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Sommersi dalle acque: chiese e campanili che spuntano dal lago

La costruzione di dighe e invasi ha sacrificato interi paesi, dei quali restano visibili solo le torri campanarie

Chiese e campanili... sotto il pelo dell'acqua

La costruzione di dighe e invasi ha sacrificato interi paesi, dei quali restano visibili solo le torri campanarie

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Dieci campanili per altrettanti borghi sfortunati, accomunati dallo stesso triste destino: la fame di energia dei loro rispettivi Paesi ha reso necessario sacrificarli alla costruzione di laghi e invasi artificiali, funzionali a nuove centrali idroelettriche, ma mortali per questi centri, evacuati e sommersi.

Di questi villaggi e cittadine restano visibili solo le sommità delle torri e dei campanili, ormai spesso in rovina, per ricordare a tutti che, sotto il pelo dell’acqua, esistevano comunità fiorenti e piene di vita, oggi spostate in altro luogo.

CHIESA DI GEAMĂNA, Romania – Ci troviamo nella Romani Nord-Occidentale, nel piccolo borgo di Geamăna. Il campanile della chiesa ortodossa che spunta dalla fanghiglia di un lago è la testimonianza e il monito di un disastro ambientale. Nel 1978, sotto il regime di Ceausescu, fu scoperto un giacimento di rame: per sfruttarlo venne aperta una miniera, attiva ancora oggi, i cui residui tossici, sotto forma di un denso fango contenete cianuro, sono confluiti in un lago, chiuso da una diga a valle, la cui tossicità è resa evidente dalla colorazione dell’acqua. Il lago continua a crescere al ritmo di un metro all’anno: anche la sommità del campanile è quindi destinata a scomparire.  

 

CAMPANILE DI POTOSI, Venezuela – Questa chiesetta ha un destino davvero curioso. Sommersa dalle acque di un lago artificiale nel 1965 per effetto della costruzione di una diga idroelettrica, il piccolo edificio resta quasi interamente sommerso nei periodi di normali precipitazioni, ma in caso di forte siccità torna a emergere. Tra il 2009 e il 2010, quando la corrente El Niño ha fatto sentire il suo effetto in modo particolarmente intenso, la chiesa è emersa completamente dalle acque, prendendosi in un certo senso la sua rivincita.  (Foto Creative Commons)

 

CHIESA MADRE DI ITÀ, Brasile - Ci troviamo nell’estremo sud del Brasile in una regione carbonifera ma piuttosto frequentata dai turisti. Della antica chiesa di San Pedro (San Pietro) oggi restano solo le torri, dopo che l’intera cittadina è stata spostata e ricostruita per lasciare spazio a un bacino idroelettrico. La chiesa, come l’intero villaggio, sono stati quindi sommersi dalle acque. 

 

WAT WANG WIWEKARAM, Ban Wang Kalang, Thailandia - È stata anche in questo caso una diga a mandare sott’acqua il tempio di Wat Wang Wiwekaram, uno dei più magici e misteriosi del Paese a dispetto delle sue condizioni molto rovinate. L’edifico sorge dalle acque del fiume Songkaria e ormai, privo di restauri e protezioni, si sta deteriorando e il suo aspetto è sempre più sinistro. 

 

CAMPANILE DI CURON VENOSTA, Lago di Resia, Alto Adige – Conosciutissima e super instagrammata, la sommità del campanile di Curon Venosta svetta dal centro del lago di Resia, in un panorama splendido e insieme inquietante. Anche in questo caso il lago è artificiale, generato a una diga. Secondo un’antica leggenda, le campane, anche se sono state rimosse dal campanile nel 1950, continuino e suonare e a far sentire la loro voce dal lago.  

 

MONASTERO DI SAN NICOLA - Kaljazin, Russia – Ancora un bacino artificiale, ancora un edificio sommerso: in questo caso il campanile del monastero di San Nicola, edificato tra il 1796 e il 1800. Le acque sono quelle del lago artificiale di Uglich, a poca distanza dalla città di Kalyazin, sacrificata da Stalin in nome della fame di energia dell’Unione Sovietica: il corso del fiume Volga fu così deviato e l’abbazia fu smantellata, ma il sito si trasformò ben presto in attrazione turistica, tanto che la torre campanaria in stile neoclassico è stata preservata e addirittura puntellata al centro di un’isoletta artificiale. 

 

CAMPANILE DI SANT ROMÀ, Sau, Spagna – Un intero villaggio è nascosto nelle acque del bacino di Sau, in Catalogna: l’invaso è stato creato nel 1962, ricoprendo completamente il borgo: resta fuori dall’acqua solo la sommità del campanile della chiesetta di Sant Romà, risalente all’11° secolo. In questo caso il borgo era già disabitato da decenni: la chiesetta torna ad affiorare in parte durante le annate di forte siccità.  

 

LA MUEDRA, Saragozza, Spagna - Restiamo nella Spagna settentrionale, ma stavolta ci spostiamo nella regione di Saragozza. La dinamica dei fatti è quella consueta: la costruzione di una diga per alimentare una centrale elettrica ha creato un lago e questo si è inghiottito un borgo, con tanto di chiesetta.  In questo caso è la torre dell’orologio a emergere in parte dalle acque.   

 

CHIESA DI MEDIANO, La Fueva, Spagna – Ancora la sommità di una torre campanaria che svetta dalle acque, sempre nella Spagna settentrionale: questa volta a ricordare che sotto la superficie si trova un villaggio sommerso è il cinquecentesco campanile della chiesa di Mediano, nella zona di La Fueva, nella provincia di Huesca. L’intera zona è stata sacrificata alla creazione di un lago artificiale nel 1969     

 

ALASSA, Cipro - Anche Alassa, piccolo villaggio cipriota situato nel distretto di Limassol, è stato sacrificato alla costruzione di una diga, in questo caso l’impianto di Kouris, il più grande dell’isola. Il borgo con tutti i suoi abitanti è stato spostato nel 1985: dell’insediamento originario restano solo alcune rovine della chiesa dedicata ad Aghios Nikolaos (San Nicola), meglio visibili quando i livelli di acqua nel bacino sono più bassi.   

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