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Marco Cesario: "La nostra forza è la condivisione, abbiamo reso democratico l'uso delle piscine private"

Il direttore della comunicazione di Swimmy presenta a Tgcom24 un servizio inedito nel nostro Paese che può contare su un parco di oltre 400mila strutture

Tgcom24

Nelle calde giornate di agosto, per molti abitanti delle grandi città l'idea di potersi concedere un tuffo in piscina rimane un sogno proibito. Marco Cesario, head of communication di Swimmy, racconta a Tgcom24 di una nuova possibilità inedita nel nostro Paese: una app che ci permette di individuare gli specchi d'acqua privati intorno a noi e "condividerli" con gli altri. 
 

Come è arrivato a ricoprire l'incarico attuale?

 

Ho impostato la mia carriera iniziale sul giornalismo e la scrittura per poi focalizzarmi sulla comunicazione. Dopo essermi laureato in filosofia all’Università di Napoli ed aver fatto un Master in filosofia alla Sorbona di Parigi, scrivendo contemporaneamente per quotidiani e siti per diventare pubblicista,  ho cominciato a lavorare per l’agenzia nazionale Ansa ottenendo poi il tesserino di professionista. Da Parigi ho collaborato per diverse testate nazionali (Espresso, Linkiesta, The Post Internazionale, Valigia Blu etc.) facendo dirette radio e televisive sull'attualità in Francia ed effettuando reportage all’estero. Questo periodo mi ha permesso di affinare la conoscenza di altre lingue come il francese, l’inglese e lo spagnolo. Ho pubblicato due libri di cui uno sulla censura in Turchia (« Sansür: Censura. Giornalismo in Turchia », MREditori) che ha vinto nel 2015 un premio al Concorso Internazionale Giornalisti del Mediterraneo di Otranto. Nel 2016, per l'altro mio libro (« Medin. Trenta Storie del Mediterraneo », Rogiosi 2015), mi sono aggiudicato il Premio di Letteratura Mediterranea Costa d’Amalfi Libri 2016. Da Parigi, oltre a collaborare per televisioni e quotidiani francesi come giornalista esperto di cose italiane, ho cominciato a lavorare per istituzioni ed agenzie di comunicazione. Conoscendo bene il linguaggio giornalistico e l'universo dei media il passaggio alla comunicazione è stato naturale. Così dopo alcune esperienze in istituzioni internazionali ho integrato l'agenzia di comunicazione internazionale con sede a Parigi Open2Europe diventando manager per Italia e Europa del Sud. Il mio doppio percorso di giornalista e di comunicatore per istituzioni ed agenzie e la conoscenza di quattro lingue (italiano, francese, inglese e spagnolo) mi ha permesso di accedere al ruolo di direttore della comunicazione di Swimmy, che ricopro oggi.   

 

Qual è l'elemento di forza della società? 

 

Il principale elemento di forza è la condivisione. In epoca di economia collaborativa Swimmy permette di condividere un bene con un pubblico vasto, di democratizzare l’uso della piscina privata evitando di affollare piscine pubbliche. Per i proprietari è una manna dal cielo in quanto possono ammortizzare i costi di manutenzione della piscina che non sono certo leggeri.   

 

Quali novità avete introdotto?

 

L'idea di poter accedere a piscine private a prossimità o nelle immediate vicinanze grazie ad un’applicazione che geolocalizza la piscina più vicina a dove ci si trova. E’ un’idea geniale visto e considerato che il parco piscine private in Italia conta almeno 400.000 piscine di cui il 90% è poco utilizzata.

 

Quale consiglio dà a chi vuole intraprendere una carriera nel suo settore?

 

Il mio consiglio è quello di seguire una formazione giornalistica anche se ci si vuole specializzare soltanto nella comunicazione (che sia d’impresa o diretta al grande pubblico). Il linguaggio giornalistico, l’universo dei media diventa accessibile soltanto a chi sa maneggiare con padronanza e dimestichezza questo stesso linguaggio. E’ una scuola importante che forma i nuovi comunicatori del futuro.  

 

In che modo rispondere alla concorrenza del mercato?

 

In Italia Swimmy non ha una vera e propria concorrenza in quanto è l’unico attore sul mercato a proporre questo tipo di servizio. La difficoltà sta tutta nell’essere sbarcati in Italia in un anno difficile per tutte le attività che concernono il pubblico, il Covid19 ha infatti ridisegnato l’economia costringendoci ad adattarci velocemente.

 

Il suo settore come è stato toccato dall’emergenza Covid?

 

Inizialmente è stato fortemente penalizzato ma nel momento in cui, con la riapertura al pubblico delle piscine, l’Iss ha spiegato che non ci sono prove che il Covid-19 possa essere diffuso all'uomo attraverso l'uso di piscine o vasche idromassaggio le cose sono cambiate radicalmente. Come spiegato anche sul sito dell’Iss il corretto funzionamento, la manutenzione e una adeguata disinfezione (ad esempio con cloro e bromo) di piscine e vasche idromassaggio assicurano l'inattivazione del virus che causa Covid-19. Un recente studio dell’Imperial College di Londra ha dimostrato che il cloro della piscina può neutralizzare il virus in 30 secondi. 

 

Come trascorre il suo tempo libero?

 

Scrivendo, viaggiando, dipingendo. Ho all’attivo due libri e sto lavorando per un terzo. Amo viaggiare anche se in questo periodo non è facile. Quando posso mi procuro tavole di legno d’ulivo o tele per dipingere utilizzando colori ad olio. Una pratica che ho appreso da mio padre che da giovane dipingeva e scolpiva il legno. E’ importante a volte staccare completamente dal lavoro proiettandosi in altri universi.  La creazione artistica, la scrittura o il viaggio mi permettono di rigenerarmi, di eliminare le scorie del quotidiano, di staccare dalla monotonia e dalla routine che è a volte soffocante. Questo distacco permette di ritrovare le energie giuste per affrontare i problemi della vita quotidiana trovando anche soluzioni creative.

 

Che rapporto ha con successi e fallimenti lavorativi?

 

Inizialmente non è stato facile accettare il fallimento. Lo si vive come un’umiliazione personale. Ma ciò che fa più male è il paragone continuo che ci viene proposto con altre persone che invece quel fallimento non l’hanno avuto (ma ne hanno avuti altri, in altri contesti). Una volta compreso che il fallimento non è tale ma soltanto una battuta d’arresto che ci fa capire che stiamo sbagliando direzione allora tutto diventa più semplice. Le faccio un esempio pratico : quante volte mi è capitato di perdere un articolo perché non salvato, un post scritto velocemente e di doverlo riscrivere daccapo ? E’ frustrante ma ogni volta mi rendo conto che mentre lo riscrivo non solo ricordo ciò che avevo scritto in precedenza ma sono capace di aggiungere anche nuove cose, in breve la seconda versione è migliore della prima. Questo vale per tutte le cose. I successi invece ti proiettano in alto, ti danno fiato ed entusiasmo e permettono di proiettarti nel futuro. Anche questi sono fondamentali a patto che si comprenda che sono passeggeri e che bisogna continuare a lavorare duramente per non perdere la spinta iniziale.

 

Una bella soddisfazione che vuole ricordare?

 

Sicuramente il premio conferito al mio reportage sulla censura in Turchia al Concorso Internazionale Giornalisti del Mediterraneo di Otranto. E’ stato un riconoscimento al duro e pericoloso lavoro che avevo svolto in Turchia ed anche un omaggio ai colleghi vittime di censura. Ma ricordo con grande soddisfazione anche l’invito a parlare sul primo canale d’informazione francese BFMTV, quando l’Italia proclamò il primo lockdown. Ricordo che parlai dei flashmob e dei concerti dal balcone, delle attività didattiche e culturali a distanza, delle iniziative di solidarietà per gli anziani, dell'eroismo di medici ed infermieri, dell'abnegazione di camionisti, operai, cittadini: l'Italia d'un tratto pareva all'avanguardia su tutto, un modello da seguire (anche per la Francia che di lì a poco avrebbe chiuso tutto e studiava cosa faceva l’Italia). E' stato un momento unico in cui mi sono sentito orgoglioso di essere italiano.

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