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Sardegna, Tharros: un tesoro archeologico affacciato sul mare

Un museo a cielo aperto, che racconta due millenni di storia sarda, immerso in una cornice naturale di splendida bellezza

Sardegna da scoprire: i tesori dell’area archeologica di Tharros

Un museo a cielo aperto, che racconta due millenni di storia sarda, immerso in una cornice naturale di splendida bellezza

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All’estremità meridionale del golfo di Oristano, nella Sardegna centro-occidentale, si trova una delle più rilevanti e suggestive eredità archeologiche del Mediterraneo: la città di Tharros, fondata nell’VIII secolo a.C.

e abbandonata nell’XI d.C. quando la sede episcopale fu trasferita a Oristano, nuova capitale del Giudicato di Arborea.

E’ situata nel comune di Cabras, sulla penisola di Capo San Marco che, assieme alla contrapposta punta di Capo Frasca, delinea l’ampio golfo di Oristano, che la gente del posto chiama “mare morto”. Insediamento nuragico, emporio fenicio, fortezza cartaginese, urbs romana, capoluogo bizantino e capitale arborense: a Tharros - che era un tempo una delle città più importanti della Sardegna - si scoprono due millenni di storia, immersi nell’incanto di una natura selvaggia. 

Uno straordinario museo all’aria aperta - Tharros è un vero e proprio museo all’aria aperta, un ampio anfiteatro naturale affacciato sull’azzurro intenso mare. Un luogo da esplorare senza fretta, camminando fra i suoi  imponenti resti archeologici immersi nella macchia mediterranea. Una visita – passeggiata ideale da fare in primavera, quando il clima è dolce e la natura verde e fiorita.Sulla collina settentrionale che domina la città e l’istmo e sui resti di un preesistente villaggio nuragico, si trovava il tofet (oggi ricostruito al Museo di Cabras), il santuario dei fanciulli di epoca fenicio-punica, con migliaia di urne cinerarie in terracotta contenenti resti di bambini e di animali e centinaia di stele in arenaria. A valle, si conservano importanti monumenti di età punica e romana, tra cui il cosiddetto “Tempio delle semicolonne doriche”, l’acquedotto, il castellum aquae, le strade lastricate in basalto, i templi e tre edifici termali. Alla fase paleocristiana risalgono poi la trasformazione di una delle terme in edificio di culto e l’impianto di un battistero. 

Il trenino di Tharros - Per arrivare in questa straordinaria area archeologica in tutta comodità e fare un piccolo viaggio attraverso uno tra i più spettacolari territori della Penisola del Sinis, si può prendere il trenino che parte dalla piazza accanto alla Chiesa paleocristiana di San Giovanni di Sinis, nell’omonima borgata marina. ll trenino percorre l’estremità meridionale della Penisola del Sinis, tra le dune costiere, i resti dell’acquedotto romano di Tharros, il sentiero tra l’area archeologica e la Torre Spagnola di San Giovanni e infine l’istmo di Sa Codriola, alle pendici di Capo San Marco, fino alla necropoli meridionale di Tharros, offrendo una panoramica dei più suggestivi aspetti naturalistici e monumentali del territorio dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre. Nella stagione balneare il trenino è l’unico mezzo di trasporto che, attraversando un’area naturalistica interdetta alla circolazione di veicoli, consente di  raggiungere le spiagge dell’Istmo a tutti coloro che non vogliono fare il percorso a piedi.

Per maggiori Informazioni: www.sardegnaturismo.it  

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