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Second life: viaggio nell'arte del riuso, del riciclo, della sostenibilità

A Prato, patria del riciclo della lana, la mostra di Alia

Second Life: il riuso diventa arte

“Second life: tutto torna”: a Prato una mostra presenta le opere realizzate con materiali di riciclo 

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A Prato arriva una mostra non solo da vedere ma su cui riflettere, “Second life: tutto torna”, che presenta le opere realizzate con materiali di riciclo o riuso realizzate da giovani artisti italiani con le idee già chiare sulla sostenibilità e sulla poetica di questo terzo millennio.

Il professor Marco Meneguzzo, storico dell’arte e docente all’Accademia di Brera, ha curato il concorso lanciato nei mesi scorsi da Alia Servizi Ambientali della Toscana centrale, dedicato, come recita il sottotitolo, ad “Arte, bellezza e sostenibilità ambientale”, le cui opere adesso, dopo la prima tappa fiorentina, sono esposte fino al 27 febbraio all’Officina Giovani di Prato, un luogo doppiamente significativo in quanto a “riuso”, dato che si tratta degli ex-Macelli Pubblici della città, oggi contenitore di cultura, e dato che Prato è per antonomasia la città del riciclo dei tessuti, che ha sfruttato gli stracci senza buttarli, la città che ha saputo fare la lana senza le pecore, ma anche città che ama e sperimenta l’arte nel suo noto museo di arte contemporanea Luigi Pecci (https://secondlifecontest.it/). 

 

Entrando nelle stanze dell’esposizione la sensazione che coglie è quella di attitudine immediata delle opere, ovvero dei loro artefici, al tema richiesto: “nelle opere presentate non sono tanto gli oggetti del riciclo, e quindi del consumo, ad essere in primo piano, quanto piuttosto la condizione umana ai tempi del disastro ambientale - sottolinea Marco Meneguzzo -. Questi giovani artisti hanno posto l’accento sulla propria condizione nei confronti del pianeta, più che sulle condizioni del pianeta stesso, spostando l’attenzione più sugli aspetti soggettivi che su quelli oggettivi”. 

 

L’opera che si è aggiudicata il primo posto in questa competizione d’arte è stata “No one should die for fashion”, di Mariarita Ferronetti, classe 2000: si tratta di due pezzi, camicia e pantaloni, con ricamo realizzato a mano, ispirato al tema del fast fashion e alla moda etica. Il messaggio specifico di quest’opera rimanda ad un episodio di cronaca, il disastroso crollo del Rana Plaza in Bangladesh, ritenuto il più grave incidente mortale avvenuto in una fabbrica tessile nella storia, allo sfruttamento dei lavoratori nelle zone più povere del mondo e al relativo impatto ambientale sul pianeta. Una denuncia contro la produzione troppo veloce e a prezzi troppo bassi, a discapito di umanità e ambiente. Quest’opera “affronta uno dei grandi temi di attualità – spiega il Sindaco di Prato Matteo Biffoni – quello dell’inquinamento prodotto in misura eccessiva dal settore fast fashion, come raccontato anche da un regista di casa nostra, Tommaso Santi, nel recente documentario “Stracci”; Prato, che è riuscita a ridar vita, con il riciclo e il riuso degli scarti tessili, a nuovi tessuti, da tempo lancia dei moniti sulla sostenibilità dell’industria della moda e in particolare del fast fashion, uno dei settori che più inquina il nostro pianeta, a dimostrazione che può e deve esserci un circolo virtuoso”, alla cui sensibilizzazione contribuisce prepotentemente l’arte, anche attraverso la mostra Second Life.

L’attenzione che suscita il progetto video di Miriana di Martino, con Sub Respiro (2020), seconda classificata, arriva forte e diretta: l’impatto degli imballaggi nell’ambiente, in discesa libera nella profondità del mare, quasi come in una danza, immergono, anzi sommergono l’osservatore di rifiuti fino ad intrappolarlo senza vie d’uscita. 


L’installazione di Alice Bertolasi, Tensioni attive, terza classificata, è invece una creazione con panni da spolvero cuciti a mano intelaiati su telaio in legno con polvere di Villa Greppi, humus, fango, fiori, radici, schiuma di sapone Marsiglia, presenze, filo di cotone bianco, e risultati di reazioni chimiche, per evidenziare il degrado della vita, come in una formula chimica, come in una mutazione ciclica. 

Le tre menzioni speciali vanno invece a G. RIOT (un gruppo di giovani artiste: Rellini, Fontani, Socci, Pedrone) con il progetto Global Warming, realizzato usando tecniche pittoriche 3D e incisioni su calce minerale con stilo metallico in acciaio-titanio, pitture ad olio e spray su compensato a fondo calce; Noemi Ferrari, che ha presentato l’opera Abbandonatamente, realizzata con stampa a secco su carta cotone Hahnemühle e pastelli e Ilaria Feoli con la coppia di immagini fotografiche Avrei voluto saper cucir, tu sai farlo?


“Le trenta opere, esposte in questa mostra itinerante invitano tutti noi a riflettere sull’importanza dei nostri gesti quotidiani per il rispetto dell’ambiente e per dare una seconda vita alla materia, osservando la regola delle 4R: Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, Recupero – ha commentato Giuseppe Meduri, Direttore Relazioni Esterne, Alia Servizi Ambientali SpA. 

 

La mostra si sposterà dal 2 al 29 aprile 2022 a Pistoia, nel chiostro del Palazzo Comunale. Successivamente la mostra sarà allestita in altri comuni serviti da Alia, per concludere il tour – a fine settembre 2022 – a Firenze, nel cortile di Michelozzo a Palazzo Vecchio. Le opere finaliste sono raccolte anche nel catalogo ufficiale pubblicato da Mandragora, nella vetrina online e in tutti gli altri canali di promozione e comunicazione di Alia. 
 

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