio di aree interne, per la valorizzazione delle eccellenze locali e per una nuova economia turistica sostenibile e identitaria.

Dopo Firenze, il libro proseguirà il suo viaggio con una serie di presentazioni in alcune delle città simbolo del panorama mixology italiano. Il 20 giugno farà tappa a Perugia, in occasione della Perugia Cocktail Week, per poi approdare a Roma il 26 giugno, nella prestigiosa cornice del St. Regis Hotel. Infine, il 12 luglio, sarà presentato a Sarzana durante il Cocktail Fest, in una delle regioni che più si sta distinguendo nella valorizzazione delle produzioni artigianali.

Spirits dei Luoghi si presenta così non solo come una guida o un reportage, ma come un vero e proprio manifesto culturale. Un’opera che invita a riscoprire la bellezza del nostro Paese attraverso ciò che beviamo, che racconta la profondità culturale del bicchiere e restituisce senso a gesti quotidiani come ordinare un cocktail, assaporare un amaro o varcare la soglia di un vecchio caffè. Una mappa da esplorare con lentezza e consapevolezza, alla ricerca non solo di sapori, ma di significati.

Di: Indira Fassioni

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