L'annata venatoria si è chiusa a marzo

Il Tar salva i cervi abruzzesi: stagione di caccia finita

Le associazioni di animalisti avevano presentato ricorso contro la delibera regionale che autorizzava l'abbattimento di 469 esemplari. Ma la stagione venatoria si è chiusa a marzo, quindi...

14 Mag 2025 - 13:56
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Il Tar Abruzzo ha dichiarato cessata la materia del contendere tra la Regione Abruzzo e le associazioni di animalisti che avevano presentato ricorso contro la delibera della Giunta regionale numero 509 dell'8 agosto 2024, Quel provvedimento autorizzava l'abbattimento di 469 esemplari di cervo di cui 142 cuccioli con meno di un anno. I giudici amministrativi, nello specifico, hanno preso atto "della mancanza di interesse alla pronuncia nel merito, atteso che l'atto impugnato aveva cessato i suoi effetti". La stagione venatoria si è chiusa infatti lo scorso marzo.

"I cervi sono salvi"

 "L'abbattimento dei cervi non c'è stato. Questo è il vero dato da sottolineare che, per noi, configura comunque una vittoria", afferma l'avvocato Michele Pezone, a proposito dell'ordinanza adottata dal Tar Abruzzo che ha dichiarato cessata la materia del contendere tra Regione Abruzzo e associazioni sull'abbattimento di 469 cervi, autorizzato con delibera della giunta regionale dell'agosto 2024.

La battaglia legale delle associazioni era partita nello scorso ottobre con l'inizio della stagione venatoria. I ricorrenti avevano impugnato la delibera davanti al Tar Abruzzo che aveva rigettato la richiesta di sospensiva cautelare, dando il via libera all'abbattimento. L'ordinanza dei giudici amministrativi di primo grado era stata quindi impugnata con urgenza al Consiglio di Stato che aveva ribaltato la decisione del Tar, accogliendo il ricorso cautelare delle associazioni.

I giudici del Consiglio di Stato avevano quindi rimandato gli atti al Tar Abruzzo per una nuova decisione. Da qui l'udienza di merito nel corso della quale, essendo conclusa la stagione della caccia, il Tar "ha preso atto della mancanza di interesse alla pronuncia nel merito, atteso che l'atto impugnato aveva cessato i suoi effetti". "Siamo stati noi stessi a sollevare la questione in udienza, spiegando che viene meno l'interesse a una pronuncia nel merito. È quanto avevamo già ipotizzato nei mesi scorsi, nel momento in cui il Tar aveva fissato l'udienza. Tuttavia la nostra battaglia ha avuto comunque un risultato certo: i cervi sono salvi".

La posizione dei ricorrenti l'associazione

 L'associazione Animalisti Italiani aveva sottolineato "l'assurdità e l'illegittimità del piano", nato da un "censimento manipolato e pilotato da chi ha interesse diretto a uccidere: i cacciatori". La caccia ai cervi era stata sospesa dal Consiglio di Stato, che aveva annullato temporaneamente la delibera, rinviando la decisione finale al Tar.

"Non possiamo permettere che la natura venga trasformata in un campo di tiro da chi ha tutto da guadagnare nel vedere aumentare il numero delle vittime - afferma il presidente  Walter Caporale. - Chi ha contato i cervi è lo stesso che spara: un abisso di conflitto d'interessi. È una strage mascherata da gestione faunistica. I cervi non hanno voce, ma noi non ci fermeremo finché ogni fucile non sarà messo a tacere".

L'Aquila, 10mila firme per chiedere migliore gestione fauna selvatica

 Sono quasi 10mila, intanto, le firme che gli agricoltori hanno consegnato al presidente del Consiglio regionale abruzzese, Lorenzo Sospiri, per chiedere interventi risolutivi per i danni cagionati dalla fauna selvatica. Un gesto compiuto durante l'audizione in Conferenza dei capigruppo, alla presenza dell'assessore all'Agricoltura Emanuele Imprudente.

I rappresentanti delle quattro associazioni di settore, Confagricoltura, Cia Abruzzo, Copagri e LiberiAgricoltori, sono state ascoltate per presentare le istanze legate alla gestione della fauna selvatica in Abruzzo. Davanti all'emiciclo, per tutta la mattinata, gli agricoltori sono stati in presidio, con tanto di mezzi agricoli, per chiedere che si proceda a un abbattimento selettivo di quelle specie faunistiche autoctone che sono considerate un danno per le colture e che incidono sulla sicurezza di strade e proprietà private. Il documento, oggetto della raccolta firme, è composto da 10 punti.

Le richieste spaziano dall'accelerare i tempi dei risarcimenti, alla realizzazione definitiva del Piano di contenimento dei cinghiali, dai problemi legati a cervi e lupi, alla richiesta di riformare le leggi regionali del 2003, sulla disciplina dei danni causati dalla fauna selvatica e del 2004 sull'esercizio dell'attività venatoria. All'audizione erano presenti tutti i Capigruppo delle forze politiche rappresentate nell'Assemblea Legislativa e tutti hanno condiviso le preoccupazioni del mondo agricolo regionale.

Sospiri si è fatto garante del percorso di ascolto del settore, mettendo a disposizione tutte le risorse professionali e normative del Consiglio regionale, affinché si arrivi a una ridefinizione delle politiche che regolano il delicato equilibrio tra uomo e natura. L'assessore Imprudente si è detto disponibile a una revisione della normativa, chiedendo però maggiore unità tra le rappresentanze della categoria. Ulteriori incontri si sono svolti nel corso della mattinata. In maniera riservata, infatti, la delegazione di agricoltori si è confrontata con il consigliere regionale, Nicola Campitelli, delegato per la Giunta alla tutela del paesaggio e territorio e per le opposizioni, con i consiglieri Dino Pepe (Pd) e Giovanni Cavallari (Abruzzo Insieme).

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