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Calendimaggio e Sagra dei Vertuti: è festa a Paganico Sabino

Nel Rietino in occasione del primo maggio si celebra un antico rituale contadino e si gusta un prelibato piatto tipico

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Il primo maggio è l'occasione in cui riscoprire un suggestivo rito e una gustosa ricetta tipica: a Paganico Sabino, in provincia di Rieti, si festeggia Calendimaggio, una festa tipica e allegorica che discende dalla tradizione contadina e che nei secoli passati salutava l'arrivo della buona stagione dopo il rigido inverno.

In contemporanea si svolge la Sagra dei Vertuti, una prelibata zuppa primaverile a base di legumi e cereali.

“Calendimaggio” è il momento in cui si traggono auspici per la stagione del prossimo raccolto, rinnovando un antico rituale: alle 11.30 del 1° maggio, gli abitanti dell'antico borgo della Valle del Turano, si riuniscono, rigorosamente digiuni, per immergere tre gherigli di noce in un bicchiere colmo di vino pronunciando la formula: “San Félìppu e Jàku, faccio a Kalènnemàju, se mòro affonno, se nò ritorno”. Se le noci restano a galla la stagione porterà un ottimo raccolto.

Chi ama i buoni sapori trova prelibatezze a volontà nella concomitante Sagra dei Vertuti, una prelibata minestra a base di legumi e cereali (fagioli, ceci, fave, grano e granturco) aromatizzata con foglioline di timo selvatico e condita con l'olio d'oliva della Sabina, da assaporare insieme a maccheroni al pomodoro, salsicce, bruschette e con un buon bicchiere di vino. Nel centro diurno del borgo ci sono grandi tensostrutture con posti coperti. L'evento si svolge nel massimo rispetto per l'ambiente, con un'edizione totalmente plastic free. Ci sono anche gli stand con i prodotti tipici della zona.

Oltre alla gastronomia, sono in programma tanti momenti che fondono il folclore all'intrattenimento. I visitatori, usufruendo anche di un comodo servizio gratuito di bus navetta, possono ammirare il Belvedere della Rocca, seguendo il percorso pilota dalla Torre Portaia; da qui è possibile scorgere i boschi di querce, castagneti secolari e faggeti che circondano Paganico Sabino, un paradiso naturalistico che in primavera mostra i suoi colori più belli. Tra la Riserva Naturale Monte Cervia e il Monte Navegna, il borgo a due passi dal Lago del Turano ha mantenuto l'aspetto di un “castrum” medioevale, con l'ingresso segnato da due porte che conducono, tramite pittoresche viuzze, nel centro storico. Qui si può visitare la chiesa di Santa Maria dell'Annunciazione. Meritano una visita anche la parrocchiale San Nicola e la chiesa di San Giovanni Battista, mentre a poca distanza dall'abitato sorge la suggestiva “Pietra Scritta”, monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C.

Informazioni: www.paganicosabino.org.