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Una visita a Cisternino, il lato magico della Puglia

Una città ricca di suggestioni suggerite da un’antica storia e da un’architettura straordinaria

Puglia: quell’aria di magia che avvolge Cisternino

Una città ricca di suggestioni suggerite da un’antica storia e da un’architettura straordinaria

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Le strade di Cisternino, che sorge in provincia di Brindisi in Puglia, sono caratterizzate dai mascheroni in pietra che, incastonati nelle architravi delle case, guardano i passanti con aria beffarda e che sembrano conoscere sembrano conoscere bene l’anima di questo luogo che si dice fondato da un reduce della guerra di Troia.

Un po’ tutta la valle d’Itria è una terra speciale sotto il profilo spirituale ed esoterico. Cisternino, che fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, ospita infatti antichi insediamenti che testimoniano il passaggio, nel corso dei secoli, di santi e illuminati che vi hanno trascorso lunghi periodi di penitenza e preghiera; c’è l’origine misteriosa dei trulli, con quegli strani simboli sulla cupola conica; c’è insomma un’aria particolare, una suggestione, che ha spinto, ad esempio, il centro di spiritualità indiana Bhole Baba a insediarsi qui.

Una città aperta - Suggestiva nel borgo è l’osmosi tra spazi interni ed esterni, tra case, vicoli e cortili: si tratta di un classico esempio di “architettura spontanea”, dove non ci sono architetti che seguono un piano prestabilito ma rapporti umani da tessere, tra le case imbiancate a calce e i vicoli stretti, tra i cortili ciechi e le scalette esterne, tra gli archi e i balconi fioriti: spazi dove ci si può “affacciare”, dove si crea aggregazione; spazi condivisi, insieme pubblici e privati. Nel silenzio irreale dei pomeriggi estivi, è bello passeggiare sulle chianche, la tipica pavimentazione in pietra, nel gioco di luci e ombre che scaturisce dalle viuzze strette, dagli archi, dai sottopassi.

La storia in pillole - Il fondatore di Cisternino secondo la leggenda è Sturnoi, il compagno di Diomede. Finita la guerra di Troia, avrebbe fondato questo centro che i Romani hanno poi chiamato Sturninum. Nella metà del ‘600, seguendo l’esempio di Masaniello a Napoli, il popolo insorge contro il vescovo-barone e brucia la sua residenza, ma la rivolta non ha successo.1738, nuovi fermenti rivoluzionari scuotono il borgo nei primi anni della dominazione borbonica. 1799, la popolazione parteggia per la Repubblica Partenopea contro il re; Nicola Semeraro, di Cisternino, a capo di un nucleo repubblicano, è trucidato a Francavilla fontana dai fedeli dei Borboni.1820, è attivo in paese un gruppo di carbonari; sarà Giuseppe Capece di Cisternino ad innalzare sul forte di Brindisi la bandiera tricolore dopo aver lacerato il vessillo borbonico.

Cosa vedere - A cavallo tra Ottocento e Novecento, Cisternino  ha cominciato a svilupparsi al di fuori della cinta muraria, dove l’unico esempio interessante è quello di alcuni edifici con decorazioni liberty in via San Quirico. Nel borgo, invece, gli edifici storici di maggior pregio sono la torre e la chiesa che si affacciano sulla piazza. La torre normanno-sveva, recentemente restaurata, è alta 17 metri ed è stata eretta nell’XI secolo dai Normanni, poi ricostruita in larga parte sul finire del XIV e rimaneggiata più volte nelle epoche successive. Sulla sua sommità è posta una piccola statua di San Nicola benedicente. La chiesa di San Nicola, nota come chiesa Madre, è stata edificata nel XII secolo sulla precedente chiesa basiliana dell’VIII secolo, di cui oggi restano le fondazioni, e modificata nel corso del tempo. L’attuale facciata, di gusto neoclassico, sostituì intorno al 1848 la precedente, probabilmente romanica.

Palazzi e chiese - Dell’originario impianto restano importanti tracce all’interno. La volta a crociera del transetto e alcune decorazioni scultoree risalgono ai secoli XIII-XIV. Magnifiche le due sculture in pietra viva di Stefano da Putignano: il tabernacolo dedicato alla Madonna del Cardellino (1517) e un altro più piccolo con putti ed Ecce Homo. Al di sotto della contigua chiesetta del Purgatorio (XVII secolo), recentemente è stata riscoperta la primitiva chiesa, databile intorno all’anno 1000. Meritano una sosta, infine, il palazzo Vescovile costruito nel 1560, con facciata in stile tardo-rinascimentale su cui si notano gli stemmi del vescovo-barone; il palazzo del Governatore (secolo XVI), dall’elegante prospetto a triplice balconata con elementi decorativi rinascimentali; i palazzetti nobiliari delle famiglie Pepe e Cenci; la Chiesetta di Santa Lucia (secolo XVII) e, fuori le mura, la torre e il palazzo Amati, in via San Quirico; la chiesa di San Cataldo, completata nel 1783 in stile barocco, con la bella e scenografica facciata; la chiesa di San Quirico, eretta tra Sei e Settecento.

La Madonna delle uova - Importante per il culto locale è la Chiesetta romanica della Madonna d’Ibernia, sorta intorno al 1100 nel periodo della formazione del casale di Cisternino, da cui dista 3 km. La chiesa incorpora i resti di un preesistente cenobio basiliano costruito non distante da un precedente tempio pagano dedicato alla dea della fertilità Cibele. è conseguenza dell’antico culto verso questa divinità la venerazione del popolo per la Madonna d’Ibernia, detta “Madonna delle uova”protettrice della procreazione e dell’abbondanza. Al suo santuario viene portato in dono, nelle feste primaverili, lo stesso dolce, il chïrrùchele (dal latino auguraculum, dono propiziatorio), che i fanciulli pagani offrivano a Cibele per propiziarsi la fecondità.

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