La crisi per le Pmi, tra riconversioni, finanziamenti e nuovi business model
Lʼamministratore delegato di Warrant Hub, Fiorenzo Bellelli, spiega i passi che le aziende devono compiere per sopravvivere al Covid-19
L’emergenza ha generato tanta incertezza tra gli operatori economici, alle prese con un sistema degli incentivi che sta cambiando, adeguandosi - talvolta bene, altre volte meno bene - al nuovo scenario. Ma non basta, occorre anche un supporto tecnologico, adeguato alle diverse esigenze aziendali. Warrant Hub, guidata da Fiorenzo Bellelli aiuta le aziende in questo percorso.
Quale tipo di consulenza chiedono le aziende in questo momento?
Ci muoviamo lungo tre differenti direttive. In un primo caso accompagnamo passo dopo passo le aziende che, in questo particolare momento, hanno deciso una riconversione industriale. In un secondo caso assistiamo le imprese che debbono rivolgersi alle banche per ottenere i finanziamenti necessari a superare la crisi. Da ultimo, costruiamo insieme il futuro, sfruttiamo cioè gli strumenti tecnologici necessari ad andare avanti una volta passata la crisi.
Ci può fare qualche esempio?
Alcune aziende si sono rivolte a noi per ottenere i finanziamenti necessari per la riconversione industriale. Per esempio una azienda che produceva stand per le fiere ha deciso di fabbricare le tanto richieste mascherine. In più, con la nostra consociata Warrant innovation lab, diamo il supporto tecnologico e digitale necessario alla trasformazione.
Ci sono poi aziende che devono ottenere i finanziamenti per superare la crisi. Questi finanziamenti servono per pagare l'integrazione della cassa integrazione, per anticipare la cassa integrazione stessa, per pagare i fornitori e portare avanti gli investimenti programmati. Per prestiti fino a 25mila euro il Mediocredito centrale garantisce fino al 100% senza bisogno di autorizzazione. Per cifre superiori, il Mediocredito centrale interviene a garantire fino al 90%. Se le banche vogliono vedere un business plan del rientro del debito, noi supportiamo le imprese in questa attività.
Infine c'è il problema dei modelli di business che, dall'oggi al domani, si sono rivelati superati. Dal punto di vista della vendita, della produzione e della logistica il mondo azienzale non sarà più lo stesso. Bisognerà attingere a piene mani dalla tecnologia e dalla digitalizzazione dei sistemi per sopravvivere. Le piccole e medie imprese sono ancora molto indietro in questi campi. Noi li accompagnamo in un percorso che definirei rivoluzionario.
Il Governo cosa deve fare per aiutare questo cambiamento?
Alle aziende servono tempo e liquidità. I sei anni decretati dal governo per rientrare dai debiti contratti sono palesemente insufficenti. Per far sviluppare le imprese, senza che si trovino sempre in affanno e con l'acqua alla gola, servono prestiti rimborsabili in 15/20 anni.
In più, per attuare i cambiamenti bisogna investire enormi somme, serve liquidità. E, come è successo in altri paesi occidentali, il governo deve elargire necessariamente anche contributi a fondo perduto. Infine, occorre far leva sulla rapidità di erogazione di questi strumenti.
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