VITA UNIVERSITARIA

Sei uno studente fuorisede? Ecco le cinque più grandi paure dei tuoi genitori

Dai costi per l'alloggio alla lontananza da casa, la Conferenza dei Collegi Universitari di Merito analizza con la presidente Carla Bisleri le principali preoccupazioni delle famiglie

18 Lug 2025 - 08:27
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Trasferirsi in una nuova città per motivi di studio: una condizione che oggi accomuna quasi mezzo milione di studenti universitari (circa 450mila) e che è spesso motivo di preoccupazione per le famiglie, che vedono i propri figli affrontare una nuova fase di vita, ricca di opportunità ma anche di sfide. La Conferenza dei Collegi Universitari di Merito (Ccum) - l'Associazione che rappresenta questi enti non profit a livello italiano e internazionale - ha analizzato le principali preoccupazioni che accompagnano le famiglie in questo delicato passaggio e le possibili risposte che possono sostenere i ragazzi nel loro percorso di crescita.

Si sentirà solo/a? - La possibilità che il proprio figlio o la propria figlia si senta solo/a è una delle preoccupazioni più ricorrenti tra i genitori. Lasciare l'ambiente familiare e trasferirsi in una città sconosciuta, spesso senza una rete di contatti, può rappresentare un'esperienza disorientante. La difficoltà iniziale nel creare nuove relazioni o integrarsi in un contesto sociale nuovo può inoltre avere un impatto significativo sul benessere psicologico dei ragazzi e delle ragazze, con potenziali ripercussioni anche sul rendimento accademico.

Sarà al sicuro? - Trasferirsi in una nuova città significa affrontare un contesto sconosciuto, con ritmi di vita diversi, maggiore autonomia e nuove frequentazioni. Per molti genitori questa è una delle fonti di apprensione più forti: la preoccupazione non riguarda solo la sicurezza fisica - legata agli spostamenti, agli orari o alla gestione della quotidianità - ma anche il timore che i figli possano ritrovarsi in ambienti poco stimolanti o poco sicuri, senza punti di riferimento chiari.

Studierà davvero? - L'assenza del supporto di genitori o insegnanti può far temere che i ragazzi, una volta soli, facciano fatica a mantenere il giusto ritmo nello studio. Le famiglie si preoccupano che la libertà, le distrazioni e la difficoltà a organizzarsi possano compromettere la regolarità dell'impegno accademico e aumentare lo stress legato agli esami. Su quest'ultimo aspetto, l'Istat ricorda come il 33% degli studenti universitari soffra di ansia, mentre il rapporto Osservasalute 2023 evidenzia come questa condizione riguardi gli studenti universitari in percentuale maggiore rispetto alla popolazione generale.

Riuscirà a cavarsela? - La gestione della quotidianità - spese, pulizie, alimentazione - è un'importante tappa di crescita, ma anche un'ulteriore fonte di preoccupazione per i genitori, che temono che i figli possano trovarsi sopraffatti da responsabilità fino a quel momento sconosciute.

Ce lo possiamo permettere? - I costi di una vita da fuori sede possono superare le possibilità di molte famiglie, e a questo si aggiunge la ormai nota carenza di alloggi che caratterizza il Paese. Basti pensare che in Italia, negli ultimi cinque anni, i canoni di locazione mensili di una stanza sul libero mercato sono aumentati di circa il 20%.

Il ruolo dei Collegi di Merito - "Studiare fuori sede è una tappa importante nel percorso accademico e personale di molti giovani, ma spesso questa scelta è accompagnata da paure, comprensibili, legate alla solitudine, all'organizzazione della vita quotidiana, alla sicurezza e alla sostenibilità economica. Sono preoccupazioni che osserviamo spesso nel nostro lavoro a contatto con studenti e famiglie", spiega Carla Bisleri, presidente della Ccum. "Per questo i Collegi Universitari di Merito offrono non solo un alloggio sicuro e di qualità, ma un ambiente di vita e di studio che favorisce la costruzione di relazioni, la condivisione e il senso di comunità. Grande attenzione è dedicata al benessere psicologico, alla prevenzione del disagio e allo sviluppo di competenze trasversali - come capacità organizzative, relazionali e di gestione dello stress - sempre più richieste anche dal mondo del lavoro. Caratteristica peculiare e unica dei Collegi di Merito è la formazione extra-accademica. Gli studenti in Collegio hanno un piano formativo personalizzato legato alle soft skill e ad approfondimenti culturali di alto livello che li fa crescere sia da un punto di vista professionale sia personale.

Un ascensore sociale - "I dati mostrano l'efficacia del nostro modello: il 76% degli studenti dei Collegi si laurea in corso, con un'età media di 24,4 anni, contro i 25,8 della media nazionale. Il 95% consiglierebbe l’esperienza ad altri. Dopo la laurea, l'85% dei laureati svolge una professione coerente con il percorso di studi e l'80% ha un contratto a tempo indeterminato", spiega la presidente Bisleri. "Un altro fattore fondamentale è l'accessibilità economica. Grazie agli investimenti in borse di studio - che coprono fino al 100% della retta in base a criteri di merito e all'Isee - i Collegi riescono a offrire una proposta, residenziale e formativa, che è anche economicamente più conveniente del prezzo medio degli alloggi nella maggioranza delle città italiane in cui sono presenti. Questo fa sì che i Collegi svolgano una funzione centrale di ascensore sociale, premiando il merito e supportando gli studenti nell’accesso agli studi universitari indipendentemente dalla condizione socio-economica di partenza", conclude Bisleri.

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